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Come nascono le emozioni nel bambino

Qualche anno fa la foto di un bimbo che rideva divenne virale, questo perché era un’immagine speciale: il bimbo, in realtà era un feto nella pancia della mamma e per la prima volta grazie ad un ecografia in 3D la sua prima emozione fece il giro del mondo.   In pochi ...

di Marcella Aliberti

05 Dicembre 2018

Qualche anno fa la foto di un bimbo che rideva divenne virale, questo perché era un’immagine speciale: il bimbo, in realtà era un feto nella pancia della mamma e per la prima volta grazie ad un ecografia in 3D la sua prima emozione fece il giro del mondo.

 

In pochi istanti quella che sembrava solo una teoria diventa una prova scientifica, poiché consente di constatare come già nel ventre materno il bambino risponda agli stimoli esterni con manifestazioni di gioia, di pianto o addirittura di paura a seconda dei casi. È così che nascono le emozioni.

emozioni nei bambini

Come nascono le emozioni nel bambino?

 

Per rispondere a questa domanda si deve partire da un altro quesito: che cos’è un’emozione?

 

Le emozioni sono stati mentali, determinati da impulsi, interni o esterni a noi, che determinano il nostro agire e i nostri rapporti sociali.

 

Gioia, tristezza, rabbia o paura sono tutte emozioni fondamentali e legate al nostro istinto di sopravvivenza.

emozioni nel bambino

Fonte immagine 123RF con licenza d’uso

Sebbene sia difficile stabilire un ordine di manifestazione e sviluppo delle emozioni nel bambino, è possibile dire che la gioia è l’emozione della scoperta, pertanto potrebbe essere la prima emozione tra tutte.

 

Probabilmente la prima manifestazione in assoluto che riesce a provare il bambino è una emozione di piacere. Questo perché la gioia è strettamente collegata al desiderio di esplorazione e conquista. Sin dalle prime settimane di vita ogni qualvolta il nostro bambino riesce a conoscere qualcosa di nuovo che stimoli i suoi sensi prova un’immediata emozione di benessere. Ecco la gioia!

emozioni nel bambino

Fonte immagine 123RF con licenza d’uso

 

Emozioni nel bambino – la rabbia:

 

La rabbia è un’emozione strettamente legata al nostro essere animali. Sin dai primi mesi di vita, un neonato esprime la sua aggressività attraverso il pianto. Infatti ogni qualvolta non si sente rispettato nella sua routine biologica, e quindi messo in pericolo nella sua sopravvivenza, il neonato piange per richiamare l’attenzione dei genitori.

 

Dai 18 mesi in poi, invece, la rabbia diventa per i bambini un veicolo per manifestare attraverso comportamenti aggressivi (come morsi, graffi o calci) le emozioni negative non solo legate a bisogno biologici ( fame, sonno, freddo), ma che possono essere intese come manifestazione della sperimentazione della propria personalità.

 

È molto importante che i genitori siano disposti a riconoscere nella rabbia che il bambino esprime l’esternazione di un sentimento di disagio più profondo e che diano la possibilità ai figli anche attraverso il loro esempio di capire che le emozioni negative possono essere canalizzate e trasformate in energia positiva. In questo modo i genitori eviteranno che nei bambini monti la frustrazione, uno stato d’animo negativo strettamente legato alla repressione della rabbia e alla sensazione di sconfitta.

Emozioni nel bambino

Fonte immagine 123RF con licenza d’uso

Emozioni nei bambini – la paura:

 

La paura è un tipo di emozione che vive in simbiosi con l’istinto di sopravvivenza. Per questo nel neonato si manifesterà come paura per suoni o volti sconosciuti mentre nel bambino di circa due anni come paura per temporali, buio o animali, infine nei bambini più grandi comincia a contestualizzarsi in eventi pratici della quotidianità quali esami scolastici, incidenti, liti con e tra i genitori, per fare qualche esempio. Vediamo dunque che a seconda delle diverse fasce di età l’oggetto delle proprie paure subisce delle modifiche in relazione alla capacità di sopravvivenza che nel tempo il bambino acquisisce.

 

Per questo qualunque sia l’età del vostro bambino proprio perché la paura è un’emozione collegata alla capacità di apprendimento è molto importante che non la si utilizzi come metodo educativo, che mini la fiducia in se stessi dei nostri bambini.

 

Emozione nel bambino – la tristezza

 

Da cosa nasce la tristezza? A che età il bambino la prova? Qualsiasi genitore vorrebbe avere la risposta a queste domande, perché le lacrime dei nostri figli anche se dovute ad un piccolissimo problema della quotidianità ci fanno sentire inadeguati. Trovare la risposta significa trovare la soluzione all’inefficacia del nostro metodo educativo, pensiamo. In realtà le lacrime sono un veicolo importantissimo di comunicazione.

 

La scrittrice e puericultrice Tracy Hogg nel suo “Linguaggio Segreto dei neonati” sottolinea più volte come sia importante per i genitori ascoltare il pianto del neonato sin dalle prime ore di vita, in modo da potersi sintonizzare nel miglior modo possibile con le sue emozioni. Il bambino che piange esprime ciò che lo rende infelice, per questo le lacrime non vanno mai represse, ma accolte. Un bambino che è stato compreso nel suo pianto, ( e non necessariamente accontentato nel capriccio) è un bambino che ha fiducia nei suoi genitori, e diventerà un adulto sereno, capace di gestire e manifestare le sue emozioni.

 

Gioia, Tristezza, Paura o Rabbia, educhiamo i nostri figli ad esprimere questi sentimenti, perché come diceva Roger Ebert (critico cinematografico statunitense., vincitore del Premio Pulitzer per la critica nel 1975): “Il tuo intelletto può confonderti, ma le tue emozioni non ti mentiranno mai.”

 



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