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Come smettere di allattare al seno: guida pratica per le mamme

di Carla Gozzer

13 Dicembre 2018

Smettere di allattare al seno è un traguardo naturale che fa evolvere il rapporto tra la mamma e il proprio bambino. La fine dell’allattamento è un momento molto delicato che deve essere vissuto con consapevolezza e preparazione. Ma quando smettere di allattare?

 

Come smettere di allattare al seno: quando e perchè

Smettere di allattare al seno è una decisione che spetta a madre e figlio

 

Il ministero della Salute riprende le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OSM) e sottolinea come l’allattamento al seno sia importantissimo fino al 6° mese di vita del bambino e consigliato fino ai due anni di vita. A questa frase però sono state aggiunte le seguenti parole “e comunque finchè mamma e bambino lo desiderano”. Questa frase sottolinea una verità fondamentale:

 

l’allattamento al seno è un processo relazionale tra madre e figlio nel quale non si può e non si deve interferire, specialmente con verità assolute che non hanno fondamento scientifico.

 

Nonostante tutto quello che la tradizione e il sentito dire hanno ben da esprimere su questo delicato tema, l’interruzione dell’allattamento è una questione esclusiva tra mamma e figlio. La madre e il bambino devono poter scegliere in piena libertà quando interrompere questa abitudine, senza che la decisione sia il risultato di pressioni sociali o familiari. Quando qualcosa mina l’equilibrio e la serenità di questo gesto è giusto che la mamma e il bambino possano decidere di trovare altri modi per riconquistare la propria complicità.

 

Smettere di allattare al seno è uno sviluppo del rapporto madre – figlio

 

Nel rapporto tra madre e figlio, l’allattamento al seno va ben oltre la mera nutrizione: attraverso questo gesto di puro amore il bambino cresce fisicamente ed emotivamente.

 

Smettere di allattare al seno è una decisione che mamma e bambino prendono quando si sentono pronti a far evolvere il loro rapporto: quando sono pronti a non essere più solo in due, ma a diventare esseri sociali che interagiscono con altri simili.

 

Questo non vuol dire che l’allattamento prolungato interferisce negativamente sulla progressione dell’autonomia del bambino, ma che prendere la decisione di smettere di allattare al seno cambia in qualche modo il rapporto tra mamma e figlio che si troveranno a dover acquisire in maniera naturale un nuovo modo per esprimere il loro amore e attaccamento reciproco.

 

Come smettere di allattare al seno: quando e perchè

 

La decisione di smettere di allattare al seno deve essere ferma e convinta

 

Qualunque sia la motivazione che ha spinto la mamma a scegliere di interrompere l’allattamento, per il bambino smettere di potersi attaccare può essere un piccolo trauma. Per questo è importante che la decisione di smettere di allattare al seno sia ponderata e decisiva.

 

Il bambino, qualsiasi età abbia, potrebbe non essere d’accordo su questa evoluzione del rapporto con la madre ed esprimere il proprio dissenso causando non poche difficoltà. Potrebbe piangere, smettere di dormire oppure essere più nervoso. Sono reazioni più che naturali di fronte a un così grande cambiamento , ma che potrebbero mettere a dura prova la volontà e soprattutto il cuore di una mamma. Se la scelta non è convinta, la madre potrebbe dare dei messaggi contraddittori al proprio bimbo e così potrebbe creare ancora più confusione nella mente del proprio cucciolo. Bisogna essere coerenti nella propria decisione di smettere di allattare al seno ed agire di conseguenza con amore e delicatezza.

 

Smettere di allattare al seno con “metodi truffaldini” non è consigliato

 

Diversi esperti sconsigliano interrompere l’allattamento improvvisamente sia per la salute della mamma che per il benessere del bambino. Smettere di attaccarsi al seno è un processo naturale che avviene prima o poi per tutti i bambini ed è importante che avvenga tenendo conto anche dell’influenza emotiva e della maturazione psicologica e affettiva che richiede.

 

Utilizzare metodi forzati, come i cerotti o la fasciatura del seno oppure usare sostanza amare o dal sapore cattivo oppure raccontare al proprio bimbo che il seno fa male per convincere il bambino a non attaccarsi non è consigliabile.

 

Si rischia di lasciare un ricordo sbagliato della bellissima esperienza vissuta: il bimbo potrebbe memorizzare il sapore cattivo e associarlo al seno e sostituire così la dolcezza e l’amore che ha vissuto precedentemente, oppure potrebbe sentirsi la causa del dolore che prova la mamma, suo unico riferimento al di fuori di se stesso, e per questo potrebbe sentirsi dispiaciuto. Tutti i bambini, per quanto piccoli, possono provare emozioni complesse, che magari non riescono a codificare ma che segnano in qualche modo la loro crescita: anche un malessere dovuto a una sensazione di dispiacere può rovinare il ricordo delle sensazioni precedenti.

 

Come smettere di allattare al seno: quando e perchè

Smettere di allattare al seno deve essere un procedimento graduale

 

Smettere di allattare al seno non deve quindi essere un trauma eccessivo o una piccola violenza, né per la mamma né per il bambino. Il modo migliore per affrontare questo cambiamento è farlo avvenire in maniera graduale.

 

  • Si possono sostituire pian piano le poppate con spuntini,
  • accorciare i tempi di suzione,
  • inventarsi nuovi momenti di coccole e consolazione per ridurre il numero di poppate con lo scopo ultimo di interrompere l’allattamento in maniera più piacevole e naturale possibile.

 

Diminuire gradualmente la richiesta di latte permette al corpo della mamma di abituarsi alla minore necessità di latte: verrà prodotta meno prolattina e quindi meno latte. In questo modo è possibile evitare spiacevoli conseguenze come ingorghi o mastiti che invece potrebbero insorgere in caso di un’interruzione brusca o improvvisa.

 

Inoltre il bambino avrà modo di abituarsi alle nuove abitudini e imparerà ad affrontare in maniera più serena questa nuova condizione. E il rapporto da mamma e figlio potrà avere la possibilità di evolversi e sperimentare nuovi e più maturi momenti di complicità.

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Fonte immagini 123RF con licenza d’uso



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