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Essere genitori non è facile: consigli pratici per mamme e papà

di Federica Federico

19 Marzo 2019

Essere genitori non è facile perché non si nasce genitore! Si nasce figlio per poi diventare un uomo o una donna “libero” di pensare e badare solo a se stesso, ciò fino al bisogno di dare la vita.

 

Nel percorso verso la genitorialità la prima tappa è proprio la rinuncia alla spensierata libertà di essere semplicemente responsabili di sè.

 

In questo cammino, prima di diventare genitore nel senso familiare della “coppia di genitori“, si diventa individualmente madre o padre e si acquisisce questo ruolo con una personalità e una naturalezza che non implicano i compromessi a cui ci chiama la genitorialità di coppia.

 

Nella vita delle coppie che diventano genitori c’è una zona grigia all’interno della quale la donna (mamma) e l’uomo (papà) si “devono” incontrare e scontrare più volte per poter fare di loro stessi “i due genitori“.

 

Essere genitori non è facile: come fare

Fonte immagine 123RF con licenza d’uso

 

Essere genitori non è facile, è anche una questione di compromessi tra ruoli, idee, impostazioni e vite diverse

 

Nel senso stretto del termine il genitore è colui che genera, ma mettere al mondo una creatura non fa di una coppia una buana famiglia, e nemmeno fa di un uomo un buon padre o di una donna una buona madre.

 

Molto spesso l’una e l’altra persona (il papà e la mamma) hanno idee, obiettivi e organizzazioni di vita differenti, difficilmente saranno d’accordo su tutto, men che meno sull’educazione da impartire ai figli; laddove educazione non equivale a liberare insegnamenti astratti né significa tenere lezioni di comportamento, educazione è essere da esempio, fare da guida, realizzare uno specchio in cui il figlio possa trovare un profilo identificativo stabile.

 

Essere genitori non è facile perché la genitorialità è un percorso (ad ostacoli) condiviso e concordato

 

Nel bambino piccolo prevale su tutti gli altri bisogni emotivi quello dell’affetto: il figlio ricerca l’affetto materno o paterno, richiede il conforto fisico nei diversi momenti del bisogno, soddisfa con la carezza e l’abbraccio molte delle sue necessità. Perciò nella prima infanzia essere genitori significa largamente accogliere fisicamente il bambino.

 

Con la crescita del figlio, essere genitori diventa sempre più difficile perché il ragazzino\a, il ragazzo\a, l’uomo o la donna che abbiamo generato ci chiama in causa pariteticamente chiedendo risposte che non sono più istintuali.

 

Quando arriva l’adolescenza, poi, il genitore rischia di divenire l’antagonista, il delatore, colui che non conosce il mondo dei giovani, quello che parla un’altra lingua e ignora i codici comunicativi dei figli. E’ in questa fase che per essere genitori bisogna, più che mai, essere una squadra. Le squadre sono quelle organizzazioni capaci di darsi un fine, dei ruoli e dei progetti di azione, se non credevate che la vita da mamma e papà pretendesse tanto, be’, vi sbagliavate di grosso!

 

Essere genitori non è facile: come fare

Fonte immagine 123RF con licenza d’uso

 

Essere genitori non è facile, ma è più fattibile se si organizza un’azione educativa comune

 

Mamma e papà devono parlare dell’educazione del figlio: è bene sapere cosa ci si aspetta dal proprio bambino chiarendo all’interno della coppia a quelli valori si intende orientarlo;

 

in casa devono essere date delle regole di comportamento che rispettino i ruoli di ciascuno e ognuno deve essere responsabile dei propri doveri, ovvero deve conoscere quali sono i suoi compiti e cosa gli altri si aspettano da lui.

 

Nella reciprocità di un progetto mamma e papà non debbono però dimenticare di essere stati prima di tutto una coppia e questa condizione di coppia va mantenuta il più possibile come se fosse un porto sicuro.

 

Essere genitori non è facile, la parola “grazie” aiuta

 

Papà e mamma dovrebbero ricordare a se stessi l’importanza di dirsi grazie con reciprocità e rispetto , il grazie dovrebbe valere come importante riconoscimento per quanto ognuno di loro fa per i figli e per la famiglia.

 

La parola grazie è una parola estesa, non si esaurisce nel momento in cui un genitore ringrazia l’altro, essa esprime una condizione (una riflessione che prima è stata pensiero e poi azione) che rappresenta una promessa, un riconoscimento, un equilibrio in cui le parti sono armonia.

 

Essere genitori non è facile e nemmeno è automatico, aiuta guardarsi con gli stessi occhi con cui è nato l’amore

 

E’ importante, se non essenziale, conservare il rispetto e la passione che ha fatto della coppia una coppia di genitori, infatti è proprio nell’amore che si prova per l’altro che si trova il germoglio della genitorialità: “Ti amo e per questo so che puoi fare bene, ascolto ciò che hai da dire, quello che ti motiva e provo a venire a te, verso le tue posizioni“.

 

L’amore suggerisce che non c’è un genitore prevalente perché i genitori sono due e hanno un solo obiettivo: il bene del figlio.



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