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Il Coronavirus si replica nei bambini: conseguenze pericolose

di Federica Federico

06 Maggio 2020

Il Coronavirus si replica nei bambini è per questo che non siamo pronti a riaprire le scuole e dobbiamo stare estremamente attenti alla promiscuità nonni nipoti.

 

Il concetto medico della replicabilità del virus gioca un ruolo fondamentale nelle scelte di Governo; malgrado la sua portata chiave nella comprensione della crisi sanitaria che stiamo vivendo, questo è un concetto che viene poco esposto e quasi per nulla chiarito ai genitori.

 

Il Coronavirus si replica nei bambini

Il Coronavirus si replica nei bambini, fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

Cosa vuol dire che il Coronavirus si replica nei bambini e quali conseguenze ha per la salute pubblica?

 

Dire che il Coronavirus si replica nei bambini vuol dire che si annida nel loro corpo, lì sopravvive anche in modo silenzioso (cioè in una condizione di latenza) e prolifera. Esattamente come avviene negli adulti, il bambino in questa situazione è sempre contagioso anche se asintomatico, ovvero è un potenziale vettore della malattia anche quando non manifesta alcun sintomo.

 

L‘adulto, rispetto al bambino, ha più probabilità di manifestare il virus, pertanto nel corpo dell’adulto è più difficile che il Covid-19 resti latente. Un adulto infetto, quindi, più comunemente si riconosce dai sintomi e si allerta rispetto ad essi, mentre un bambino infetto può apparentemente non manifestare nessun sintomo e alcun campanello d’allarme.

 

Se comunemente i bambini si ammalano lievemente, alla loro condizione di malattia “lieve o superficiale oppure latente” non corrisponde affatto una scarsa infettività.

 

Questa brevissima spiegazione è evidentemente capace di chiarire l’importanza dell’isolamento domiciliare in cui sono stati “tutelati” i bambini. Ad ora non sappiamo quanti bambini asintomatici ci siano, teoricamente sappiamo che ci sono molti asintomatici e concretamente sappiamo che l’asintomatico è comunque contagioso (forse meno del sintomatico, ma non è innocuo).

 

Rispetto ai bambini, il termine tutela è il più efficace a descrivere l’attuale stato dei fatti: i bambini non sono stati messi in quarantena in dispregio a questo o quel loro diritto, ma sono stati isolati tutela della salute di tutti. E’ innegabile, infatti, che un bambino abbia molta più difficoltà di gestione della situazione, a partire dai basilari presidi di sicurezza (uso delle mascherine, igiene delle mani, capacità di non portare le mani al volto, gestione delle distanze).

 

Il fatto che i bambini processino il virus più semplicemente rispetto ad adulti e anziani non è una condizione bastevole a fondare la riapertura delle scuole, piuttosto che a giustificare la loro promiscuità con i nonni: il punto della situazione è oggi il potenziale contagio. Pertanto, se il Coronavirus si replica nei bambini, così com’è di fatto stato dimostrato, allora la tutela dei più piccoli è tutt’ora assolutamente importante.

 

Nei bambini le manifestazioni lievi della malattia non escludono l’infettività dei piccoli pazienti, neanche quando essi siano asintomatici o paucisintomatici.

 

 

Il Coronavirus si replica nei bambini lo dimostra uno studio tedesco riportato e spiegato dal Professor Burioni sui suoi canali web.

 

Autore dello studio è il virologo Christian Drosten, detto lavoro, semplicemente esplicato dal Dottor. Burioni attraverso i suoi canali social, si è posto l’obiettivo di valutare se la contagiosità dei pazienti vari o meno in relazione all’età. Lo studio ha campionato la quantità di virus presente nella gola di oltre 3.700 pazienti affetti da Covid-19.

 

Il risultato dell’indagine medica non mette in dubbio la contagiosità dei bambini, il virus nelle loro vie aeree manifesta una carica virale assolutamente equivalente a quella manifestata dagli adulti.

 

Il Coronavirus si replica nei bambini

Il Coronavirus si replica nei bambini perché conta particolarmente in termini di tutela della collettività il dato della replicabilità nei bimbi?
Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

 

Qual è la differenza tra i bambini infetti e gli adulti infetti e perché conta particolarmente in termini di tutela della collettività il dato della replicabilità nei bimbi?

 

Quando il Coronavirus si replica nei bambini i sintomi possono non esserci affatto o non essere di evidenza, questo fa sì che ciascuno di noi sia convinto di rapportarsi a un bambino sano, contrariamente alla proliferazione effettiva del Covid nelle vie aeree del piccolo a sintomatico.

 

In definitiva i lavori scientifici sin ora condotti dai virologi ci consegnano un’immagine della situazione dei bambini chiarissima:

i bimbi s’infettano e trasmettono la malattia, per quanto molto spesso non manifestino sintomi.

 

L’assenza di sintomi o la presenza di lievi sintomatologie, eventualmente confondibili con altri malesseri banali, non impediscono a l virus presente nella gola e nel naso dei bambini di infettare. Il contagio a mezzo di bambino asintomatico avviene alla stessa stregua, con la stessa forza e con la medesima carica virale, del contagio a mezzo di un adulto infetto.

 

Posto che il Coronavirus si replica nei bambini è di evidenza che potrebbero risultare pericolosi tutti i contatti bambino-bambino, in modo particolare la scuola, nonché i contatti bambino-adulto, in modo particolare bambino – nonni essendo i nonni soggetti più vulnerabili.



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