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Denise Pipitone: parla la figlia di Battista Della Chiave

di Federica Federico

24 Maggio 2021

Fino a poche settimane fa Denise era una battaglia rimasta legata a doppio filo all’assoluzione di Jessica Pulizzi, ovvero ancorata a un processo chiuso, concluso proprio con questa assoluzione. Non vi erano più altre indagini da compiete, altre piste da battere, altre vie da percorrere per arrivare alla verità?

Poi tutto è cambiato con Olesya Rostova, un’orfana russa ospite di un seguitissimo talk show russo, che ha fatto sentire la sua voce fino all’Italia: cerca la mamma.

 

Pur non essendo lei Denise, malgrado alcune sue foto ne sottolineassero una certa somiglianza con Piera Maggio, il clamore mediatico e l’impatto emotivo della sua storia hanno scosso l’opinione pubblica sino a risvegliare quel sopito sentimento di giustizia verso la bimba di Mazara Del Vallo scomparsa 17 anni fa.

Così è insorto il popolo a bussare alle porte dei potenti per chiedere dov’è Denise.

 

Che fine ha fatto Denise Pipitone

Che fine ha fatto Denise Pipitone ©FIRRERI/LAPRESSE

 

Che fine ha fatto Denise Pipitone?

Il magistrato Angioni, che fu PM nel caso Pipitone ha rotto il silenzio per prima e ora, a quanto pare, le indagini procedono sulle tracce di 17 anni fa, riprendono dall’unico dato certo: una bambina è stata rapita e mai ritrovata.

 

La trasmissione di inchiesta “Quarto Grado”, nella puntata di venerdì 21 maggio, torna sulla riapertura delle indagini. Lasciando da parte le indiscrezioni su eventuali nuove iscrizioni nel registro degli indagati, che se pure esistessero non sono state ancora confermate dalla Procura, tutto riparte dal magazzino di Via Rieti, ma procediamo con ordine:

 

Giusy Della Chiave, la figlia di Battista Della Chiave, il testimone oculare audioleso dalla nascita che raccontò di aver visto Denise in quel magazzino la mattina stessa della scomparsa, smentisce l’esattezza e la veridicità della ricostruzione dei fatti come attribuita al padre tanti anni dopo la sua deposizione e sulla base della revisione di quella video testimonianza.

 

Il 5 Marzo 2013 Battista Della Chiave venne ascoltato come testimone dinnanzi a 2 pubblici ministeri e con l’ausilio di un’interprete, l’audizione avvenne in casa sua, l’uomo era allettato.

 

La trasmissione di inchiesta “Chi l’Ha Visto” ha riesaminato quella audizione e con l’aiuto di due super esperti della lingua dei segni ha tratto conclusioni diverse da quelle a cui giunse la Procura nel Marzo 2013:

  1. Battista avrebbe visto suo nipote Peppe arrivare al magazzino con Denise in braccio, per gli esperti di “Chi L’Ha Visto” con lui c’era anche una donna;
  2. Peppe avrebbe fatto una telefonata;
  3. Per gli esperti di “Chi L’Ha Visto” qualcuno, forse lo stesso Della Chiave, avrebbe curato Denise in quel magazzino di Mazara e le avrebbe fatto da mangiare;
  4. Sempre secondo gli esperti di “Chi L’Ha Visto”, Battista avrebbe visto anche un’altra persona: un ragazzo riccioluto e di circa 25 anni. Avrebbe, infine, visto Denise camuffata sotto una coperta mentre veniva portata via su una piccola imbarcazione.

 

Qual è la posizione di Giusy Della Chiave rispetto a tutto questo?

 

Secondo la donna i gesti raccolti nella testimonianza video del papà erano suoi propri, noti alla famiglia perché facenti parte di un modus comune del padre di raccontare le sue esperienze da bambino:

Della Chiave era figlio di un capitano che non lasciva mai il suo bimbo a terra, lo portava con sé in nave e compivano viaggi di 25 giorni, Battista piangeva perché non voleva andare in mare.

Giusy Della Chiave è convinta che il padre racconti questo dinnanzi a quella telecamera, il suo vissuto e non un accadimento avvenuto realmente il 1° settembre 2004.

 

Giusy sottolinea anche che il papà non era consapevole del suo ruolo di testimone: il giorno in cui avrebbe dovuto sedere sul banco degli imputati, Battista chiedeva ai familiari il perché si trovassero in tribunale, la figlia lo ricorda e lo ribadisce con decisione.

 

“Quarto Grado” ricostruisce anche la motivazione della telefonata partita dal magazzino di via Rieti il 1° settembre 2004 e diretta all’utenza fissa della signora Lo Cicero, mamma di Anna Corona.

La telefonata, che tanto ha tenuto banco durante il processo, partì quella mattina da quel magazzino alle 12:17. Stando alla ricostruzione di Battista della Chiave a farla fu Peppe, il nipote; seguendo la ricostruzione degli esperti di “Chi L’Ha Visto” con Pepe c’era una donna; la mamma della Corona ricorderà in tribunale di avere ricevuto una telefonata dalla figlia. Oggi, però, le telecamere di “Quarto Grado” tornano a via Rieti e intervistano degli abitanti del luogo: un uomo intervistato descrive Battista come un “piccirillo”, un bambino e si dice convinto del fatto che il sordomuto raccontasse la sua storia precisando anche che lui diceva sempre “Sì”, con lo stesso assenso che manifestò dinnanzi alla foto di Denise.

 

La moglie dell’uomo interrogato dalla giornalista Mediaset si dice, a sua volta, capace di sciogliere il groviglio della telefonata dal magazzino: il 1° settembre 2004 partì una telefonata che plausibilmente aveva la stessa motivazione di tante altre ovvero avvisare il marito della Lo Cicero di ritirare i gamberi sgusciati. Il magazzino di via Rieti era deputato alla pulizia del pesce e il padre della Corona era solito andare a prendere le cassette di pesce per “un signore della marina” per il quale lavorava.

 

Ma è pensabile che nel magazzino di Via Rieti non sia avvenuto nulla e Battista abbia favoleggiato sul riconoscimento di Denise oppure c’è ancora da scavare e la ricostruzione degli esperti di “Chi L’Ha Visto” si avvicina, diversamente da ciò che dice la figlia del Della Chiave, alla verità?



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