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La mamma di Nicola ha riabbracciato il suo bambino: il lieto fine

di Redazione VitaDaMamma

24 Giugno 2021

L’abbraccio tra la mamma di Nicola e il piccolo resterà nella nostra memoria; tanti casi di bimbi scomparsi non si concludono così felicemente. Ciononostante la rete pullula di domande e qualche punto interrogativo è stato messo in luce anche dalle trasmissioni Rai.

I dubbi sull’allontanamento di Nicola dal casolare dove vive con la sua famiglia potrebbero essere figli solamente di un diverso punto di osservazione della vita, questa è una mia personale opinione che non posso non condividere: chi vive in realtà urbane trova difficile che un bambino di 21 mesi possa avere una simile adesione all’ambiente che lo circonda, tanto da sentirsi libero e curioso fino al punto di camminare da solo nella campagna buia; viceversa chi vive immerso nella natura sa che la penetrazione del bambino al suo ambiente è profonda.

 

Il giornalista che lo ha ritrovato, Giuseppe Di Tommaso, inviato de “La Vita in Diretta”, e il suo collega Francesco Paolo Del Re, giornalista di “Chi l’Ha Visto”, hanno avanzato dei dubbi relativi soprattutto a tre aspetti della vicenda:

  • Il bambino, 30 ore dopo la scomparsa, era pulito rispetto all’idea di una lunga permanenza nei boschi;
  • Aveva solo una maglietta rossa ed era nudo nella parte inferiore del tronco;
  • Aveva un paio di sandaletti ben allacciati ai piedini.

 

mamma di Nicola elisoccorso

Mamma di Nicola Tanturli con in braccio il suo bimbo, scomparso per 30 ore da un casolare del Mugello. elisoccorso.
Foto di Giuseppe Cabras/New ©Press

Ma ragioniamo con ordine partendo dalla famiglia, dai luoghi dei fatti e dal contesto in cui Nicola vive

 

Pina, diminutivo di Giuseppina, la mamma di Nicola, racconta la scelta di vita che colloca oggi la famiglia esattamente nella valle di Campanara a Palazzuolo sul Senio nel Mugello, tra i boschi dell’Appennino toscano, immersi nella natura incontaminata. ”Non volevo sfruttare né essere sfruttata“, scrive Pina nella presentazione della produzione di miele che cura con Leonardo, il papà del piccolo.

Mi sono avvicinata al mondo contadino nel 2009 dopo una laurea triennale in scienze socialiracconta ancora –. Mi sembrava assurdo saper utilizzare un pc e non aver mai piantato un pomodoro, non saper più riconoscere una pianta velenosa da una che cura […] Leonardo, invece, lui voleva fare il contadino già da piccolo. Ha avuto modo di frequentare la campagna andando dai suoi nonni paterni che erano operai agricoli (prima mezzadri) e fin da piccolissimo era appassionato di animali e alberi, ma viveva in paese così dai 4anni metteva da parte i semi e faceva crescere gli alberi che poi piantava e seguiva. Non solo frutti, cipressi, querce e anche un ippocastano. Dal 2001 ha partecipato, insieme a Brigitte Holsen, a una ricerca con fondi UE sui frutti dimenticati nelle zone di Mugello, AltoMugello e Valdisieve con iscrizione ARSIA di alcune cultivar ritrovate.

 

La passione per l’apicoltura, poi, nasce dall’adozione di una prima famiglia di api, quello che doveva essere un po’ di miele per sé è diventata un’attività produttiva. Pina e Leonardo vivono consapevolmente ispirati alla autosufficienza alimentar e produttiva, sono legati alla terra e consci della natura che li circonda. Tutto lascia pensare che valga lo stesso anche per Nicola. Le autorità ipotizzano che abbia seguito una strada, forse anche una via tracciata dall’acqua piovana.

In conferenza stampa, gli investigatori che hanno lavorato alle ricerche del bambino hanno espresso l’ipotesi che complessivamente, nelle 30 ore in cui è rimasto presumibilmente da solo, Nicola potrebbe aver percorso circa 5 Km.

 

Cosa è successo dal momento in cui la mamma di Nicola ha messo a letto il piccolo (era la sera di lunedì 21 giugno) al ritrovamento del bambino (ieri, 23 giugno)?

 

La primissima informazione che voleva Nicola solo nel suo lettino dal dopocena alla mattina di martedì 22 giugno pretende una rettifica: i genitori (che, a quanto pare, dopo aver messo a letto il bambino, si erano spostati nella stalla a lavorare) sono entrati nella camerata di Nicola a mezzanotte per controllare che dormisse, è stato allora che hanno trovato il lettino vuoto. Lo hanno cercato nelle campagne intorno al casolare, ma hanno lanciato l’allarme solo alle 9:00 del mattino di martedì 22.

Le notti che il bimbo ha trascorso da solo nelle campagne sono 2: quella tra il 21 e il 22 giugni e quella tra il 22 e il 23 giugno.

 

Il bambino all’atto del ritrovamento era piuttosto pulito, forse troppo per una così lunga permanenza nella boscaglia. La maggiore preoccupazione degli abitanti del luogo sono stati gli animali selvatici, questo pericolo è stato sottolineato sin da subito. E di fatto ci si chiede dove il bambino abbia trovato riparo.

I giornalisti che hanno visto il bambino nell’immediatezza del ritrovamento e-o che hanno visionato il video non oscurato sottolineano il particolare: Nicola era complessivamente pulito e complessivamente in buone condizioni.

 

Va sottolineato anche che appare improbabile che il piccolo abbia dormito nel cespuglio dove è stato rinvenuto perché l’erba non risultava appiattita, ciò a detta di chi lo ha soccorso.

 

L’inviato de “La Vita in Diretta” a cui si deve il recupero del bambino e il collega di “Chi l’Ha Visto” non mancano di chiedersi come Nicola possa avere espletato bisogni fondamentali senza sporcarsi, ovvero senza portarne le tracce sul corpo.

 

Solo delle escoriazioni, qualche graffio e qualche puntura di insetto sotto la maglietta, ecco come sta Nicola

 

Va detto che la famiglia lo pensava scalzo, stando alla stampa nazionale, la mamma di Nicola lo credeva scalzo, vestito con la maglietta rossa e un pantaloncino. Diversamente, invece, Nicola è stato ritrovato nudo dalla vita in giù e con un paio di sandaletti al piede.

 

A 21 mesi, dato questo non trascurabile, per percorrere 1km a piedi ci vuole mediamente un’ora di tempo, Nicola ne avrebbe battuti 4 – 5, quante volte può essere caduto esausto? Dove ha dormito? È rimasto effettivamente 30 ore senza bere?

 

La Procura di Firenze ha aperto un fascicolo sulla vicenda della scomparsa di Nicola Tanturli

 

Indiscrezioni giornalistiche lasciano trapelare che il suddetto fascicolo è senza indagati né definizione di reato, sarebbero in corso accertamenti preliminari, iniziati subito dopo il ritrovamento del bimbo.

 

A quanto è emerso in conferenza stampa, i punti su cui fare luce sono il come il bambino si sia allontanato da casa, il come si sia mosso nell’oscurità e nella distanza così ampia dal casolare e anche sulle condizioni generali del ritrovamento, indumenti compresi. L’abbraccio della mamma di Nicola con suo figlio, personalmente, mi suggerisce solo la migliore conclusione possibile a una vicenda che poteva essere raccontata come una tragedia.

 

Che la mamma di Nicola abbia potuto riabbracciare il suo bambino è una cosa di cui gioire, questo piccolo è rimasto solo in un’area vasta 100 km quadrati, i soccorritori ne pattugliavano e coprivano solo 10, ovvero quel perimetro che è stato considerato come l’area di interesse a cui prestare attenzione.

 

Va sgomberato il campo anche da un altro possibile equivoco: la mamma di Nicola, Pina, e il suo papà Leonardo non sono gli unici abitanti di quell’area della valle dell’Alto Mugello, sono parte di una piccola comunità di circa 200 abitanti, un ecovillaggio in cui non ci sono né rischi né pericoli per i bambini, si vive nell’ispirazione ad una agricoltura sostenibile e all’autoproduzione alimentare. Probabilmente la stessa resilienza di Nicola è figlia della fortissima penetrazione degli abitanti nel loro ambiente e nella natura circostante.

 

Raffaele Morelli, ospite a “La Vita in Diretta” suggerisce un punto di vista rassicurante a cui personalmente aderisco: questo bambino ha avuto la fortuna di essere ritrovato in condizioni buone, certamente si è mosso in un ambiente che sentiva proprio e lo avrà fatto senza timore, almeno sino al momento in cui si è smarrito, solo lì avrà avuto paura. Probabilmente nelle 30 ore della sua sparizione sarà passato più volte dal pianto al sonno, avendo il sonno un potere consolatorio rispetto alle paure infantili. Se questa vicenda resterà alle spalle del bimbo, probabilmente cadrà nell’oblio e questo piccolino la assorbirà senza traumi. Il messaggio è, dunque, quello di dare al bambino la possibilità di recuperare i suoi tempi e la sua serenità. Presto tornerà a giocare e quello, secondo le previsioni dello stesso Morelli, sarà il momento del riadattamento completo del bambino alla sua realtà.



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