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Chi ha rapito Denise non veniva da lontano

di Federica Federico

01 Settembre 2021

Sono passati 17 anni esatti dal giorno in cui Denise Pipitone è stata sottratta alla sua vita, ai suoi affetti e all’abbraccio della mamma, era il 1° settembre 2004.

 

Chi ha rapito Denise non veniva da lontano, non è una persona sconosciuta che è venuta a Mazara per prendere una bambina sotto casa sua”, lo ha detto Piera Maggio tornando a parlare di sua figlia in occasione degli “Incontri del Principe” che si sono tenuti presso il Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio.

 

chi ha rapito Denise voleva proprio lei

Mazara del Vallo. Scomparsa di Denise 2004, chi ha rapito Denise voleva proprio lei.
©FIRRERI/LAPRESSE

Chi ha rapito Denise voleva esattamente Denise.

La bambina era in compagnia del cuginetto con cui giocava sul marciapiede dinnanzi al garage della casa della nonna. Nei momenti immediatamente prossimi alla sua sparizione, Denise seguiva il cugino fino all’ingresso della casa del piccolo ed è lì, proprio sull’uscio di quella abitazione, che è stata vista per l’ultima volta. La scomparsa di Denise si è consumata in un pezzetto di strada che apparteneva a quella famiglia e a quei bambini per ragioni di vita e frequentazione.

 

Erano tra le 11:37 e le 11:45 del 1° settembre 2004 quando Denise è sparita.

I bambini scomparsi vanno cercati, vanno cercati sempre e non deve mai esserci un momento di stasi, lo dice Piera Maggio e lo riporta l’avvocato Frazzita. Nella vicenda di Denise Pipitone, il caso di Olesya Restova, l’orfana russa su cui lo scorso aprile è caduto il sospetto di essere Denise, ha fatto da “motorino di accensione” (volendo mutuare le parole di Frazzita).

 

Nel 2017 Jessica Pulizzi è stata assolta dal reato di sequestro di minorenne.

L’avvocato Frazzita, ricostruendo la vicenda del rapimento di Denise, sottolinea che è inspiegabile come a Mazara del Vallo dopo 17 anni ci siano stati pochissimi elementi testimoniali da portare in Procura; se è vero che l’aspetto mediatico è stato fondamentale per riaprire il caso, è altrettanto vero che la “fortuna mediatica” da sola non basta. È necessaria la collaborazione di chi ha visto, sentito e conosciuto i fatti nel loro declinarsi.

Sicuramente chi ha rapito Denise puntava a lei, Piera Maggio ne è convinta da sempre

Se ci fosse stato un ladro di bambini non si sarebbe fermato a Denise, è improbabile pensare che un qualunque malintenzionato abbia atteso che la bimba fosse sola in quel piccolo spazio tra la casa della nonna e la casa della zia.

Con Denise, in quella maledetta mattina di settembre, c’era un altro bambino e questa circostanza non è secondaria.

Il cuginetto di Denise, Salvatore, ha compiuto due passaggi per la via del rapimento e immediatamente prima che questo si consumasse: un primo passaggio da casa sua a quella della nonna e un secondo sulla stessa via, ma al contrario, ovvero tornando verso la sua abitazione. Denise seguiva Salvatore nel secondo passaggio.

La presenza di Salvatore non è secondaria perché anche lui un bambino solo per strada, ma tra i due bimbi il rapitore sceglie Denise e attende di carpirla da sola.

La percezione di Piera Maggio è quella di qualcuno che in maniera mirata ha voluto infliggere a lei il dolore atroce della perdita della figlia.

Fino a prova contraria noi Denise la cerchiamo viva”, ripete Piera.

Frazzita sottolinea con una chiarezza inequivocabile che nel caso Denise c’è stata una escalation di eventi che inseriti in un contesto più ampio dimostrano che c’era da parte di alcuni una attenzione verso Denise, attenzione determinata dalla nascita di Deenise dalla relazione tra Piero e Piera. Laddove Piero era separato da anni dalla moglie.

 



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