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Influenza 2021-22 come sarà, sintomi e cure

di Federica Federico

13 Ottobre 2021

Per l’effetto rimbalzo si teme l’aggressività delle prossima influenza 2021-22, lo dicono gli esperti. Ma che cos’è l’effetto rimbalzo e cosa dobbiamo aspettarci?

 

Lo scorso anno, complici l’uso delle mascherine, il distanziamento sociale, l’igenizzazione delle mani costante, il parziale lockdown e le scuole chiuse, i Coronavirus umani, tra cui gli stessi ceppi influenzali, si sono scarsamente diffusi. Questa mancata circolazione di certi virus ha determinato una condizione anomala nel comune corso epidemiologico delle influenze: una generazione intera, nell’alveo della popolazione in età scolare, ha letteralmente saltato un’influenza stagionale. Facciamo riferimento ai bambini e ai ragazzini che nel ridotto contatto sociale e nella minore frequentazione di ambienti promiscui si sono garantiti il pieno isolamento dai patogeni tipici della stagione fredda.

 

Influenza 2021-22 - bambino a letto, vitadamamma.com

Influenza 2021-22 sintomi e come colpirà i bambini Diritto d’autore: zilvergolf ©123RF.com

La Pandemia ha indirettamente condizionato la prossima influenza 2021-22

La rivista scientifica “Nature” ha recentemente dato voce agli epidemiologi concordi nel prevedere una severa ondata influenzale: più si ridurranno le misure anti covid più l’influenza diventerà aggressiva e preoccupante e il mancato allenamento del corpo renderà più faticosa la risposta immunitaria.

 

L’effetto rimbalzo, dunque, si traduce in un aggravamento dei virus comuni. Di fatto, questi ultimi sono progrediti mentre l’essere umano “si teneva alla larga da loro” mancando sì di contrarli, ma anche mancando di fare allenamento in punto di stimolazione del sistema immunitario. In modo particolare, preoccupa la diffusivi dei virus respiratori e le conseguenze con riguardo alle fasce di popolazione a rischio.

 

Mediamente all’influenza stagionale si attribuiscono dai 290.000 ai 650.000 decessi all’anno in tutto il mondo, nel 2021 è praticamente svanita. Ma la maggior parte degli esperti concorda sul fatto che la nuova influenza 2021-22 sta già circolando con diffusività e aggressività e la sua possibile ferocia potrebbe discendere dal fatto che il corpo umano si è disabituato a combatter questo genere di virus.

I virus influenzali, per quanto antipatici (portano sintomi come tosse, febbre, mal di gola, naso chiuso e i bambini sono sempre col moccio al naso) assolvono anche a un compito di “salute”: formano un ecosistema complesso in cui le difese immunitarie si attivano e il corpo impara a reagire e a resistere alle aggressioni.

 

Le categorie a rischio sono gli anziani, che rischiano di incorrere in polmoniti interstiziali, nonché i bambini più piccoli , che possono incorrere in bronchiti asmatiche, bronchioliti se ritratta di neonati o lattanti. Questo genere di complicanze possono richiedere interventi medici in terapia intensiva.

 

La maggiore esposizione dei neonati alle complicanze della nuova influenza 2021-22 dipende anche dalle mamme (in gravidanza e in allattamento)

Se complice l’isolamento, il distanziamento, le mascherine e gli igienizzanti, le mamme, ora in gravidanza, non sono venute in contatto con la precedente influenza (influenza 2020-21), ora non hanno anticorpi storicamente sviluppati nel corso dello scorso anno passato; con gli stessi presupposti, non ne hanno nemmeno le mamme in allattamento, come non ne hanno i bambini e neanche gli anziani.

Questa scopertura anticorpale, dovuta alla vacatio dell’ultima ondata influenzale, potrebbe essere l’inizio di una “nuova pandemia”, quella dell’influenza e delle sue complicanze.

 

I sintomi della nuova influenza 2021-22 sono gli stessi di sempre , tutti facilmente confondibili con altri malesseri e sovente aspecifici:

  • febbre,
  • nausea,
  • vomito,
  • alterazioni del senso del gusto e dell’olfatto
  • diarrea,
  • termometro che sale anche oltre i 39,
  • emicrania,
  • spossatezza,
  • stanchezza diffusa,
  • dolori articolari,
  • mal di gola,
  • muchi.

 

Il nodo della influenza 2012-22 sta però nella limitazione alla sua diffusione, limitazione a cui dobbiamo civilmente concorrere tutti. La prima delle regole basilari è non tornare in comunità non appena si sfebbra, soprattutto ai bambini andrebbe garantita una convalescenza di almeno 48 ore.

 

Neonato con Influenza 2021-22 viitadamamma.com

Influenza 2021-22 le possibili conseguenze per i neonati
Diritto d’autore:
chayantorn ©123RF.com

Influenza 2021 -22 e allarme bronchiolite

Il focus riguardo a neonati e lattanti è, come poc’anzi sottolineato, la bronchiolite che può conseguire al degenerare di una condizione di debilitazione del fisico, a una cattiva risposta all’influenza, a sintomi trascurati e a uno stato influenzale mal curato.

Il Consiglio Scientifico francese e la Società di Neonatologia spagnola hanno indicato nella bronchiolite la possibile responsabile di una prossima epidemia tra i bambini, conseguenza del confinamento dello scorso inverno e del poco allenamento immunologico delle mamme stesse. Lo abbiamo già sottolineato: alla mamma per prima, in gravidanza come in allattamento, è mancato un corredo immunitario pari a quello delle madri che non hanno mai vissuto il lockdoown, cioè tutte le donne rimaste incinta, che hanno partorito e allattato prima della pandemia di Covid.

 

In relazione a questa nuova influenza 2021-22, preoccupa, dunque, la salute dei bambini come il rischio di doverli ospedalizzare, senza considerare che il sistema ospedaliero stesso potrebbe trovarsi aggravato, oltre che dalla Sars-Cov 2 anche dall’epidemia di bronchiolite con conseguente necessità di tenere testa non ad una ma a due emergenze.

Già il Centers for Disease Control and Prevention americano aveva individuato un pericolo in crescita nel virus respiratorio sinciziale- Vrs (ovvero il virus che può determinare l’insorgenza della bronchiolite). Siccome questo virus prolifera nella stagione fredda la sua evoluzione va particolarmente attenzionata in questo momento e anche in reazione alla scarsa esposizione ai patogeni per tutto il corso della Pandemia, nonché all’assenza degli stessi nel corredo immunitario trasmesso dalle mamme.

 

Che cos’è la bronchiolite e come riconoscerne i sintomi

La bronchiolite rientra nell’alveo delle malattie respiratorie ad alta diffusività nella stagione fredda (periodo autunnale-invernale) e con un picco statisticamente concentrato tra novembre e marzo.
Si tratta di un virus, infatti si classifica come infezione virale acuta. A restare compromesso è il sistema respiratorio di neonati e lattanti, infatti il virus colpisce i piccoli nella fascia d’età inferiore all’anno di vita e con particolare incidenza nei primi 6 dalla nascita.

 

Dove si insinua il virus

Il virus aggredisce bronchi e i bronchioli infiammandoli. Lo stato infiammatorio così determinato comporta i primi sintomi: aumenta la secrezione di muco e le vie aeree si congestionano, arriva la tosse, il moccio al naso e, di conseguenza, le prime difficoltà a respirare.

La sintomatologia si presenta entro 3 giorni dal contagio, si tratta di sintomi facilmente confondibili e questo rende la limitazione della diffusività un fatto molto complesso: apparentemente la mamma si trova dinnanzi a un innocuo raffreddore, con moccio al naso e starnuti, tosse, mal di gola e innalzamento della temperatura corporea (ovvero febbre).

La bronchiolite, però, comunemente si aggrava dopo le prime 72 ore, potendo, già al terzo-quarto giorno determinare quello che i medici chiamano un distress respiratorio ovvero un aumento della frequenza respiratoria, la classica reazione fisiologica di allargamento delle narici durante gli atti respiratori, e-o movimenti toracici anomali, identificabili in cosiddetti rientramenti cutanei a livello del torace durante la respirazione. È per questo che ogni constatata difformità nell’attività respiratoria va subito comunicata al pediatra.

 

Il succitato virus respiratorio sinciziale rappresenta l’agente infettivo principale, anche se le bronchioliti possono dipendere da altri patogeni virali come metapneumovirus, coronavirus, rinovirus, adenovirus. Senza considerare che una trascuratezza o una cattiva risposta a virus influenzali e parainfluenzali può comunque determinarne la comparsa come conseguenza avversa e complicanza.

 

Contagio: come si trasmette la bronchiolite

La trasmissione della bronchiolite avviene come la trasmissione delle patologie influenzali, ne sono vettori i tristemente noti droplet, ovvero si contagia per contatto diretto quando il bambino entra in relazione con secrezioni infette. A scuola può stare vicino a un bimbo infetto e contagiarsi perché il compagno starnutisce, ma può anche entrare in contatto col patogeno condividendo un giochino o il banchetto.

 

Approfondimento sulla BRONCHIOLITE: tutto quello che una mamma deve sapere

 

Influenza 2021-22 e complicanze, cosa fare per evitare i contagi:

  • Tenete il bambino a casa se non sta bene, mandatelo al nido solo se è in perfetta forma fisica;
  • Mantenete voi stessi le precauzioni anti contagio sapendo che vi sono altri patogeni che quest’anno potrebbero trovare il corpo dei bimbi impreparato;
  • Partite dall’alimentazione per alzare le difese immunitarie dei bambini.

 

Come aumentare le difese immunitarie dei bambini per evitare i malanni stagionali



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