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Melania Rea: Salvatore Parolisi resta in carcere

di Federica Federico

29 Novembre 2011

parolisi resta in carcereSalvatore Parolisi resta in carcere: la Corte di Cassazione rigetta il ricorso presentato dai legali dell’indagato, non torna libero il marito di Melania Rea.

Cosa cela la decisione della Cassazione? Trapela, forse, dalle carte delle indagini una “sostanziale” responsabilità di Parolisi?

Salvatore Parolisi caporalmaggiore dell’Esercito Italiane, marito di Melania Rea e padre di Vittoria (che aveva solo 18 mesi quando la madre morì, vittima di una violenta aggressione) è in carcere da 182 giorni e rimane lì con l’accusa di aver ucciso sua moglie.

I fatti:

il 18 aprile scorso a ripe di Civitella, la moglie di Salvatore Parolisi, Melania Rea scompare. Secondo la ricostruzione, immediatamente fornita agli inquirenti dallo stesso Parolisi, Melania si sarebbe allontanata dalla bambina e da lui per andare a prendere un caffè e cercare un bagno.

parolisi resta in carcere Il marito dà l’allarme dalle altalene di Pianoro San Marco.

Le ricerche partono prontamente, presto anche l’unità cinofila si attiva con i cani molecolari che sembrano seguire delle tracce ma senza giungere a trovare la donna.

Salvatore, nel momento esatto in cui partono le ricerche di Melania è alle giostrine di Colle San Marco, ha con sè Vittoria ed indossa un completino con pantaloncini corti e maglietta a mezze maniche.

Il suo abbigliamento è confermato dai video parolisi resta in carcereregistrati dalle telecamere attive sul Pianoro, nei filmati l’uomo appare, inoltre, coperto da un giubbino che si era fatto prestare per eseguire le prime perlustrazioni della zona.

C’è chi giura che quel giorno facesse freddo, troppo per sopportare un abbigliamento tanto leggero e il giubbino domandato in prestito potrebbe, in un certo senso, confermare ciò.

A Colle San Marco, intanto, nessuno ricorda di avere visto la famiglia Parolisi – Rea al completo o meglio, prima della richiesta di aiuto di Salvatore, nessuno ha incrociato Melania né da sola né con i suoi cari.

Il titolare di un chiosco in un primo momento pare confermare la presenza del nucleo familiare, ma ben presto i suoi ricordi si fanno incerti e confusi.

Anche i cani molecolari sembrano “distratti” e giungono sino ad un punto in cui di Melania, tuttavia non c’è traccia.

parolisi resta in carcereDue giorni dopo il corpo della giovane mamma e moglie viene rinvenuto a Ripe di Civitella, presso una casupola nel cuore del bosco.

Attenzione:

le altalene di Pianoro San Marco e Ripe sono due luoghi diversi e distanti: partendo dalle omicidio melania rea pianoroaltalene, ove Salvatore dichiarava di trovarsi con la famiglia al momento della scomparsa, per raggiungere il luogo del ritrovamento del cadavere ci vogliono circa 15 minuti in auto. La strada che separa il Pianoro da Ripe è isolata e lunga.

I luoghi del delitto alzano i primi sospetti su Parolisi perché sono a lui familiari: la casupola ove Melania è stata assassinata si trova nel cuore di un’area adoperata per l’addestramento militare e il caporal maggiore Parolisi nella vita addestra le reclute proprio lì in quella zona.

Chi ritrova Melania?

Un cercatore di funghi la cui identità non si è sin ora svelata. Solo una telefonata per segnalare la presenza del cadavere e poi il silenzio.

melania rea dov'era salvatore ora delittoIntanto una scolaresca si presenta alle autorità sostenendo che nelle ore della scomparsa e della morte di Melania più giovani erano alle altalene di Colle San Marco e per dimostrarlo adduce un “servizio fotografico” del pomeriggio: un pomeriggio di gioco sui prati. Nelle foto sono inquadrate le giostre ed i ragazzi che giocano in diversi punti sul Pianoro, ma non c’è traccia della famiglia Parolisi – Rea, neanche in un solo scatto.

Salvatore, Melani e Vittoria erano veramente lì?

Il Parolisi non menziona mai la scolaresca – che pure dovrebbe essere, per sua stessa natura – un ricordo importante ed ingombrante, di contro i giovani giurano, foto alla mano, che al Pianoro quel giorno la famiglia non si è vista!

delitto rea melania e salvatoreParolisi interrogato dagli inquirenti descrive una famiglia felice e serena, si dipinge come marito affettuoso e leale, negando di fatto molte verità circa la sua vita e quella di Melania.

Due giorni dopo il ritrovamento del corpo senza vita della moglie Salvatore Parolisi viene condotto nel luogo del delitto ove gli viene chiesto di chiarire alcune sue posizioni, dai rapporti con Melania agli spostamenti di giorno 18 aprile, il giorno, appunto del delitto:

è vero che non vi sono amanti? È vero che erano una coppia felice? Dove sono stati e cosa hanno fatto in quel giorno di aprile?

omicidio rea melania triangolo amoroso

Esiste un girato di quel sopralluogo a Ripe e nel video si assiste allo show della menzogna: Salvatore giurerebbe di conoscere il luogo perché per un assurdo gioco del destino lì solo pochissimi giorni prima si sarebbe appartato con sua moglie ed avrebbero avuto un rapporto.

Oggi qualcuno si domanda se in qualche modo con quel racconto il Parolisi non stesse tentando di giustificare possibili ed eventuali sue tracce biologiche accanto al cadavere di Melania.

Salvatore tenta in ogni modo di “coprire la presunta amante” ovvero di nascondere le sue relazioni; scopriremmo che chiama la presunta amante nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa di Melania ed esorta la soldatessa a “cancellare le tracce della loro relazione”, pretendendo persino la cancellazione di prove web che di fatto non possono essere “occultate” con un semplice clic.

omicidio reaI vestiti di Salvatore: la procura sostiene che Salvatore abbia ucciso Melania e lo abbia fatto indossando indumenti differenti da quelli consegnati agli inquirenti. Addirittura la Procura ritiene che Salvatore non abbia mai condotto Melania a Colle San Marco in quel pomeriggio del 18 Aprile, ma l’abbia, invece, portata direttamente sul luogo dell’omicidio.

Oggi si dibatte intorno ad una macchia impressa sulla gamba di Melania, una traccia di sangue che rappresenterebbe la prova certa del fatto che l’assassino indossasse durante l’omicidio un indumento a lunga manica.

Ma Salvatore non era vestito con pantaloncini e maglietta a mezza manica? Il suo abbigliamento lo scagiona oppure lo “incastra” dimostrando che si è cambiato d’abito? In tal caso gli indumenti sporchi di sangue dove sarebbero finiti?

Di fatto si sa per certo che nel pomeriggio del 18 aprile Melania e la sua famiglia si recarono ad un supermercato, ciò prima di giungere alle altalene del Painoro o comunque prima della scomparsa di Melania. Le telecamere di quel supermercato riprendono Salvatore vestito con indumenti differenti pantaloni lunghi e giubbotto.

La domanda è: posando la spesa a casa Parolisi si è cambiato? Melania ha lasciato a casa la borsa che indossava e che chiaramente si vede nelle inquadrature delle telecamere del grande magazzino?

La borsa di Melania è un ulteriore mistero del caso Rea, al momento del ritrovamento la donna non aveva con sé alcuna borsa, ciò è normale o possibile quando si esce di casa con una bambina di appena 18 mesi?omicidio rea salvatore pianoro

Con l’avanzamento delle indagini si scopre che la famiglia Parolisi era stata al Pianoro solo 8 giorni prima durante una domenica trascorsa con amici e colleghi, allora Salvatore era vestito esattamente come nel giorno della scomparsa della moglie e Melania aveva preso il caffè al chiosco (dunque il proprietario del chiosco l’aveva vista allora e ciò di fatto potrebbe avere generato in lui confusione o una sovrapposizione di ricordi?), allora si era spinta in una passeggiata con un’amica (dunque allora aveva lasciato sul Colle tracce di sé e, tali tracce, potrebbero essere state seguite dai cani molecolari che per tale ragione pur fiutandone la presenza non hanno condotto alla donna?)

 

Dove sono i vestiti dell’assassino e l’arma del delitto? C’è un unico assassino o le mani intrise di sangue sono più di due?

Sul corpo di Melania sono stati rinvenuti alcuni capelli di donna, privi di bulbo ma certamente femminili.

Sotto i polpastrelli, quindi sulle mani, più Dna maschili non compatibili con quello del marito ed un Dna femminile sotto l’unghia dell’anulare sinistro, il medesimo dito da cui è “volato via” l’anello di fidanzamento.

Il cellulare della vittima presumibilmente è stato ripulito su di esso solo una piccola traccia della figlia Vittoria. Di fatto quel cellulare però non ha mai agganciato le celle di Colle San Marco nel pomeriggio del 18 aprile.

Il corpo è stato sfregiato, un tentativo di depistaggio?

Molte domande restano aperte e affidate alla giustizia ed alle indagini che proseguono senza sosta.



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