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Favole per bambini, disegni da colorare: Pollicino

di la matita di Gianna

06 Gennaio 2012

pollicino favolaPollicino: fiaba di Charles Perrault età dai 5 anni in poi.
Pollicino era uno dei sette figli di un vecchio boscaiolo.
Il povero boscaiolo e sua moglie, non avendo più di che sfamare la propria famiglia, decisero a malincuore di abbandonare gli amati figlioletti nel bosco.
Pollicino scoprì che i genitori intendevano smarrire i suoi fratelli e lui nel bosco: aveva udito per caso la conversazione della mamma e del papà.Pollicino era uno dei sette figli di un vecchio boscaiolo.
Decise di raccogliere tanti sassolini e riempirsene le tasche con l’intento di lasciare una traccia nel bosco e ritrovare, poi, la strada che avrebbe ricondotto lui e i suoi fratelli a casa.
L’indomani, i genitori condussero i figli nel bosco e Pollicino lasciò cadere uno per volta dietro di sé i sassolini.Seguendo la traccia lasciata dai sassi i fratellini ritrovarono la via di casa, malgrado fossero rimasti da soli nel bel mezzo del bosco.
I genitori quando li rividero rimasero sbalorditi e decisero di ripetere la stessa cosa il giorno seguente e portando i loro figli, questa volta, attraverso un percorso più tortuoso.Pollicino era uno dei sette figli di un vecchio boscaiolo.
Pollicino non aveva più sassolini a disposizione, ma gli era rimasto solo un pezzo di pane; pensò, questa volta, di segnare il sentiero con delle briciole. Quando fu il momento di ritornare a casa, Pollicino si accorse che le briciole che aveva seminato poco prima erano state tutte mangiate dagli uccellini.
I sette fratellini vagarono disperati nella foresta finché giunsero in uno stupendo palazzo dove vennero ospitati dalla padrona di casa che li nascose con cura perché era sposata con un orco che mangiava i bambini. Pollicino era uno dei sette figli di un vecchio boscaiolo.
Quando l’orco ritornò, sentì odore di carne fresca ed esclamò: “ucci ucci, sento odor di cristianucci”. Scoprì ben presto gli ospiti e decise di farne il suo pasto. Pollicino, che era il più piccolo ma il più astuto dei fratelli, si accorse del fatto che l’orco aveva sette figlie amatissime. Ciascuna delle figlie dell’orco indossava una coroncina d’oro. Pollicino si introdusse nella camera da letto delle bambine e sottrasse loro le sette coroncine per appoggiarle sulla testa dei propri fratelli e confondere l’orco. L’orco si svegliò nella notte fonda con l’intento di divorare i bambini, ma al buio, venne tratto in inganno dalle sette coroncine e fu così che mangiò le proprie figlie. Pollicino e i suoi fratelli fuggirono. Accortosi dell’inganno,l’orco, indossò degli stivali magici che facevano ad ogni passo sette leghe e si mise ad inseguire i fratellini. Dopo tanto camminare incominciò a sentirsi stanco e decise di schiacciare un pisolino. Si addormentò dinnanzi all’entrata della grotta dove si erano rifugiati Pollicino e i suoi fratelli. Pollicino era uno dei sette figli di un vecchio boscaiolo.Pollicino sfilò gli stivali all’orco che quando si risvegliò, precipitò giù dalla grotta e morì. Pollicino ritornò dalla moglie dell’orco, e le raccontò che il marito era stato rapito dai briganti e che chiedevano un riscatto. Fu così che la donna consegnò a Pollicino tutto l’oro che possedeva. Pollicino prese l’oro e indossando gli stivai magici ritornò velocemente dai genitori e dai suoi fratelli che da quel momento in poi non soffrirono più la povertà.
Quella di Pollicino è una favola complessa ricca di sfaccettature che possono anche confondere i bambini, esalta l’astuzia ma presenta un orco famelico che per “crudele golosità” condita di stupidità mangia le sue figlie, di contro Pollicino, senza pietà per la povera moglie dell’Orco che pure aveva accolto lui e i suoi fratelli, inganna la donna e le sottrae tutti i suoi averi. Nel presentarla ai bambini è preferibile sottolineare l’attaccamento di Pollicino alla famiglia e la sua lotta per tenerla unita, questo aspetto positivo è più educativo rispetto all’elemento della furbizia del protagonista.
Le storie in cui la narrazione passa attraverso l’abbandono non sono adatte ad un pubblico piccolissimo, è preferibile raccontare dell’abbandono a partire dai 5anni, età in cui il bimbo ben discrimina realtà e fantasia. Ai bimbi più piccini narriamo che i protagonisti di queste storie si sono smarriti e non che sono stati abbandonati.
Testo redatto da mamma Giò, immagini della Matita di Gianna

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