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Lucio Dalla gay: dal Dalla mistico al Lucio omosessuale

di Federica Federico

12 Marzo 2012

Lucio Dalla gay: dal Dalla mistico al Lucio omosessualeLucio Dalla era gay? A pochi giorni dalla scomparsa del celebre artista, questa domanda sta evocando la memoria di Dalla assai più della sua musica.

L’interesse sulla sessualità di Dalla è stato particolarmente “promosso” da Lucia Annunziata che, nel giorno del funerale dell’artista, irrompendo con le sue telecamere nella Bologna affranta che lo stava celebrando, ha forzato un outing post mortem.

Ricordo il Dalla dei primi anni ottanta, allora la sua era una sperimentazione di cantautorato italiano d’eccellenza, vestiva della sua musica “impeccabile” ed indossava una immagine “imperfetta” caratterizzata da un berretto di lana e da una barba incolta.Lucio Dalla gay: dal Dalla mistico al Lucio omosessuale

Quella espressione artistica che portava su di sé era l’esatto contrario di ciò che spesso vizia la musica e l’arte moderna: oggi, a causa della contemporanea centralità dell’immagine, intesa come primo ed indispensabile veicolo di affermazione, la televisione e lo spettacolo in generale hanno addestrato artisti che indossano immagini “impeccabili” ma, assai spesso, non vestono altro che arti “imperfette”.

L’artista moderno prima impressiona, poi, semmai, emoziona. L’artista d’un tempo (non che verrà ma che venne ed è passato) prima emozionava poi grazie all’impressione della propria atre eventualmente segnava delle tendenze di costume e moda.

Tv Talk, trasmissione di Rai 3 interamente dedicata alla esegesi televisiva, chiude la puntata del 3 marzo 2012 con un omaggio a Dalla bello quanto vivo e immortale: va in onda il risultato di un resoconto di una “veccia” partecipazione di Lucio Dalla alla trasmissione, anno 2007.

Nel video l’artista racconta del piacere che prova ad entrare nelle cucine degli italiani attraverso il video e da lì a raccontarsi, a farsi ascoltare ed amare. Lucio Dalla afferma:

<< Se una volta la televisione in tutta la sua istituzionalità capisse o decidesse o facesse questa scoperta storica che la gente Non è cretina e non è poco […] io non me lo sono mai posto il problema che la gente Non è cretina perché non ho mai avuto intenzione di sfruttare la gente!>>.

Ebbene questo Dalla svela in poche parole il senso di una responsabilità e di una serietà artistica che oggi è andato smarrito.

Dinnanzi a tali parole alla domanda che imperversa: “Dalla era gay?“, viene da chiedersi: è il caso di “sfruttare” Dalla? Il pubblico è considerato cretino?

http://www.tvtalk.rai.it/contributi.asp?page=1&tipo=7&ID=1015Forse forse quel Dalla a Tv Talk nel 2007 dettava un “testamento artistico e televisivo” di enorme valore morale e forse forse varrebbe la pena che in molti rivalutassero l’importanza del messaggio artistico anche attraverso quelle esatte parole dell’artista.

Lo stesso Tv Talk ritorna nell’ultima puntata, di sabato 10 marzo, a parlare dell’omosessualità di Dalla.

Non è però un banale “così fan tutti”, per cui ciascuno a suo modo cavalca una notizia perché indipendentemente dalla sua portata morale essa fa clamore e non è neanche una difesa moralista. Nel Tv Talk di sabato c’è l’affermazione chiara di un principio assolutamente condivisibile, espresso in studio da Giorgio Simonelli e così sintetizzabile: la televisione moderna è insensibile alla bellezza, dinnanzi al Dalla mistico apogeo dell’arte musicale italiana, il pubblico si perde nelle chiacchiere vili e basse sul Dalla omosessuale.

Di fatto dinnanzi alla domanda “bassa” di cui tanto si discute, la migliore e più “alta”, se non “logica” risposta dovrebbe essere: e chi se ne importa!

Invece in un Italia che non ha orecchie per sentire e animo per emozionarsi le rondini divengono la testimonianza di un amore “da indagare” … eppure l’amore è amore e non conosce mai normalità perché per esso non esiste legge né regola. Del resto qualunque amore abbia animato il cuore di Dalla è comunque stato un Grande amore tanto Grande da generare arte e bellezza.

Rispetto all’omosessualità (complice una “informazione” portata a molte strumentalizzazioni facili e bieche) si compie un errore enorme (che poi è il medesimo errore che si compie dinnanzi ad ogni “diversità” della natura, dalla disabilità al colore della pelle): la società considera anomalo (o anormale) ciò che non è conforme alla massa. Il risultato è elevare ciò che è massificato, schiacciando, invece, ciò che è singolare. Questo processo di uniformazione è “animale”, è da branco e svilisce la variegata individualità umana, chiude le finestre sull’animo del mondo.

Ai nostri figli dovremmo insegnare che non esiste un modo di essere ma molti modi di esprimersi tutti ammissibili purché rispettosi dell’altrui sensibilità ed intimità.

Va aggiunto, senza paura di parere bigotti e moralisti, che in termini di rispetto degli altri e di moralità, la scelta di vivere l’omosessualità come propria espressione dell’essere è di per sé rispettosa e da rispettare, l’outing può essere una strada ma non deve essere una tendenza né una via obbligata. Ed in ogni caso la sfera intima di ciascun individuo deve rimanere sacra ed inviolabile

… ove <<la televisione in tutta la sua istituzionalità capisse o decidesse o facesse questa scoperta storica che la gente Non è cretina>> (per dilla alla Dalla) allora forse cambierebbe il mondo (o quanto meno il modo di pensare)!

 



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