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Melania Rea: patrià potestà sospesa a Salvatore Parolisi

di Federica Federico

20 Aprile 2012

la Corte di Appello di Napoli sospende patri potestà a parolisiNel concetto di patria potestà rientrano più poteri doveri in ragione dei quali chi la detiene è titolare con essa del diritto di instradare, educare e orientare il minore e, allo stesso tempo, ha l’obbligo di mantenerlo, accudirlo e crescerlo nel migliore dei modi.

La sospensione della patria potestà è atto necessitato e dovuto quando de facto tali poteri – doveri risultano impediti.

Oggi la Corte di Appello di Napoli, precisamente la sua sezione per i minorenni, ha sospeso a Salvatore Parolisi la patria potestà sulla figlia minore Vittoria.

La piccola è stata affidata alle cure dei nonni materni, con i quali convive sin dalla scomparsa della madre. Dal giorno del suo arresto Parolisi, unico imputato dell’omicidio Rea, non ha più incontrato la figlia.

Da dietro le sbarre papà Salvatore ha chiesto più volte ed a gran voce di ritrovare l’abbraccio della sua bambina. Ma mai nessun incontro si è reso possibile, ed è lecito dubitare che il carcere sia un luogo idoneo per un appuntamento tanto delicato: Vittoria ha due anni da un anno è rimasta orfana di madre e da lunghi mesi non vede più suo padre. La piccola ha diritto a rivedere il padre solo in condizioni di assoluta sicurezza e nel pieno rispetto dei fragili equilibri propri di una bimba piccolissima ed appena privata dell’importante affetto materno.

Riferendosi ai Rea l’avvocato difensore, Marco Capone, dichiara: “Sono soddisfatti, perché questa decisione è un punto fermo che gli consentirà di prendersi cura della bambina con maggiore serenità”.

Il decreto che sospende l’esercizio della patria potestà a Salvatore Parolisi avrà effetto e valore sino alla conclusione del processo per l’omicidio di Melania.

Lo stesso decreto ridimensiona il diritto di visita dei parenti del Parolisi, questi avranno l’opportunità di vedere Vittoria solo una volta alla settimana.

Il decreto di oggi accoglie il reclamo presentato dalla Procura avverso la decisione del Tribunale dei Minori che aveva sospeso il giudizio sino al 27 aprile.



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