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Sarah Scazzi processo: nuova testimonianza contro Sabrina Misseri

di Maria Corbisiero

09 Maggio 2012

processo scazziTutti gli alibi e le lacrime di dolore di Sabrina Misseri sono vacillati ieri nel corso della 14° udienza per l’omicidio della cugina Sarah Scazzi, omicidio di cui lei stessa, assieme alla madre Cosima Serrano, è la principale imputata.

Anna Pisanò, teste ascoltata ieri per circa 5 ore, è considerata una testimone chiave nel corso del processo in quanto, non solo conosce perfettamente Sabrina e la sua famiglia, ma anche perché è stata una delle persone che ha visto la giovane Scazzi la mattina della sua scomparsa.

processo sarah scazziLa mattina del 26 agosto del 2010, infatti, la signora Pisanò era a casa Misseri per effettuare un trattamento estetico presso Sabrina, essendone cliente fissa assieme alle quattro figlie:

“Io arrivai molto presto a casa di Sabrina quella mattina, lei non stava bene…. infatti mandò un messaggio a Sarah in modo che la raggiungesse e le facesse compagnia”.

La Pisanò aggiunse che, secondo quanto detto da Sabrina, Sarah non fu molto felice di doversi alzare così presto, soprattutto perchè non c’era scuola:

sarah scazzi“Sarah arrivò a casa della cugina Sabrina verso le 9-9,10: aveva la testa bassa, non salutò. In genere era allegra e mi salutava sempre…. Si sedette sul divanetto della stanza vicina e stette con il telefonino in mano finché il mio trattamento non fu terminato. Io me ne andai verso le 9,35………… Sarah non aprì mai bocca, stette sempre con la testa chinata. Con la cugina ci furono solo sguardi”.

La donna ha raccontato anche di una confessione fattale da Sabrina la sera in cui il padre si dichiarò colpevole:

processo sarah scazzi“La sera del 6 ottobre 2010 capii dalla tv che Michele Misseri aveva confessato il delitto. Ero in casa di mia figlia (Vanessa Cerra, ex commessa del fioraio Giovanni Buccolieri, lo stesso che vide in via Deledda, nel pomeriggio del 26 agosto, Cosima Serrano prendere per i capelli la piccola Sarah costringendola a salire in macchina), che abitava di fronte ai Misseri. Vidi Sabrina uscire, mi avvicinai e mi disse “L’hanno incastrato, l’hanno incastrato, ma anche io avrei ceduto……… Anche io dopo sette ore sotto torchio avrei detto di averla uccisa e dove l’ho messa, dopo sette ore ti viene quella cosa di dire la verità e farla finita, ma non l’ho fatto, non sono stupida”.

Al momento si sta vagliando la veridicità dei racconti della teste attraverso il confronto tra gli orari dal lei stessa esposti e i tabulati telefonici e alcuni sms contenuti in un vecchio cellulare, che la stessa Pisanò ha consegnato spontaneamente.

Il tutto sarà poi deciso nel corso della prossima udienza, il 15 maggio.



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