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Save the Children, ricordiamoci dell’infanzia

di Federica Federico

31 Maggio 2012

Save the ChildrenUn pacco di pannolini costa mediamente 5.00€; un chilo di latte in polvere ha un prezzo medio pari a 24.00€; un vasetto di omogeneizzato non si acquista con meno di 1.50€; un biberon compreso di tettarella ha un valore commerciale pari a 7.00€ circa.

Affermare che i figli hanno un costo e che l’assenza di lavoro e danaro contribuiscono a lasciare molte culle vuote non sono, dunque, frasi di comodo, modi di dire o affermazioni popolari di cui le famiglie fanno uso per giustificare il loro ritardo procreativo.

L’Italia è un paese di culle vuote, di primipare attempate e di figli mai nati. È colpa della scarsità del lavoro a cui, diversamente 40 anni fa, si associa una rinnovata cultura femminile e familiare grazie alla quale l’esperienza genitoriale è divenuta assai più consapevole, orientata e intima.

Se da un lato sui cieli d’Italia volano meno cicogne, dall’altro molti dei bambini nati nel nostro paese sono a rischio povertà.

Un bambino è povero quando la mamma ha difficoltà a comperare i pannolini, il latte, gli omogeneizzati ed i biberon. La povertà che un fanciullo vive nei primi anni della sua esistenza si traduce in una reale carenza di opportunità durante la fanciullezza, la giovinezza e l’adolescenza.

Oggi tutto ha un prezzo: la cultura costa quanto il pane, il latte ed i pannolini. I bambini che per sventura nascono nelle famiglie più colpite dalla crisi avranno di fatto più difficoltà degli altri ad accedere ai canali della formazione. Ed attualmente si stima che un bambino con un genitore non diplomato abbia solo una possibilità su dieci di laurearsi.

La giustizia sociale si misura con la parità delle opportunità concesse ai cittadini: più impari sono le opportunità più discriminante è il Governo, lo Stato e il contesto socio culturale.

Save the ChildrenIn Italia, adesso, 1 bambino su 4 è a rischio povertà, mentre più di mezzo milione di bambini vivono già in condizioni di assoluta povertà, ovvero in assenza di beni primari.

Un Governo che trascuri i bisogni essenziali dei bambini è un Governo incapace di volgere lo sguardo al futuro.

Il futuro è di tutti! Ed i bambini sono tutta l’anima del domani!

La campagna «Ricordiamoci dell’infanzia», lanciata da Save the Children, è animata da queste convinzioni.

Save the Children rappresenta la più grande organizzazione internazionale indipendente che lavora per migliorare concretamente la vita dei bambini in Italia e nel mondo.

Questa sera dinnanzi alla tua cena, di fronte al piattino di tuo figli stracolmo di carne al sugo buona buona, fatti una domanda:

<<Quanti sono i bimbi che nel mio paese, nella mia Italia, non possono consumare la cena?>>. Più di mezzo milione e molti altri restano ad un passo dalla povertà.

Save the Children con la campagna «Ricordiamoci dell’infanzia» vuole richiamare l’attenzione delle autorità: aderendo all’iniziativa anche Tu chiederai a Mario Monti di esaminare il problema della povertà minorile e le sue cause, prima tra tutte l’assenza di lavoro.

Il manifesto della campagna è disponibile all’indirizzo web: http://www.ricordiamocidellinfanzia.it/manifesto/

Per aderire clicca qui: http://www.ricordiamocidellinfanzia.it/appello_/

Aderisci per costruire insieme il futuro dei nostri figli, perché tutti i bambini sono figli, tutte le mamme non vorrebbero che dare il meglio ai loro bambini e un mondo migliore non può che essere un mondo giusto, accogliente e paritario.



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