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Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, oggi 13 gennaio 2013

di Mamma Daniela

13 Gennaio 2013

Quest’anno la 99ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato sul tema “Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza”, sarà celebrata con una Santa Messa a Bari da Mons. Francesco Cacucci ( Arcivescovo di Bari-Bitonto), presso la Cattedrale, e verrà trasmessa su Rai1.

A darne l’annuncio è stato il direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei, Mons. Giancarlo Perego.

Mons. Perego spiega perché la scelta sia caduta su Bari: la ‘Puglia è terra di migrazione”, protagonista ‘in questi ultimi trent’anni della storia migratoria del nostro Paese, nel bene e nel male”.

 

E ha aggiunto:

“La Puglia, non ha mai cessato, fin dagli sbarchi degli albanesi all’inizio degli anni ’90, di essere terra di sbarchi e di arrivi di molte persone immigrate e richiedenti asilo, con la presenza anche dei 3 Cara (Bari, Brindisi e Foggia) e del Cie di Bari, ma anche di una significativa rete di enti locali che hanno aderito allo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Inoltre la Puglia ha vissuto profondamente il dramma della tratta degli essere umani e del caporalato”.

 

Un fenomeno che tocca tutto il nostro Paese, e che non va ignorato.

Nel Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato , il Papa Benedetto XVI, chiede di guardare ai migranti come esseri umani con un volto, una storia, competenze professionali, e risorse.

Come ricorda il Vangelo: “Ero forestiero e mi avete ospitato… (Matteo, 25)”,

Quest’anno la Chiesa condivide il dramma di chi, migrante, è sfruttato e abbandonato. Il migrante è una persona che, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti, e in ogni situazione.

 

Secondo la Costituzione conciliare Gaudium et Spes al n. 65 :

“Ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune, ma sempre assicurando il rispetto della dignità di ogni persona umana. Il diritto della persona ad emigrare è iscritto tra i diritti umani fondamentali, con facoltà per ciascuno di stabilirsi dove crede più opportuno per una migliore realizzazione delle sue capacità e aspirazioni e dei suoi progetti.
Nel contesto socio politico odierno, però, prima del diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè ad essere in condizione di restare nella propria terra, che come disse Giovanni Paolo II << il diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione>>”.

Oggi purtroppo le cause della migrazione sono determinate principalmente da un fattore economico, in cui perfino l’essenziale viene a mancare, di calamità naturali, di guerre o disordini sociali. Per queste persone l’unica speranza di vita per se stessi e le loro famiglie, è andare via dal proprio paese.

Un concetto probabilmente difficile da capire per chi, nonostante la crisi, non vive queste situazioni.

La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato vuole essere uno dei canali di sensibilizzazione e animazione delle comunità ecclesiali e scolastiche, delle realtà associative e di quanti desiderano conoscere il fenomeno delle migrazioni.

Da un dossier statistico del 2012, curato dalla Caritas e dalla Fondazione Migrantes, che fornisce un’analisi dei flussi migratori in Italia e in ogni singola regione del Paese, è emerso che ben 1 miliardo e 200 milioni di persone vivono in povertà. Tra questi, molti provengono da paesi in cui vi sono regimi dispotici, o da Stati in cui regna il degrado, la povertà, emergenze ambientali o umanitarie.

In Italia, solo nel 2011, e in particolare nell’isola di Lampedusa, sono arrivate circa 62 mila persone, provenienti dall’Africa. Per poterli aiutare, all’interno di molte strutture di proprietà dei Comuni e delle parrocchie, sono nati dei centri di prima accoglienza, correndo così il rischio di creare una nuova forma di assistenzialismo.

Ed è proprio a questo «mero assistenzialismo» che il Santo Padre si riferisce nel Messaggio, mentre invita a promuovere «l’autentica integrazione, in una società dove tutti siano membri attivi e responsabili ciascuno del benessere dell’altro, generosi nell’assicurare apporti originali, con pieno diritto di cittadinanza e partecipazione ai medesimi diritti e doveri».

 

Secondo Mons. Paolo Schiavon Presidente della Commissione CEI per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes la migrazione è l’espressione tra le più significative del mondo globalizzato.

Inoltre il Messaggio di Benedetto XVI per la 99ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, non vuole solo porre in luce l’impressionante numero di persone coinvolte in questo fenomeno, ma vuole far emergere l’anima di questi uomini, che spinti dalla “disperazione di un futuro impossibile da costruire”, si avventurano in un doloroso viaggio verso un paese lontano alla ricerca di un futuro migliore, ciascuno con il proprio bagaglio di fede e di speranza.



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