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Cassazione: malattia bambino come conseguenza di un vaccino

di Dott.ssa Federica Federico

02 Giugno 2010

La Cassazione recentemente è stata chiamata a pronunciarsi sul caso di un bimbo che ha contratto la poliomielite in seguito alla somministrazione di un vaccino.
Nel corso dei giudizi è stato appurato che la pratica vaccinale venne effettuata in modo negligente. Infatti il bambino risultava “soggetto a rischio” per cui il personale medico e paramedico avrebbe dovuto eseguire preventivi ed approfonditi accertamenti sulle condizioni di salute del piccolo. Le cose, invece, sono andate diversamente: la vaccinazione è stata somministrata senza tenere conto delle particolari condizioni del paziente, quindi in maniera frettolosa ed illegittima.
In corso di giudizio si è, altresì, accertato che il bambino non si sarebbe ammalato qualora a vaccinazione non fosse stata praticata. Nel rispetto delle condizioni fisiche del bimbo e delle buone norme mediche quel vaccino non doveva essere somministrato, quanto meno non prima di avere effettuato i dovuti approfondimenti.
La Cassazione ha confermato, con sentenza n°5190/10 la condanna della struttura sanitaria.
L’ente è stato condannato per colpa grave, negligenza ed imprudenza ai sensi dell’articolo 2043 cc. Gli stessi giudici hanno sottolineato che la sua imputazione si aggrava ancora di più in relazione al rapporto che lega le strutture sanitarie ai pazienti. Le prime infatti devono garantire all’utenza assistenza qualificata e professionale; in questo senso tra struttura sanitaria e paziente esiste un “contatto sociale di protezione”. E questo contratto è stato violato.

L’ente sanitario è stato condannato a risarcire il bambino che ha contratto la poliomielite. Il piccolo ha subito danni biologici, morali e patrimoniali. I giudici, tenuto conto del fatto che i genitori avevano riposto fiducia nell’ente sanitario, sono saggiamente e coraggiosamente andati oltre: hanno ammesso il risarcimento danni anche a favore della mamma e del papà del bambino poliomielitico.

E’ stato stabilito che i genitori del piccolo debbano essere indennizzati singolarmente.
Perché? Il risarcimento in favore dei genitori è stato giustificato in questo modo: la mamma ed il papà hanno diritto ad un risarcimento perché la malattia del figlio pregiudica la loro vita, anche sotto l’aspetto relazionale. È innegabile, infatti, che i genitori dovranno assistere e curare il piccolo per l’intera vita.
Siccome la malattia che affligge il bimbo è stata cagionata da un comportamento colpevole ed imprudente e siccome le conseguenze di tale comportamento ricadono anche sulla vita dei genitori, i giudichi hanno ritenuto giusto estendere il risarcimento a madre e padre.



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