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Costa Concordia naufragio: Francesco Schettino distratto da Domnica

di Maria Corbisiero

05 Marzo 2013

Costa Concordia La procura di Grosseto ha provveduto a stilare gli atti attraverso i quali si effettua la richiesta di rinvio a giudizio per il naufragio della nave da crociera Costa Concordia, tragedia avvenuta il 13 gennaio del 2012.

Ricalcando quanto già dichiarato dagli esperti incaricati dal gip Valeria Montesarchio di effettuare un’accurata perizia sulla scatola nera nell’intento di ricostruire quanto accaduto, la procura ha altresì evidenziato come la presenza di personale non autorizzato abbia influito sulla condotta e sulle operazioni del comandante Francesco Schettino.

Oltre al personale autorizzato infatti, quella sera sul ponte di comando erano presenti Antonello Tievoli, Manrico Giampedroni, Ciro Onorato e la passeggera Domnica Cemortan, presenze che, secondo la procura, sarebbero state fonti di distrazione per il comandante Schettino.

Costa Concordia Come si legge dagli atti, “consentendo la non opportuna presenza di estranei sul ponte di comando”, il comandante avrebbe provocato un “aumento di confusione e di fonti di distrazione per lui stesso, nonché per gli ufficiali di coperta e per il timoniere in servizio (e pertanto, non mantenendo – e non facendo mantenere – una guardia sicura in navigazione e durante la manovra di avvicinamento)”

Ad avvalorare ulteriormente l’ipotesi della distrazione, la procura ricorda inoltre che Schettino, in quella tragica notte, partecipò “insieme a Antonello Tievoli, ad una conversazione telefonica con Mario Terenzio Palombo, e così distraendosi ulteriormente e distraendo altresì gli ufficiali di guardia, mentre era in prossimità della costa in situazione pericolosa e con timone a mano”.

Insomma, i più che tragici errori compiuti la notte tra il 13 e il 14 gennaio sarebbero da imputare alle imprudenze compiute da Francesco Schettino, il cui ruolo nel naufragio del Concordia, secondo la procura di Grosseto, sarebbe di fondamentale importanza.



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