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Chiesa e pedofilia: docu-film “Mea maxima culpa”

di Alessandra Albanese

19 Marzo 2013

Appena uscito il docu-film diretto dal regista premio Oscar Alex Gibney, ma destinato senz’altro a far parlare e discutere.

Il titolo “Mea Maxima culpa – Silenzio nella casa di Dio” anticipa l’argomento.

Il film documentario prende spunto da una storia vera.

Padre Lawrence Murphy fu padre e poi direttore della St. John’s School di Milwakee (Wisconsin) dal 1950 al 1974. Durante questo longo periodo abusò sessualmente di oltre duecento bambini sordomuti. Padre Murphy non fu mai condannato è morì da uomo libero, ma soprattutto da prete nel 1998.

Il film ripercorre principalmente la storia di quattro ragazzini, Terry Kohut, Gary Smith, Pat Kuehn e Arthur Budzinsky che tentano di fermare questi abusi. Le immagini sono evocative: i giovani distribuiscono volantini in chiesa a testimonianza degli orrori compiuti dal sacerdote, e da adulti denunciano le vicende.

I dettagli sono raccapriccianti: Padre Lawrence sceglieva con cura le sue vittime tra quelli che ad esempio avevano i genitori che non conoscevano il linguaggio dei segni, per agire indisturbato.

Toccante la testimonianza di uno di loro: “Nella notte, mentre noi agnelli riposavamo nei dormitori, tu, che eri il lupo, arrivavi. E ogni volta sceglievi la preda. Per questo io, che sono stato uno delle tue vittime, ti odio“.

Il film racconta anche di come dall’altro lato ci siano personaggi che hanno tentato di sfondare questo muro di omertà, come l’avvocato Anderson, specialista di class action nei confronti del clero, o il sacerdote Thomas Doyle, che cercò di portare Murphy in tribunale, ma che fu a sua volta travolto dallo scandalo di avere un amante gay.

Il film originale è doppiato da attori del calibro di Ethan Hawke e Chris Cooper.

Nonostante la pellicola esponga la storia di vittime sordomute, la cosa più abominevole, anche nella realtà, resta il silenzio della chiesa.



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