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Madre e figlia cadono dal terzo piano a Palermo

di Alessandra Albanese

14 Maggio 2013

Palermo. Scampate alla morte grazie ai fili della biancheria. Una donna originaria dello Sri Lanka e la figlia protagoniste ieri di un incidente nel capoluogo siciliano.

Ma ancora ci si interroga sulla dinamica dell’accaduto che sembra tingersi di giallo.

La donna, 37 anni è caduta giù dal balcone della propria abitazione sita al terzo piano di Via Marinuzzi a Palermo, intorno alle 15. Insieme a lei anche la figlia di due anni. L’urto è stato attutito dai fili della biancheria dei piani inferiori. La donna è stata poi rinvenuta sul cofano di una Fiat panda posteggiata proprio sotto la palazzina, mentre la bimba sembra avere impattato direttamente per strada. Insieme a loro, nell’appartamento al momento dell’incidente anche il cognato.

Entrambe sono poi state trasportate nel reparto rianimazione dell’Ospedale dei Bambini la bimba, e dell’ Ospedale Civico la mamma.

Provvidenziale anche l’intervento di un infermiere, Giuseppe Civiletto, che passava per caso da quella zona e ha tentato di rianimare la piccola e soccorso la madre.

Le loro condizioni sono monitorate dai medici, la bimba sembra avere ripreso conoscenza, il loro stato di salute però permane grave.

Gli inquirenti vogliono comunque indagare su quella che non sembra una fatalità: nessun fermo disposto, ma una tra le piste che gli investigatori stanno seguendo è quella dell’omicidio-suicidio.

Sembra che la donna soffrisse di crisi depressive. Pare che fosse stata recentemente trovata dai carabinieri mentre vagava nella notte senza meta. La dinamica potrebbe quindi essere stata quella dell’omicidio della piccola e del successivo suicidio.

Non si escludono anche possibili difficoltà d’integrazione, o addirittura violenze domestiche. Anche la sera prima infatti le forze dell’ordine erano dovute intervenire nell’appartamento per sedare una lite familiare.

La donna infatti ha subito accusato il cognato. I carabinieri accorsi sul luogo dell’incidente hanno sentito diversi testimoni. Tra questi Cettina Lo Gelfo, vicina di casa, la quale afferma: “Le ho viste sull’auto dopo la caduta. Poi la donna si è rialzata subito e ha detto ‘è stato mio cognato’”.



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