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Francesca rivive il suo incubo: il pedofilo viene rilasciato e torna a vivere accanto a lei

Uno degli episodi che segnano per sempre la vita dei bambini, sono gli abusi sessuali. Spesso non importa da parte di chi si subiscono, ma più ci è vicina la persona che abusa di noi e meno riusciamo a darci spiegazioni, anche se non c’è nessuna spiegazione al mondo che ...

di Fabiana Cipro

22 Agosto 2013

Uno degli episodi che segnano per sempre la vita dei bambini, sono gli abusi sessuali. Spesso non importa da parte di chi si subiscono, ma più ci è vicina la persona che abusa di noi e meno riusciamo a darci spiegazioni, anche se non c’è nessuna spiegazione al mondo che possa giustificare un simile gesto. I BAMBINI NON SI TOCCANO! E invece, per la piccola Francesca (nome di fantasia), che oggi ha 13 anni e che magari stava cercando di dimenticare cosa era successo quando ne aveva solo cinque, l’incubo ritorna con tutto il suo carico di ricordi e di orrore: il suo carnefice è stato rilasciato ed il giudice ha deciso che può tornare a vivere accanto alla sua vittima.

Lui era lo ‘zio’, un signore del piano di sopra, un militare in pensione che “costringeva la minore, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, a subire atti sessuali“. Faceva finta di “giocare”, la prima volta che è successo, Francesca non andava ancora a scuola. Lo “zio” Pino, in primo e secondo grado è stato condannato a tre anni di reclusione. E fin qui è “solo” la spaventosa storia di Francesca violata nella sua intimità. Al resto ci hanno pensato in queste settimane i giudici della Corte di Appello che hanno graziato il vecchio orco riaprendogli le porte di casa – senza nemmeno avere un solo piccolo dubbio sugli effetti psicologici patiti dalla bimba – , quella stessa casa dove lui aveva scatenato la sua crudeltà e dove ancora Francesca vive al piano di sotto con la madre. Tre righe di provvedimento per trascinare un’altra volta una vita in un tormento, tre righe dettate dal codice ma senza buonsenso.

Mamma Emilia diventata vedova, lavorava fino a tardi e spesso Francesca passava del tempo al piano di sopra, a casa di ‘zio’ Pino e della moglie Wanda. Passa solo qualche settimana e la piccola comincia ad accusare improvvisi malori pur di non salire quelle scale, ma niente da fare, viene mandata lo stesso, fino a quando Francesca, diventata più grande – è il 22 aprile 2010 – confessa alla madre i “giochi” con il vicino di casa. Parte la denuncia e l’orco viene processato con rito abbreviato e condannato, il 21 dicembre del 2011, a soli tre anni di reclusione.

Ora Francesca è arrabbiata anche con sua madre: “Mi avevi promesso di mandare via l’uomo cattivo“, le grida. La mamma ha fatto tutto quanto in suo potere ma il giudice ha deciso che l’uomo può tranquillamente vivere un piano sopra di lei: “Non emergono, neanche dall’istanza del difensore della parte civile allegate alla richiesta del procuratore generale, elementi per ritenere la sussistenza del concreto pericolo di reiterazione del delitto oggetto di condanna“. Per Francesca ricomincia l’incubo che credeva sepolto: il rumore della sedia a dondolo, la TV accesa fino a tarda notte, i suoi passi. “Il rientro a casa del … che abita proprio sopra il suo appartamento, ha portato ad un nuovo, improvviso e grave peggioramento del suo stato emotivo … si rifiuta di uscire da casa, ha disturbi del sonno, ha paura di vederlo e di incontrarlo nel timore che possa farle ancora del male…“, scrive in una memoria la neuropsichiatra che dopo le violenze ha in cura Francesca da due anni e mezzo.

Inutile pensare alle conseguenze che tutto ciò avrà sul futuro di Francesca, la legge ha deciso ed il resto non sono problemi che possano riguardare chi lo ha lasciato tornare a vivere accanto alla sua vittima. Si può solo sperare che l’orco non reiteri il reato come pare essere sicura la la Corte di Appello che il 9 Agosto scorso gli ha permesso di continuare a tormentare quella bambina a cui ha rubato l’infanzia.

Fonte Repubblica.it



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