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Bimba Rischia di Morire per una Voglia, Oggi Ritrova il Sorriso

di Maria Corbisiero

24 Settembre 2013

Zoe Mitchell è una bambina inglese che oggi, all’età di 9 anni, è finalmente tornata a sorridere.

Nata prematura dopo sole 27 settimane di gestazione, il suo quadro clinico è stato da subito definito rassicurante: seppur tenuta sotto osservazione, la piccola era apparentemente sana.

Alcuni giorni dopo la sua nascita, i medici hanno notato un piccolo ma evidente segno rosso sul naso della bambina, segno che i dottori hanno attribuito alla mascherina dell’ossigeno.

Con il passare dei giorni, quell’apparente innocuo segno rosso ha iniziato ad ingrandirsi sempre più, “trasformandosi” in una grande bolla viola le cui eccessive dimensioni hanno rischiato di soffocare la bambina.

A quel punto la diagnosi è stata definitiva: emangioma.

 

 

Uno dei più comuni tipi di voglia, l’emangioma è un tumore benigno che colpisce le cellule che rivestono i vasi sanguigni. Tali cellule si moltiplicano ad una velocità così elevata da causare la formazione di grumi che si raccolgono sopra o sotto la pelle. Solitamente compaiono durante la seconda settimana di vita e, nel 60% dei casi, interessano la zona del collo e della testa.

Anche se tenuti costantemente sotto controllo, non tutti necessitano di un trattamento medico. L’emangioma considerato più a rischio è quello situato nelle vicinanze delle labbra o degli occhi oppure quelli che possono ostruire le vie aeree, proprio come nel caso della piccola Zoe.

La rapida e repentina crescita dell’emangioma di Zoe infatti ha rischiato di provocarne la morte per soffocamento, pericolo che ha visto costretti i dottori del Great Ormond Street Hospital di Londra ad effettuare un intervento di tracheotomia (incisione chirurgica della trachea per creare una via respiratoria alternativa – Wikipedia) quando aveva soltanto 8 settimane di vita.

Da quel momento in poi la vita della piccola, come anche quella della sua famiglia, è stata tutta in salita, un percorso tortuoso fatto di ospedali, consulti medici, cure mediante steroidi che non hanno sortito l’effetto sperato e che hanno poi costretto i medici a proseguire per 12 mesi con periodici cicli di chemioterapia.

Oltre alla respirazione, anche la sua vista era a rischio: Caroline, mamma 36enne di Zoe, ha raccontato al Daily Mail che il tumore non aveva deformato solo il naso ma anche gli occhi, da rotondi e grandi, paragonabili per forma ad un pallone da calcio, si erano modificati diventando più sottili e allungati, simili ad un pallone da rugby.

Fortunatamente le cure hanno fatto si che il tumore fosse ridotto tanto che la bambina, raggiunta l’età di 18 mesi, riuscisse a respirare da sola, senza l’ausilio della cannula tracheostomica che fu poi rimossa.

Tutto ciò che rimaneva era un naso deformato che, come racconta la stessa Zoe oggi al sopra citato quotidiano inglese, spaventava ed inorridiva le persone che incontrava. Una pressione psicologica che l’avrebbe accompagnata per tutta la vita se non fosse stato per i chirurghi plastici del Great Ormond Street Hospital che le hanno ridato il sorriso ed un nuovo naso.

Raggiunti i nove anni d’età infatti, Zoe Mitchell si è sottoposta all’intervento chirurgico più importante della sua vita: la ricostruzione del naso tramite l’utilizzo della cartilagine prelevata da un orecchio. Un intervento ben riuscito e del quale la piccola si dichiara più che soddisfatta:

“Sono molto felice di aver avuto la mia operazione. Penso che il mio naso nuovo sia bello. Sono molto felice.”

I medici non escludono altri interventi futuri che però non verranno effettuati prima che la bambina abbia compiuto 16 anni.

Ora Zoe e la sua famiglia possono finalmente godersi la quiete dopo la tempesta.



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