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Roberta Ragusa: la Scioccante Ipotesi sulla Fine del Suo Cadavere

di Federica Federico

01 Aprile 2014

Roberta Ragusa è l’amorevole mamma di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, scomparsa nel nulla tra il 13 ed il 14 gennaio 2012 senza lasciare alcuna traccia.

L’ipotesi di un suo allontanamento volontario sembra una speranza da tempo abbandonata, chi la conosceva bene ha sempre asserito che Roberta non avrebbe mai lasciato i suoi figli da soli. Le cugine recentemente si sono disperatamente appellate a chiunque abbia fatto del male a Roberta, e nella convinzione che Lei non faccia più parte di questo mondo, hanno espresso la speranza di ritrovare quantomeno il corpo.

Il caso Ragusa è complicato dal mancato ritrovamento del cadavere o di qualunque altro reperto capace di dimostrare con certezza il decesso di Roberta ed eventualmente il suo omicidio.

Le indiscrezioni giornalistiche appaiono univoche: il settimanale Giallo (Cairo Editore), che da sempre segue con attenzione il caso Ragusa, sottolinea che è plausibile un rinvio a giudizio per Antonio Logli.roberta-e-il-marito-fotogramma

Antonio Logli, 50 anni marito di Roberta e da molto tempo legato, all’insaputa della moglie, a Sara Calzolaio, prima babysitter in casa Logli\Ragusa poi impiegata nell’autoscuola di famiglia, potrebbe essere rinviato a giudizio con la pesante accusa di omicidio ed occultamento di cadavere.

Il movente di un presunto omicidio potrebbe, in questo caso di cronaca, risiedere proprio nella gelosia, nella scoperta di un reiterato, antico e vivo tradimento.

Ma il corpo di Roberta che fine ha fatto?

Il settimanale “Giallo” (nel numero 13 del 2 aprile 2014) dà spazio ad una suggestiva ipotesi investigativa: per far sparire il cadavere di Roberta potrebbe essere stato adoperato il forno crematorio dismesso del cimitero di Pisa.

Nel citato complesso cimiteriale esiste un forno crematorio non più utilizzato, ma stando alle bollette del gas, tra il 13 ed il 19 gennaio 2012 (ovvero proprio nei giorni della scomparsa di Roberta), quel forno ha consumato circa 3 metri cubi di gas.

Come mai? E’ stato acceso? Ed eventualmente chi e perché ne ha fatto uso?

C’è chi sostiene che quel forno crematorio potrebbe essere stato adoperato per ardere il cadavere di Roberta. Il settimanale “Giallo”, di cui vi consigliamo la lettura (nel numero in edicola pubblica anche le foto del forno e ricostruisce l’ipotesi investigativa che porta al marito, Antonio Logli) fa chiarezza sui 3 metri cubi di gas consumati dall’ex forno crematorio:

gli esperti assicurano che per ardere un cadavere umano occorrono tra i 90 e i 100 metri cubi di gas, 3 sono decisamente pochi e rappresentano una quantità irrisoria. E’ probabile che il consumo di così poco gas sia giustificabile con una banale perdita: esso corrisponderebbe ad una minima quantità di gas rimasta intrappolata tra le tubature ed il contatore.

Intanto i termini per le indagini preliminari scadranno il prossimo 17 aprile, data in cui verrà deciso il destino giudiziario di Antonio Logli.



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