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2 Gemelli Nascono e Hanno 4 Genitori: Ma Di Chi Sono Questi bambini?

di Federica Federico

06 Maggio 2014

gemelli

Lo scambio dei neonati in culla è, all’atto del parto, una delle più comuni ed “assurde” paure dei genitori.

E se scambiassero il mio bambino con un altro?”, questa è la domanda più paradossale, assurda ed irragionevole che una donna può farsi!

Razionalmente chiunque sa e comprende che lo scambio di neonati in culla è un errore umano assai raro, un accadimento “unico” che fortunatamente non capita con frequenza eppure la paura del figlio scambiato investe molte neo mamme ed è difficile da scacciare.

Di recente l’antica paura del figlio scambiato si è rinnovata e si è modernizzata: è diventata la paura della provetta scambiata.

Un errore umano, scatenato forse da un banale disguido tra nomi scritti su un elenco di pazienti, ha originato un assurdo ed eclatante scambio di figli nelle pance delle mamme.

All’Ospedale Pertini di Roma, durante un trattamento di PMA, è accaduto che per errore degli embrioni siano finiti in una pancia a cui non appartengono “biologicamente”.

In altre parole oggi una donna porta in grembo 2 figli, 2 gemelli che provengono da materiale biologico non suo e nemmeno del marito, queste 2 creature, sebbene oggi crescano nella pancia della mamma-gestante, sono di fatto originate da embrioni di un’altra coppia!

Come si sono svolti fatti:

lo scorso 6 dicembre una donna si è sottoposta a fecondazione assistita presso l’ospedale Pertini a Roma;
la fecondazione è andata a buon fine e la donna porta in grembo 2 gemelli;
nella stessa giornata in cui questa neomamma è stata artificialmente fecondata altre 4 pazienti si sono sottoste a PMA al Pertini: quella mattina le donne prenotate per il trasferimento di embrioni erano cioè 5.

In pratica quel giorno c’erano 5 donne in attesa di divenire madri. Inutile sottolineare che a ciascuna di queste donne va associato un aspirante papà, un uomo che insieme alla compagna avrà affrontato un percorso medico volto alla preparazione degli embrioni: gli embrioni, onfali, sono che il cuore della PMA, sono il materiale biologico da cui parte il sogno della maternità e della paternità. Ogni coppia quella mattina aveva il suo materiale biologico pronto per realizzare il sogno di divenire genitore.

La neomamma fecondata in quella mattina di febbraio al Pertini, dopo qualche tempo avrebbe effettuato una villocentesi di routine presso l’ospedale S. Anna di Roma;
la villocentesi però rivela un fatto scioccante: le risultanze dell’analisi rivelano che nel grembo della donna incinta non vi è traccia di materiale genetico del padre, né della madre. In sostanza i gemelli che la donna porta in grembo non sono nati dai suoi embrioni.

Quella mattina di febbraio al Pertini sono stati messi nella pancia di questa donna embrioni diversi da quelli che le spettavano.

La domanda è subito duplice:
dove sono finiti i suoi embrioni e quelli che porta in grembo sono figli suoi (anche se non le “appartengono” biologicamente)?

La donna avrebbe presentato un esposto e tale atto legale avrebbe fatto esplodere la vicenda, permettendo al caso di divenire di dominio pubblico.
Così è emerso il terribile scambio.

Ma c’è di più: si è scoperto che l’altra aspirante mamma (quella a cui biologicamente appartengono gli embrioni che ora stanno crescendo nella pancia della sua “collega”) non ha coronato il suo sogno e il suo ventre non è fiorito, l’inseminazione cioè è per lei fallita.

Va sottolineata subito una cosa importante:

a ciascuna delle 5 pazienti che quella mattina di dicembre hanno tentato di rimanere incinta i propri embrioni servivano solo per diventare mamme! Queste donne cioè guardavano ai loro embrioni come a potenziali figli. E questo dato, che segna le aspettative e le aspirazioni di ciascuna di quelle donne, è essenziale e non è trascurabile.

Lo scambio ha determinato un enorme problema:

da un lato c’è una gravidanza e dall’altro un assenza; da un lato c’è la vita che arriva e dall’altro c’è una sofferenza e un lutto; ma la gravidanza che si sta sviluppando intercetta l’opposta sofferenza perché si è scoperto che la gestazione è partita dal materiale biologico che doveva spettare e che appartiene all’altra coppia ed all’altra donna (quella donna che sin ora aveva metabolizzato la mattina del 6 dicembre come il giorno della perduta occasione di felicità).

Ora di chi sono questi figli? Di chi li porta in grembo o di chi ne rivendica la “proprietà biologica”?

Perché, ed era difficile che ciò non accadesse, la mamma biologica (che per di più è rimasta a “ventre vuoto”) ora vuole i “suoi bambini”.
La gestante si oppone fermamente e eccepisce che pur rinunciando alla somiglianza fisica quei figli adesso li sente suoi e le spettano come frutto della gestazione, della cura e delle aspettative emotive che nella gravidanza ha riposto.

E in merito (non per voler prendere le parti di chi i figli li sta costruendo nel grembo ma, piuttosto, per correttezza di informazione) va detto che la coppia in dolce attesa ha scoperto che i bambini non le appartenevano biologicamente quando era ancora in tempo per praticare l’aborto volontario: l’ipotesi di un aborto, che poteva chiudere, questa vicenda in un dolore privato e nascosto è stata rifiutata e forse lo stesso esposto è stato mosso solo per richiamare alla responsabilità chi di dovere.

Il problema aperto da questo inquietante scambio di bambini nelle pance delle mamme è inimmaginabile ed enorme perché innesca una questione legale in bilico tra proprietà materiale e aspirazioni sentimentali suscettibili di essere tradotte in diritti giuridicamente tutelabili.

E’ vero che gli embrioni sono un bene tangibile e oggettivamente riconducibile a un proprietario ma non è dato sapere se i medesimi embrioni sarebbero fioriti in una pancia diversa. Per esempio, ragionando per paradossi, è possibile pensare che nella pancia della signora attualmente incinta sarebbero cresciuti anche i suoi figli biologici? E se ciò fosse oggettivamente dimostrabile il danno sofferto dalla coppia si qualificherebbe come non commensurabile?

Ovviamente è anche vero che il DNA non mente e geneticamente questi figli sono riconducibili a 2 genitori diversi da quelli che adesso ne vivono e ne seguono la gestazione.

Appare chiaro che le domande morali sovrastano quelle materiali e forse spetterà ad un giudice il compito di regolare i diritti ed i doveri di questi “4 genitori”.

Sta di fatto che in Italia stanno per nascere 2 gemelli con 4 genitori diversi, dinnanzi a questa inquietante realtà nessuno può sottrarsi ad una domanda cruciale quanto violenta:
l’uomo che progredendo verso “la perfezione” si spinge così tanto avanti nel superamento dei propri limiti naturali mette in conto che andando “contro natura” non può eliminare dallo scenario del possibile l’errore umano?



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