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Papà Assente: Quanto l’Assenza del Padre Causa al Bambino Traumi e Pericoli

di Alessandra Albanese

19 Settembre 2014

 

papà e figli

Ho letto di recente una bellissima frase citata nell’Odissea:

Se quello che i mortali desiderano potesse avverarsi, per prima cosa vorrei il ritorno del padre”.

Lo dice Telemaco, figlio di Ulisse, che quanto a crescere solo con la mamma, aspettando che il padre tornasse, ne sapeva tanto, avendolo lui, e per giunta senza neanche la distrazione di fare e disfare tele, atteso per ben 20 anni.

I figli per crescere hanno bisogno della famiglia si dice sempre.

Certo, inutile dire che se la famiglia è composta da padre alcolizzato e madre drogata, il bambino avrà più difficoltà a credere che questo sia un nido d’amore, ma avere alle spalle un papà e una mamma che si prendono cura normalmente, senza che siano dei supereroi, dei figli, pone le basi per far si che essi crescano sani ed equilibrati e che diventino individui dotati di buon senso e ragionevolezza.

E se il papà non c’è?

Negli Stati Uniti lo United States Census Bureau ha pubblicato una ricerca secondo la quale il 24% dei bambini americani vivono senza padre biologico (la ricerca completa qui).

Da qui tutta una serie di articoli e pubblicazioni nelle quali si raccontava di come i bambini senza papà fossero più inclini a diventare delinquenti, alcolizzati, ignoranti e obesi.

Non è sempre così, ma occorre considerare e dare un certo peso a questo fatto e a questa ricerca.

Certamente l’assenza del padre per un figlio, soprattutto se piccolo, lascia il segno.

Ma prima ancora di pensare alla lontananza fisica, sarebbe opportuno capire cosa significa avere un padre assente.

Io, che non sono psicologa, dico sempre che con i figli, inutile menare il can per l’aia, serve la quantità.

Si, è la qualità della vita e della presenza a fare la differenza, anche se la quantità del tempo speso con loro è di fondamentale importanza.

Tutti quelli che dicono “Io coi miei figli ci sto poco, ma è la qualità quella che conta” vogliono un conforto, ma non è abbastanza.

Coi figli bisogna starci, bisogna crescerli, accompagnarli, guardarli, metterli a letto, far loro capire che mamma e papà ci sono.

E però vero anche che avere una famiglia (sempre più raro) nella quale ci siano una mamma, un papà che torna ogni sera dal lavoro e dei figli, non basta a dire che questi ultimi cresceranno bene.

Il papà assente non è unicamente quello che esce da questo contesto.

Piuttosto lo è colui che non ha assolto ai suoi compiti affettivi, educativi e non è riuscito a instaurare un rapporto con i figli.

Il padre è il tramite con il quale il figlio fa il suo ingresso in società.

Il bambino nasce legato da un cordone alla madre. E questo cordone non è solamente fisico.

Il papà ad un certo punto della vita deve tagliarlo, sarà lui, prima e più di tutti, a dover dare al bambino la certezza che lui è un individuo a sé.

Il passaggio dalla relazione a due con la madre all’esterno deve essere veicolato dalla figura del padre.

In certe culture ancestrali questo avviene ancora con un rito di iniziazione: i figli si distaccano dal nucleo a due e vengono accompagnati dal padre in questo.

Un figlio che cresca con la sola figura materna avrà difficoltà a manifestare i propri istinti maschili (non avendo potuto la mamma trasmetterglieli). Le figlie femmine invece potrebbero fare fatica a rapportarsi con l’universo di sesso opposto.

La figura paterna è una figura simbolica importantissima per i figli, motivo per cui bisogna sempre valorizzare questi papà, a dire loro quanto siano essenziali per i figli.

E se lo dice un sito che si chiama vitadamamma, c’è da starne certi!



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