Il 17 gennaio ricorre la celebrazione di Sant’Antonio Abate, e l’onomastico di Antonio e Antonia.
Il culto cattolico festeggia diversi santi di nome Antonio, tra cui forse i più commemorati sono sant’Antonio da Padova il 13 giugno e Sant’Antonio Abate il 17 gennaio.
Il nome Antonio ha derivazione probabilmente etrusca, poi “romanizzata” dal quale è derivata la gens Antonia.
Il suo significato deriva dal greco: nato prima, o che fronteggia gli avversari.
Sant’Antonio può essere considerato il capostipite del monachesimo, grazie alla sua vita eremitica.
Antonio nacque a Coma, in Egitto, da famiglia benestante.
Rimasto vedovo intorno ai 20 anni scelse di vendere tutti i suoi beni e di dedicarsi alla vita da eremita.
Scelse la strada che sarebbe divenuta regola dei Benedettini “Ora et labora”: lavorando si procurava del cibo e il rimanente lo dava ai poveri.
Dopo un momento di smarrimento si rinchiuse nella più totale vita ascetica dapprima in una grotta e poi in una fortezza abbandonata vicino il Mar Rosso, nella quale passò 20 anni in solitudine totale seguendo l’esempio di Gesù quando si ritirò nel deserto.
Dopo 20 anni di questa vita fu pronto a aiutare gli altri creando ben due gruppi di monaci, per poi ritornare in solitudine a finire la sua lunghissima vita nella tebaide, dove morì a 106 anni.
I suoi discepoli tramandarono la sua sapienza e sul luogo di sepoltura venne costruito persino un ospedale, poiché moltissimi malati (soprattutto di un morbo oggi conosciuto come Herpes zoster, o appunto fuoco di Sant’Antonio) affluivano a venerarne le reliquie, e poiché i monaci per curare questi ultimi allevavano dei maiali da cui ricavarne il grasso per spalmarlo sulle piaghe dei malati, l’animale cominciò ad essere associato al santo eremita egiziano, che venne considerato patrono dei maiali e degli animali domestici.
Oggi infatti vengono benedette sia le stalle che gli animali.
Sant’Antonio è anche patrono dei Pompieri, che spengono il fuoco come lui lo faceva metaforicamente sui malati.
In alcuni paesi ancora oggi si usa accendere dei “falò di Sant’Antonio”, le cui ceneri vengono raccolte in casa, le quali un tempo servivano per riscaldare i panni sui bracieri.
Chi porta questo nome è una persona timida, ma tenace e coraggiosa.
Ama la lotta e la vittoria, sebbene prediliga la collaborazione alla competizione.
E’ un nome diffusissimo in Italia, anche grazie al suo omonimo Sant’Antonio da Padova, in differenti varianti come Totò, Antonello, Tonio, Tonino e Antuono.
Il suo numero è il 7
- Il suo colore il Giallo
- La sua pietra il Rubino
Molti sono i personaggi famosi che portano questo nome: dai Romani Marco Antonio, ai diversi musicisti come Vivaldi e Stradivari, Antonello da Messina e ancora moltissimi altri.