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Bambino Ucciso Mentre Dormiva nella sua Culla

di Federica Federico

29 Luglio 2015

Ci sono voluti 12 mesi per ripristinate la struttura di quest’abitazione, è stato necessario un anno intero per restituire ad una famiglia, “una volta normale”, la materiale possibilità di vivere in questa casa, la loro casa. Oggi l’aspetto esteriore dell’abitazione è tornato quello di un tempo ma la famiglia che vi abita non avrà mai più la serenità perduta, a loro mancherà per sempre Nate, il bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla, travolto dalla vettura che ha sfondato la recinzione di legno e si è letteralmente scontrata con la sua casa, distruggendo per sempre la tranquilla normalità di una famiglia.

Nate, il bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla, aveva solo 8 mesi, l’autista della vettura invece era un adulto ubriaco, per di più una donna.

bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla

Era il 25 gennaio del 2013, le immagini vengono dall’Australia e testimoniano che la realtà dolorosa degli omicidi stradali è un male del mondo ed è una realtà trasversale. Non solo in Italia, da un punto di vista legale e processuale, la ridotta capacità di gestione del proprio sé dipendente dall’alcol viene vista come una condizione capace di minimizzare le responsabilità.

L’autista che letteralmente sfondò la casa di Nate travolgendolo nel sonno e uccidendolo, è stata rilasciata sulla parola ed è tornata in libertà. Fu complessivamente condannata a soli 3 anni e 8 mesi di carcere ed è rimasta in prigione per meno di 24 mesi, neanche 2 anni.

Nella tragica notte dell’incidente guidava tenendo una velocità tre volte e mezzo superiore rispetto al limite legale.

Nate, il bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla, non è la sola vittima di questa tragedia, lui ha perso la vita ma suo fratello maggiore, che l’ha visto finire schiacciato dall’auto e che al momento dell’incidente aveva solo 7 anni, la sua mamma e il suo papà sono parti vive del dramma. Nessun risarcimento può valere la vita di un figlio e nessuno può immaginare quanto sia importante sentire di “avere avuto giustizia terrena”.

bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla

Anche in Italia è forte la richiesta sociale di pene più severe per gli omicidi stradali. E chi domanda severità parte da un presupposto di logica: la responsabilità umana non può essere isolata ad una condizione momentanea ma deve risalire alla fonte della condizione stessa. Perciò, se il responsabile dell’incidente si è “coscientemente” ubriacato prima di guidare, malgrado lo stato di ubriachezza, il guidatore, reo di determinare un incidente stradale, dovrebbe rispondere pienamente degli atti commessi. Detti atti andrebbero, cioè, considerati come il risultato di un’azione che il reo avrebbe dovuto prefigurasi e preventivare già mentre beveva il primo bicchiere . Questa, in sintesi, la posizione di chi chiede più giustizia e più severità, ammettendo che la vita andrebbe considerata come valore primario.

Nate, il bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla, è uno die tanti angeli, vittime di omicidi stradali e protagonisti di tragiche morti che potevano essere evitate.

Dalle fonti internazionali si apprende che in Australia avvengono oltre 200 incidenti simili a quello tragicamente testimoniato da queste foto ovvero circa 200 auto sfondano le recinzioni di case comuni, entrano nei giardini e abbattono i muri perimetrali di abitazioni private, gli autisti invasori guidano tutti sotto l’influenza di alcolici.

Un bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla, prima di bere, quando sapete che vi metterete alla guida di un auto, pensate a Nate, al suo sorriso ed a tutti gli angeli, bambini e non , che in incidenti stradali hanno perduto la vita.

Un bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla

L’omicidio stradale è una battaglia di civiltà internazionale che il popolo deve chiedere e per cui c’è da fare ancora tanta tanta strada. Troppo spesso accade che tragedie come questa vengano “diffuse” nel momento in cui è sgorgato il sangue della vittima, ma sovente i riflettori si spengono presto e resta la solitudine delle famiglie degli angeli.

Nate, il bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla, deve essere ricordato anche oggi, mentre la donna autista che l’ha travolto torna in libertà, il suo ricordo, in questo senso, deve valere come una richiesta di giustizia per ogni angelo che ha perduto la vita ucciso in un incidente stradale.

Stacy e Justin Dunbar, sono questi i nomi dei genitori di Nate, continuano a condurre una campagna in nome della giustizia.

Bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla

Alla guida dell’auto che ha distrutto la loro serenità c’era una donna, non che questo faccia la differenza ma, personalmente, mi induce ad un’ulteriore riflessione: noi donne che siamo culla della vita dobbiamo essere testimoni della sua importanza, dovremmo avere sempre un atteggiamento di tutela verso la vita e verso i bambini (fosse anche di tutela preventiva), ovviamente questa è una mia personalissima considerazione da mamma.

Secondo le ricostruzioni rese note dalla stampa l’autista era in stato di ebrezza e, dopo essere violentemente entrata nella casa dei Dunbar, non si fermò per prestare aiuto, lasciandosi alle spalle il corpo senza vita di Nate e la disperazione della famiglia si allontanò a piedi camminando nella notte.

Bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla

Il giudice, decidendo per la libertà vigilata, ha sentenziato che non c’è pericolosità sociale tale da giustificare la permanenza in carcere della donna che uccise Nate; il carcere in cui è stata detenuta, anche questo va detto, è presentato dalla stampa internazionale come un penitenziario femminile con minimi standard di isolamento, rigidità e sicurezza, ma con una politica improntata sul recupero. E l’autorità giudiziaria avrebbe, anche a fronte del percorso di reinserimento sociale, valutato come sufficiente il recupero compiuto, in meno di due anni, da questa donna.

A Stacy e Justin Dunbar resta il fatto di essere divenuti, por malgrado, i genitori di un bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla, hanno i ricordi di Nate conservati con cura, hanno un figlio più grande da “salvare” da un trauma.

Bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla

 

I coniugi Dunbar hanno avuto una terza bambina, forse speranza di vita in un mondo che diveniva grigio.

Bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla

Per questa famiglia e per tutte le vittime di omicidi stradali, diffondiamo il sorriso di Nate, il bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla, nella sua casa, e facciamo sì che questa immagine diventi l’emblema di una richiesta costante di giustizia.

Bambino ucciso mentre dormiva nella sua culla



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