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Marito morto per overdose: moglie scatta un selfie con i figli

Si fa fotografare con i figli sorridenti accanto al marito morto per overdose poi pubblica la foto shock sui social. Ecco il motivo:

di Maria Corbisiero

17 Settembre 2015

Marito morto per overdose: moglie scatta un selfie con i figli

Le immagini, soprattutto quelle di forte impatto, hanno sempre un gran risalto sui social network, diventando spesso virali grazie alle tante condivisioni. Non è quindi un caso che il post di Eva abbia superato le 300mila condivisioni in una sola settimana. La foto della donna che posa sorridente accanto al marito morto per overdose ha scosso gli animi di molti cybernauti dividendo l’opinione pubblica.

Marito morto per overdose: la storia di Eva e Mike

Sorridente e per nulla affranta, almeno apparentemente, Eva Holland, una giovane donna originaria di Cincinnati, città situata nello stato dell’Ohio (USA), si è lasciata fotografare insieme ai suoi due figli, Lucas e Ava, accanto alla bara di suo marito morto per overdose. Mike Settles, questo il nome dell’uomo, è morto a soli 26 anni il 2 Settembre 2015, ad ucciderlo un’overdose di eroina.

Scossa dalla prematura perdita, la giovane donna ha deciso di farsi fotografare accanto al suo compagno di vita durante i funerali di quest’ultimo, scegliendo in seguito di postare quello stesso scatto sui suoi profili social (account Facebook e Instagram oggi rimossi o oscurati). Lo scopo? Mostrare a tutti gli effetti devastanti e letali di una grave dipendenza.

“Sono certa che questa foto metterà a disagio molte persone, ma la ragione principale per cui l’ho fatto è dimostrare la realtà della dipendenza. Se non si sceglie di guarire ogni singolo giorno questa sarà la vostra unica via d’uscita”.

Con queste parole Eva ha anticipato le motivazioni che l’hanno spinta a rendere pubblica una foto così importante e al tempo stesso cruenta. Uno scatto inusuale che in pochi aggiungerebbero all’album di famiglia eppure è una foto che riprende, in modo alquanto macabro, l’ultima immagine di una famiglia unita. Perché, contrariamente a quanti possano pensare, Mike è stato un buon padre ed un buon marito.

Perché la donna ha postato la foto del marito morto per overdose?

Nel rendere pubblica la foto che la ritrae insieme ai suoi figli e al marito morto per overdose, Eva ha cercato, in modo forte e diretto, di chiarire un concetto che per molti potrebbe sembrare ovvio ma che in tanti evitano, preferendo voltare lo sguardo da un’altra parte.

“La verità nuda e cruda è che l’eroina uccide”.

È ciò che scriveva la donna il 10 settembre 2015 sul suo profilo facebook (oggi rimosso) prima di iniziare a raccontare la breve storia di suo marito morto per overdose di eroina.

“So che molti saranno sconvolti dal fatto che io ne parli così apertamente. Ma nascondere i fatti non fa altro che ingigantirli. Forse pensi che non accadrà mai a te ed era ciò che pensava anche Mike. Siamo stati insieme per 11 anni. Ero lì prima che tutto questo cominciasse […] Lui stesso non avrebbe mai immaginato di finire in questo modo”.

L’inizio della dipendenza

Nel suo lungo post – inizialmente visibile a tutti perché non protetto da privacy ma oggi non più reperibile perché rimosso o oscurato – Eva descrive il compagno come un uomo felice e pieno di entusiasmo. Agli occhi di tutti era stato il figlio ed il fratello perfetto. Ma più di tutto era un gran padre che amava i suoi figli più di ogni altra cosa. La sua sola colpa era quella di essere rimasto vittima delle sue scelte sbagliate.

La donna infatti racconta che la dipendenza di Mike è iniziata quando gli sono stati prescritti dei semplici analgesici. Senza essere in grado di spiegare come e perché, la giovane vedova ha affermato che quei farmaci lo hanno portato alla dipendenza e all’eroina.

Resosi poi conto del suo malessere, per amore della sua famiglia, alla fine del 2014 Mike ha frequentato un centro riabilitativo che gli ha permesso di guarire e di ritornare dai suoi cari.

“Uscì prima di Natale, sembrava un uomo nuovo. Aveva trovato il suo scopo per vivere ancora, aveva ritrovato il suo meraviglioso sorriso, era tornato ad essere l’uomo, il figlio, il fratello, il padre di cui tutti avevamo bisogno”.

Nonostante tali premesse, la rinascita di Mike ha subito un brusco arresto alcuni mesi prima della sua morte, ossia quando ha iniziato ad assumere dei farmaci per un dolore ai denti. Per Eva quello è stato l’inizio della fine, l’irrimediabilmente ritorno sulla strada della dipendenza.

Marito morto per overdose: l’appello della moglie

 “Diceva che aveva tutto sotto controllo – scriveva Eva – che avrebbe potuto fermarsi quando voleva e che non aveva ancora bisogno d’aiuto. Ma si sbagliava […] Il padre dei miei figli, l’uomo che ho amato fin da quando ero bambina, il figlio meraviglioso e la grande persona che era ha perso la sua battaglia. E io avevo solo bisogno di condividere questa storia, nel caso in cui possa riuscire ad aiutare qualcuno”.

Aiutare gli altri, allertare chi crede di potercela fare da solo. Mettere in guardia chi è convinto di avere sotto controllo la propria dipendenza senza rendersi conto che è quest’ultima ad avere il comando. La dipendenza è l’unica che può decidere le nostre sorti. Aiutare gli altri prima che sia troppo tardi perché “La verità nuda e cruda è che l’eroina uccide” e non lascia scampo.

Una foto che fa discutere

La scelta di Eva nel pubblicare la foto che la ritrae con i suoi figli accanto al cadavere del marito morto per overdose è sicuramente opinabile ma, come successivamente racconta la donna, ha sortito l’effetto sperato.

La signora Holland infatti, mentre camminava in centro, è stata raggiunta da una donna in lacrime che le ha chiesto se potesse abbracciarla. Pensando semplicemente che avesse avuto una brutta giornata, Eva ha acconsentito all’abbraccio ricambiandolo. Solo dopo la donna si è presentata a lei affermando di essere una tossicodipendente che, grazie al suo post, si è salvata da un’overdose. In poche parole quella foto così estrema e dura, come anche il discorso che l’accompagnava, ha salvato una vita.

 

È possibile dunque sostenere, almeno in questo caso, che il fine giustifica i mezzi?


Articolo aggiornato il 10 Novembre 2022



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