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La Pelle dei Neonati: un Mezzo per Scoprire il Mondo

di Federica Federico

19 Ottobre 2016

Il parto è per definizione l’evento grazie al quale il bambino viene alla luce. La nostra societa’ è abituata a osservare la nascita con gli occhi degli adulti (mamma, papà, medici, ostetriche e familiari), ma il vero protagonista del parto è il bambino: nel giorno della sua venuta alla luce il bebè “cambia vita” passando dall’utero al mondo!

 

Nella pancia della mamma il feto diventa un bimbo, si forma e cresce progressivamente di settimana in settimana. Immerso nel liquido amniotico e nutrito attraverso la placenta e il cordone ombelicale, pian piano sviluppa l’udito, affina la coordinazione degli arti e, dopo aver capito come si muovono gambe e mani, arriva a stimolare la bocca con le dita.

 

Tutte le mamme si commuovono guardando le immagini del figlio regalate dalle ecografie prenatali, questi “mini video” direttamente dal pancione dimostrano come il bimbo viva e cresca nel ventre materno. Quando si è completamente formato, dopo i nove mesi ovvero circa 40 settimane, il bebè è pronto ad attraversare il canale del parto per liberare il suo primo vagito.

 

Il neonato porta con sé un patrimonio sensoriale già sviluppato nel pancione. Ciò che proverà durante il parto e non appena verrà alla luce sarà, però, qualcosa di assolutamente nuovo e diverso.

La pelle dei neonati

Il bebè appena nato si trova improvvisamente coinvolto da nuove sensazioni, tutte differenti da quelle che provava nel ventre.

 

 

Sparisce l’acqua e compare l’aria; la luce ha un aspetto diverso e gli occhi incominciano a vedere il mondo; cambia la temperatura corporea e il battito cardiaco deve trovare il suo nuovo equilibrio; la solitudine è solo un ricordo e diviene necessario interagire con cose e persone.

 

Come se non bastasse, bisogna respirare con i polmoni (e la funzionalità polmonare si attiva col pianto, con la fatica del parto e con i piccoli lamenti che caratterizzano le prime espressioni del bebè).

 

Inoltre la mamma non è più “fisicamente unita” al figlio perché da un corpo se ne sono generati due attraverso la scissione del parto. Il distacco dalla madre è per il neonato una condizione faticosa da comprendere.

 

 

Visto con gli occhi del bebè, il parto è uno straordinario cambiamento che può persino essere definito “uno stravolgimento”. Per aiutare il bambino a muoversi nel nuovo mondo conoscendo se stesso e interagendo con gli altri, è importante accompagnarlo nella decodificazione delle sensazioni.

 

 

Le impressioni che il bimbo percepisce attraverso la pelle, quindi le sensazioni tattili, sono tra le prime emozioni provate dal neonato e si tratta di percezioni immediate che hanno inizio già durante il parto.

 

 

La pelle è un organo sensoriale, ciò vuol dire che riceve sensazioni dal mondo esterno e le traduce in impulsi. Percepiti e raccolti dalla cute, questi impulsi vengono inviati al cervello. Successivamente, attraverso le connessioni cerebrali, vengono decodificati e tradotti in emozioni (positive o negative).

 

I recettori sensoriali sono su ogni angolo di pelle, perciò, in qualunque modo si tocchi il bebè, a lui si trasmette una sensazione. Più sensazioni positive accumula il neonato maggiore piacere riceverà dalla vita e più sarà calmo e placido.

 

 

Lo stimolo sensoriale si può tradurre in accoglienza, affetto, cura delle paure e, in una parola sola, amore.

 

 

Stimolando la pelle del bambino, mamma e papà possono trasmettere al piccolo sicurezza, possono calmare le sue tensioni e lenirne le ansie.

 

L’alto contatto è quella tecnica di cura fatta di abbracci pelle a pelle, in cui madre e figlio transitano dal rapporto intra-uterino a quello extra-uterino, adattandosi serenamente ed insieme alla vita fuori dal pancione.

 

 

Dopo il parto, in che modo mamma e un papà possono aiutare il bambino a scoprire il mondo esterno e vivere serenamente l’adattamento alla vita fuori dal ventre?

 

 

Al neonato serve calore, la sua pelle deve toccare quella della mamma per ritrovare il battito cardiaco che durante i nove mesi risuonava nel pancione. Il suono del cuore materno è la prima musica che il bebè ascolta.

 

E’ consigliabile tenere il bebè in fascia e garantirgli un alto contatto con la madre. Il rapporto pelle a pelle favorisce la sicurezza de bambino e lo aiuta a non percepire il mondo esterno come pericoloso o estraneo.

 

 

Ciò vale anche in relazione all’odore materno che, alla stessa stregua del dolce rumore del cuore, rappresenta per il bambino il recupero di una “sensazione primordiale” capace, più di ogni altra cura, di infondere grande sicurezza.

 

 

Gli avvolgenti abbracci dei genitori, il massaggio infantile, le coccole e le carezze sono tutte esperienze tattili che si traducono in conforto emotivo. Come tali sono stimoli sensoriali veicolati dalla pelle, non solo utili ma addirittura indispensabili per il buon adattamento al mondo esterno dopo il parto.

 

 

Anche il momento del bagno rappresenta un’occasione di stimolazione sensoriale della pelle. Riportare il bebè in acqua il prima possibile è estremamente importante da un punto di vista emotivo perché rappresenta un ritorno all’elemento liquido che è stato la casa del bimbo nei 9 mesi di gestazione.

 

 

Per il neonato il bagno diventa l’occasione per rilassarsi e lasciarsi andare alle percezioni sensoriali ricevendole come cure dolci con tutti i loro benefici.

 

 

Create un clima accogliente, un bagnetto caldo, con prodotti rispettosi del Ph fisiologico del bambino, come ad esempio i prodotti per il bagno Mustela, e accompagnate il tutto al tocco delicato del genitore.

 

Via libera, dunque, alla terapia delle carezze: toccate vostro figlio a mani nude e cuore aperto, spalmategli le creme e gli oli, bagnate la sua pelle, accarezzatelo e massaggiatelo, mettete il suo corpo a contatto col vostro. Educate il bambino a ricevere stimoli affettivi attraverso la cute e i benefici saranno enormi!

 

Autore Foto: Jenny Sturm – Fotolia.com



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