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Mio Figlio Si Annoia Sempre: Gestire Noia, Rabbia e Ansia

di Federica Federico

03 Novembre 2016

Lo “stress” è diventata una condizione tipica della vita moderna, siamo abituati a correre, a incastrare gli appuntamenti e a sommare gli impegni. Raramente sottraiamo i figli al tran tran della vita con mille impegni. Questa condizione “movimentata” delle nostre esistenze, produttive e cariche di cose da fare, spesso travolge i bimbi come uno tsunami privandoli della noia.

I bambini, in realtà, avrebbero sempre bisogno di momenti dedicati al riposo, alla quiete, alla noia e con essa alla serenità.

Sarebbe auspicabile, per i più piccoli, incontrare, nel corso della giornata, almeno un momento di “inattività” o, per meglio dire, di attività non pianificata. All’interno di questo spazio il bambino potrà e dovrà decidere cosa fare, come farlo ed eventualmente si troverà costretto persino a fare i conti con la noia.

bambino noia rabbia ansia

“Mamma mi annoio, che faccio?

E’ questa una domanda ricorrente quando il bimbo si trova da solo e costretto dalle circostanze a gestire in autonomia il proprio tempo. E’ auspicabile che il genitore non risolva la noia del bambino e non vada oltre qualche piccolo consiglio.

 

Provare noia significa non solo trovarsi in una condizione di mancanza di attività, equivale, piuttosto, ad affrontare un sentimento rispetto al quale il bambino è costretto ad una decisione che per lui è importante (oltre che costruttiva in termini di crescita): il piccolo, infatti, è chiamato a decidere in che modo riempire il vuoto e in che modo usare il suo tempo.

La noia potrebbe persino ingenerare rabbia, ciò accade quando il bimbo non riesce a decidere cosa fare o non fare.

Quando noia e rabbia si mischiano è necessario l’intervento del genitore che non deve mai lasciarsi travolgere dall’ansia del bimbo e nemmeno deve dare per scontata la difficile consapevolezza di concetti complessi come lo scorrere dei minuti, la scelta di una priorità o la gestione delle proprie attività.

I bambini possono imparare a gestire tempo, azioni e ansia attraverso l’esempio:

“Domani tu devi andare a scuola e io devo mettere a tua disposizione il grembiule, i vestitini e il panierino. Nel tempo che ho a disposizione, ho deciso di avviare la lavatrice; intanto ho preparato la cena, lavato le tue stoviglie e sistemato quelle pulite nel cestino.

Il grembiule nel frattempo era pronto, l’ho messo nell’asciugatrice (oppure l’ho steso, a seconda delle abitudini familiari); intanto ho preparato la cena e la tavola.

Prima di cenare ho stirato il tuo grembiulino. Domani tu troverai tutto pronto e io ho fatto ciò che mi ero prefissata.”

bambino noia e gestione del tempo

“Segui l’esempio della mamma e scegli cosa fare”

La noia si vince facendo, il bambino a cui vengono prospettati degli esempi comprende che il tempo “vuoto” si riempie di azioni. Mamma, infatti, ha usato il suo tempo per lavare il grembiulino, preparare il cestino e la cena.

Il tempo si gestisce considerando cosa voglio fare o mi serve prima, cosa intendo mettere in atto o mi occorre dopo.

Premesso che difficilmente un bimbo riesca a gestire autonomamente il suo tempo prima dei 5\6 anni, attraverso la gestione autonoma delle sue attività il bimbo in età scolare comprende anche il concetto di priorità.

 

Nei suoi pomeriggi “liberi” e di autonoma gestione del tempo, potrà accadere che il bambino incorra in un sentimento di “delusione”:

mamma bimbo noia

“Mamma ho giocato poco con la bicicletta”

oppure

“Mamma non mi è rimasto tempo per il fumetto”.

Questa frustrazione ha la sua importanza e il suo positivo risvolto: provandola il bambino comprenderà che ogni attività ha un suo tempo, lungo o breve, e che nella scelta delle priorità l’impegno in termini di tempo va considerato e valutato.

 

Ad un bimbo che pianga sul tempo versato va concessa una buona dose di coccole e l’opportunità di ragionare attraverso degli esempi: “Ieri mamma voleva andare a trovare la nonna, ma ha portato te in piscina. Per andare dalla piscina a casa della nonna a mamma sarebbero serviti 20 minuti, altri 20 per tornare e quindi 40 minuti in tutto. La tua lezione dura 50 minuti. Perciò ho considerato che non ce l’avrei fatta e non sono andata dalla nonna!

Come vedi anche io ieri ho avuto problemi di tempo e ho dovuto rinunciare a qualche cosa!”

Rabbia, noia e ansia di non riuscire a fare tutto, sono sentimenti che il bambino deve imparare a gestire e con cui deve imparare a convivere.

Il genitore non deve temerli, anzi è nostro compito garantire al piccolo la piena possibilità di viverli, provarli e affrontarli.



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