Intorno ai 6 anni circa i bambini incominciano a sollevare i primi dubbi sull’esistenza di Babbo Natale. Per i genitori, è questo il momento delle grandi domande: noi genitori, punto di riferimento dei figli, stiamo dicendo loro una bugia, che potrebbe profondamente deluderli, e gli stiamo negando la verità oppure stiamo permettendo ai bambini di vivere una favola? Il bambino si sentirà tradito dalla nostra bugia bianca? Come dire ai bambini che Babbo Natale non esiste, e che parole usare? Quale sarà la reazione del bambino?
Babbo Natale e pensiero magico
Sempre più spesso viene messa in discussione la stessa narrazione fantastica del Natale, sino a considerare l’opportunità di dire ai bambini la verità su Babbo Natale subito o il prima possibile. In qualità di Pedagogista ritengo che la magia del Natale resti un diritto dei bambini e che le credenze fantastiche legate a questa ricorrenza possano alimentarne il sano sviluppo, anche attraverso il pensiero magico.
Il Natale porta con sé una narrazione fantastica che intanto è possibile raccontare ai bambini in quanto questi sono naturalmente dotati di un pensiero animistico, ovvero fondono fantasia e realtà e si affidano ai racconti degli adulti di riferimento.
Il pensiero magico (ammesso nella letteratura pedagogica già da Jean Piaget) non è confusivo, al contrario fa da filtro tra quanto di grande e difficilmente comprensibile viene osservato e percepito dai bambini nel mondo esterno e il bisogno di dare agli accadimenti un posto e una spiegazione interiori. In questo senso il pensiero magico è un accrescimento.
A che età il bambino smette di credere a Babbo Natale
Tanti genitori sono colti da stupore e tristezza quando, generalmente verso la fine del ciclo della scuola primaria, il figlio raggiunge la verità: “Mamma, papà, dite la verità: Babbo Natale non esiste!?”
Presto o tardi, per ogni genitore arriva il momento di affrontare questo delicato argomento: se da un lato crescono i sospetti del bambino e le sue domande si fanno insistenti, d’altro canto l’adulto avverte il pericolo di essere sul punto di violare l’idea meravigliosa e fiabesca del Natale che il figlio ha nutrito sino a quel momento. In fondo al proprio cuore, è persino possibile che il genitore fatichi a lasciare andare quel bambino che sta crescendo, l’immaginario di Babbo Natale è un favola gestita dall’adulto e, in quanto tale è una saldo punto di contatto-controllo genitore-figlio
I bambini, tuttavia, crescono e ad ogni Natale, anno dopo anno, la comprensione di quello che li circonda si avvicina sempre più a una cognizione adulta.
Fingere l’esistenza di Babbo Natale, cosa fanno i grandi
Sono moltissimi i genitori attenti a simulare l’esistenza di Babbo Natale e lo fanno ogni volta più dettagliatamente perché intenzionati a prolungare la magia della festa.
Anche voi avete disegnato sul pavimento le sue impronte con la farina? Avete organizzato chiamate e video chiamate dedicate al vostro bambino? Siete stati ospiti persino nella casa di Babbo Natele e certamente avete condotto il bimbo nel suo ufficio postale per scrivere quella letterina che sarà già arrivata a destinazione? Ma, malgrado tutti i vostri sforzi, il bambino ha mangiato la foglia e scoperto la verità!
Il momento della verità arriva per tutti, come poc’anzi accennato, l’età della scoperta generalmente si colloca tra i 6 e i 9 anni. Sul finire del ciclo scolastico della primaria di primo grado (la scuola elementare) quasi nessun bambino crede più a Babbo Natale.
Comunemente i genitori e i nonni attribuiscono la scoperta della verità soprattutto al confronto con i coetanei oppure ai contenuti a cui i bambini accedono attraverso TV e internet (sebbene l’accesso alla rete a questa età si possa dire persino precoce). Parlando con i compagni i bambini fortificano dubbi e domande che naturalmente emergono nei loro pensieri, questo non possiamo negarlo. Ma quel che conta sapere è cosa succede nella mente del singolo bambino e come arriva a scoprire la verità su Babbo Natale.
Come e perché i bambini scoprono che Babbo Natale non esiste
Fino ai 5-6 anni il bambino pensa e reagisce in modo istintivo ed emotivo, solo intorno ai 6-7 anni l’area prefrontale del suo cervello incomincia a dimostrarsi funzionale al pensiero logico-razionale.
Inoltre prima dei 5-6 anni il bambino è guidato dal pensiero magico o animistico e confonde tra loro fantasia e realtà. È anche per questo che fino ai 6 anni circa le sue risposte sono ancora fortemente emotive, pensa e agisce in modo diverso da come, invece, farebbe un adulto.
Come funziona il pensiero magico
Il bambino ragiona un po’ come i nostri antenati che attribuivano alla rabbia degli agli Dei la responsabilità delle tempeste.
Il pensiero magico del bambino ha un forte potere adattativo, ovvero è capace, pian piano, di aiutare il piccolo a raggiungere competenze più raffinate risolvendo, nel frattempo, quelle che potrebbero essere paure limitanti.
Grazie al pensiero magico il bambino si sente protetto e al sicuro e trova personali canali di decodifica delle cose del mondo. Il pensiero magico fa sì che le favole, le fatine e le magie aiutino i bimbi a crescere e a crescere bene!
Il compito dell’adulto deve essere quello di caricare la fantasia di valori ed emozioni e insieme di aggiungere alla narrazione fantastica nuove competenze che siano in armonia e non in conflitto con essa. Alle fiabe del Natale e ai suo personaggi magici si possono aggiungere competenze emotive e valoriali. Del resto, ciò che ci resta di Babbo Natale è l’altruismo, la profonda bontà del dono, inteso come atto di gratuità, e il senso di comunità che lega lui a tutti i bambini del mondo e tutti i bimbi del mondo a lui stesso.
Posta la commistione tra fantastico e reale in cui vive il bambino, agli occhi dei nostri bimbi Babbo Natale non è una bugia, egli è una fantasia che penetra nel loro mondo e dà senso concreto ad un’atmosfera.
Come dire ai bambini che Babbo natale non esiste senza rovinare spirito natalizio
Intorno ai 6 anni i bambini incominciano ad esercitare un pensiero più strutturato che li rende capaci di recuperare dalla realtà circostante informazioni sulla vita e su come vanno le cose nel mondo; a questa età, per rispondere a dilemmi come l’esistenza di Babbo Natale, i bambini sono capaci di ricostruire puzzle ideali, mettere insieme indizi, sospetti e informazioni.
Comunemente, quando il bambino arriva alla verità con i suoi mezzi vuol dire che è abbastanza grande per emanciparsi dal pensiero magico ed è importante non negargli questa maturazione. In queste circostanze, ammettere la verità equivale ad accogliere la crescita del bambino.
Come reagisce il bambino quando scopre che Babbo Natale non esiste
Alcuni bambini trovano semplicemente conferma delle conclusioni a cui sono arrivati, altri fingono di continuare a crederci o perché indotti dai genitori a non abbandonarne la credenza o per il timore di perdere i regali. Quelli che piangono sono o bambini che non erano pronti ad accogliere questa verità o bimbi a cui è stata disvelata male. Il dolore di questi ultimi va accolto e non va sminuito né screditato con frasi come: “Vuoi restare bambino”oppure “Che piagnucolone, che sarà mai!”.
Quali parole usare per rispondere alla domanda del bambino: “Babbo Natale esiste oppure no?”
Quando il bimbo chiede “assertivamente” al genitore di conoscere la verità ammetterla significa abbracciarne il bisogno di conferme sostenendone l’affidamento all’adulto.
Mamma e papà, però, possono sentirsi molto scoperti e in imbarazzo dinnanzi al bambino che arriva alla verità su Babbo Natale, e non c’è da provare vergogna per questo. Se può essere di consolazione, sappiate che la letteratura scientifica non consegna alla pedagogia nessun trauma rispetto alla fine della favola natalizia. Piuttosto è importante, nel momento stesso in cui la verità viene a galla, far leva su quanto di bello Babbo Natale lascia anche nel cuore dei bimbi grandi.
Anche se siete in imbarazzo, chiedete a vostro figlio cosa pensa della storia di Babbo Natale e cosa conserverà nel suo cuore. Spostate il focus sulla crescita: la verità rappresenta consapevolezza e significa essere cresciuto. Inoltre istruitelo a rispettare la fantasia dei bimbi più piccini, così, come un fratello maggiore, il bimbo grande diventa il custode di una “magia”.
Importanza delle tradizioni
Nel momento in cui la favola di Babbo Natale lascia il posto alla meno affascinante verità sui regali di Natale, ovvero si scopre che li comperano mamma e papà, emerge con forza l’importanza delle tradizioni natalizie della famiglia.
Create dei riti familiari tradizionali anche originali e che vadano oltre il racconto e l’arrivo di Babbo Natale. È utile infatti strutturare una cintura di sicurezza ulteriore rispetto a questa figura e che rappresenti il nucleo delle tradizioni che restano immutate malgrado la scoperta della verità su Babbo Natale. Questi rituali saranno supportivi per far sì che la magia del periodo natalizio non svanisca una volta che i bambini scoprono che Babbo Natale non esiste.
Babbo Natale non esiste? Come comportarsi quando i bambini sono molto piccoli (sotto i 5 anni)
Quando la domanda cruciale arriva da un bambino ancora particolarmente piccolo, sotto i 5 anni d’età, sta a noi genitori fare una scelta: rompere già la fiaba natalizia oppure preservare ancora la magia dell’uomo vestito di rosso che porta i doni in tutto il mondo. Ricordiamo che possiamo farlo in ragione del pensiero magico.
La dottoressa Nadia Bruschweiler-Stern, specializzata in pediatria e psichiatria infantile afferma che la figura di Babbo Natale è importante per i bambini. Questo mito natalizio insegna i valori della generosità, della condivisione, della pazienza (laddove la pazienza si concretizza nell’attendere l’arrivo di Babbo Natale) e dell’impegno nell’essere bravi.
Dire ai bambini che Babbo Natale non esiste oppure lasciare che credano in lui? Cosa dice la scienza
Pedagogisti e psicologi si dividono sul tema: dire la verità o meno in età infantile resta una scelta familiare. Come già chiarito, da Pedagogista consiglio di nutrire in ogni modo positivo il pensiero magico, in esso risiede la forza delle idee più ambiziose e produttive degli uomini del domani.
Per fare grandi cose bisogna aver nutrito grandi fantasie ed emozioni.
Diversamente se a domandarlo (o ad affermarlo con la speranza di trovare un conforto nell’adulto) è un bimbo già grandicello, ovvero un bimbo in età scolare e quindi dai 5-6 anni in su, entrano in gioco i fattori dell’affidamento all’adulto e della sincerità: diventa anche una questione di fiducia. Come già sottolineato, il bambino ci chiede di accogliere la sua crescita, la determinazione raggiunta logicamente e ci dà fiducia quando ci pone la sua grande domanda: “Babbo Natale non esiste?”
Cosa fare se un bambino già grandicello continua a credere in Babbo Natale
Un bimbo di un’età superiore ai 9-10 anni che crede ancora in Babbo Natale potrebbe essere affezionato al suo pensiero magico e semplicemente temere la disillusione della realtà fino al punto di negarla a se stesso. Oppure la credenza potrebbe dipendere da una forte volontà familiare che orienta il bimbo in questa direzione.
Rispetto a quest’ultima ipotesi la scelta resta personale dei genitori, tuttavia ciascuno di noi, come adulto, deve sempre considerare la relazione dei figli con la società e con i pari: prestate attenzione a come il permanere di vostro figlio nella fiaba si relazioni ai contesti sociali di riferimento. Evitiamo che il bimbo resti il solo, già grandicello, ad alimentare una credenza che per i compagni delle medie, per esempio, appartiene ormai solo ai bimbi piccoli.
Quando il bambino raggiunge l’età scolare, è importante che tra genitore e figlio cominci pian piano, anno dopo anno, un dialogo, riguardo a Babbo Natale, l’obiettivo è mettere il bambino in condizione di arrivare alla verità da solo. Questo dialogo, a un certo punto della crescita del bimbo, può divenire persino supportivo della verità. A un bimbo di 9-10 anni si può chiedere cosa pensa dell’esistenza di Babbo Natale con lo scopo di guidarlo alla verità, posto che la famiglia abbia deciso di renderla nota al proprio figlio.
Il racconto della verità, da parte nostra, deve arricchire i presupposti a cui il bambino è giunto e deve soddisfarne i dubbi, e tenete conto del fatto che certamente anche un bimbo che non li manifesta ne ha.
Cosa fare se il bambino resta deluso dalla verità su Babbo Natale
È importante spiegare ai bimbi che il Natale è e sarà sempre un periodo dell’anno magico. È essenziale che capiscano che la magia sta proprio nei preparativi e nell’attesa, negli ideali e nelle speranze che questo periodo sollecita ed evoca.
Se in casa ci sono fratelli e sorelle più piccoli, il fratello maggiore che ha scoperto la verità sul Natale può assumere il ruolo maturo e importante di complice dei genitori per far sì che il bimbo più piccolo continui a credere in Babbo Natale. Questa complicità tra genitore e figlio, la custodia di un importante segreto, responsabilizzerà il bambino e renderà la scoperta una conquista di maturità. In termini concreti, ciò aiuta il bambino più grande ad entrare un po’ nel mondo adulto e lo fa sentire più partecipe rendendo così più facile accettare la scoperta.
“ Visto ora sai la verità devi aiutare mamma e papà affinché tuo fratello possa ancora vivere in una favola”. Questo è quello che io personalmente, nella mia vita da mamma, mi sono trovata a dire a mio figlio.
E se non ci sono bimbi più piccoli in casa?
Nel caso in cui in famiglia non ci sia la presenza di bambini più piccoli entra in gioco lo spirito natalizio e l’insieme di riti e tradizioni familiari a cui abbiamo accennato in precedenza. Ad esempio il presepe fatto insieme; l’albero fatto con delle decorazioni home made; l’appuntamento fisso ad un certo mercatino natalizio per cercare ogni anno un addobbo nuovo.
Mio figlio ha pianto e si è disperato quando ha scoperto che Babbo Natale non esiste
Se il bambino accusa il colpo della resa verità, piange e manifesta dispiacere per la perdita della sua fiaba di Natale, abbiate cura di accogliere le sue emozioni e di non sminuirle, probabilmente in quel momento vi sta chiedendo solo conforto. Il suo pianto è un addio, una piccola ferita che guarirà presto e che rappresenta anche uno slancio verso una visione più adulta della realtà.
Babbo natale non esiste ma la fantasia sì
Per rimarcare lo spirito del Natale va alimentata la fantasia, così se, per esempio, avete la tradizione di mettere sotto l’albero alcuni biscotti per Babbo Natale decidete insieme di continuare a farlo anche dopo la scoperta della verità sul Natale. E magari potrete poi mangiare quei biscotti tutti insieme il mattino seguente.
Insomma non rompete tutta la magia natalizia rispondendo frettolosamente alla domanda con un laconico: “Sì è vero! Babbo Natale non esiste! Fine della favola.”
Fate in modo che tutti i ricordi legati a questa festività e alla figura di Babbo Natale rimangano e cominciate a costruirne di nuovi affinché, anche una volta adulti, i bambini abbiano a cuore lo spirito natalizio. Ciò vale anche come cultura del Natale e permetterà ai nostri figli, una volta diventati adulti, di ricreare con tanto amore la stessa magia che voi avete creato e state creando per loro.
@montessorianamente.mamma Mamma, papà dite la verità: #babbonatale non esiste? #verità o #bugia ♬ suono originale – Federica Federico
Articolo originale 4\12\2017 – aggiornato e implementato 18\12\2023 – aggiornato e implementato 2\12\2024