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Bullismo a scuola: il racconto di un insegnante

di Maria Corbisiero

08 Maggio 2018

In seguito all’indignazione generale ed al grande clamore mediatico suscitato dagli ultimi casi di bullismo a scuola, che hanno avuto come vittime un insegnante di Velletri ed un professore di Lucca, una docente ha deciso di raccontare la propria personale esperienza.

 

Bullismo a scuola: il racconto di un insegnante.

Bullismo a scuola: il racconto di un’insegnante

Contattata dalla redazione del Tgcom24, una docente di Modena, che ha preferito mantenere l’anonimato, ha raccontato alcuni episodi di bullismo a scuola che avevano come protagonisti alunni delle scuole medie presso le quali ha insegnato.

“Era la prima volta che entravo in una classe. Era una scuola media di un paese vicino a Modena, la mia città. C’era un ragazzo che ha percepito che ero in difficoltà e ha iniziato a prendermi di mira”.

La professoressa racconta di come il ragazzo, cresciuto in un ambiente difficile, i genitori erano ex tossicodipendenti, avesse compreso la sua debolezza e di come l’avesse usata a proprio vantaggio.

“Si alzava e veniva alla cattedra, buttava giù le mie cose, mi scimmiottava e incitava a far casino tutta la classe che lo seguiva. Sono arrivata a un punto in cui non riuscendo a impormi un giorno stavo per scoppiare a piangere e sono uscita di corsa dalla classe”.

L’insegnante chiarisce di esser stata all’epoca e di esser tutt’ora completamente impotente dinnanzi a tali atti in quanto le uniche “armi” a sua disposizione sono le note, le segnalazioni al preside ed i colloqui con i genitori, strumenti che possono diventare inutili dinnanzi a gravi episodi di bullismo a scuola come violenza psicologica e fisica.

 

Nel raccontare gli atti di bullismo a scuola subiti, l’insegnante non omette quelli più sconcertanti che hanno coinvolto non solo lei ma anche le colleghe ed alcune alunne.

 

Trasferita poi in una scuola media di un altro paese, la professoressa si è ritrovata a dover gestire un ragazzo proveniente da una realtà familiare difficile e con un disturbo certificato che ha cercato in tutti i modi di renderle la vita scolastica non facile.

“Per me era un incubo. All’inizio non sapevo come gestirlo, cercavo di trattarlo come gli altri, ma questo non faceva che peggiorare la situazione. Più lo sgridavo e più diventava ingestibile. Una volta si è alzato dal banco mi è venuto a un centimetro dalla faccia e mi ha urlato ‘vaff*** brutta ….’ davanti a tutta la classe. Mi si è gelato il sangue, ho avuto paura anche se ho cercato di mantenere la fermezza”.

Come detto in precedenza, questi atti di bullismo a scuola, oltre ai ripetuti tentativi di palpeggiamento, perpetrati da questo ragazzo non avevano come vittima solo la docente ma anche le colleghe di quest’ultima e le stesse compagne di classe dello studente.

“Addirittura su Facebook aveva creato un profilo falso con una vita falsa e sosteneva di aver messo incinta una sua compagna di classe”.

Sentitasi minacciata ed in pericolo, l’insegnante ha poi minacciato di denunciare il ragazzo che ha così preferito non darle più fastidio senza però rinunciare a compiere atti di bullismo a scuola.

“Purtroppo noi insegnanti siamo impotenti perché a molti ragazzi non importa nulla della nota sul registro soprattutto quando a casa hanno dei genitori che li giustificano in qualsiasi circostanza”.

 

Atti di bullismo a scuola: cosa fare?

 

Quanto accaduto e quanto continua ad accadere nelle varie scuole d’Italia non può lasciarci indifferenti perché è la chiara dimostrazione del fallimento di noi genitori come educatori e della scuola come veicolo utile ai ragazzi per inserirsi all’interno di una società.

Gli atti di bullismo a scuola, indipendentemente da chi siano le vittime, studenti o professori, mettono in evidenza la sempre più scarsa collaborazione tra famiglia e scuola, viste sempre più come due entità diverse e non come due importanti aspetti della vita dei ragazzi.

 

L’insegnante intervistata dal Tgcom24 parla specificatamente di due ragazzi con un trascorso familiare problematico, dell’assenza di una figura genitoriale che presti loro la debita attenzione e che collabori con la scuola per garantire loro la giusta formazione.

Ed è proprio questa la chiave per combattere il bullismo a scuola: dialogo, presenza e collaborazione, perché siamo tutti anelli di una stessa catena chiamata società, se uno di questi cede la stessa non può far altro che spezzarsi.

Spiegare il bullismo ai bambini con 2 mele

Fonte: Tgcom24



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