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Camilla Compagnucci, la bambina morta sugli sci (l’incidente)

di Federica Federico

03 Gennaio 2019

Si chiamava Camilla Compagnucci, la stampa ne mostra le foto, sorridente accanto al papà, è difficile immaginare che questi occhi belli si siano spenti su una pista da sci, semplicemente, banalmente e in pochi istanti, solo per una caduta.

 

 

Camilla Compagnucci, 9anni, è morta su una pista da sci ad imbuto di difficoltà medio alta, il fatale incidente in Val di Susa

 

Camilla e suo padre avevano raggiunto una comitiva di amici, compagni di classe della bambina e altri genitori, per passare solo pochi giorni sulla neve. A dirla tutta questa vacanza stava persino per saltare: il papà era molto raffreddato, così tanto da ritardare la partenza di un giorno.

 

La piccola conosceva e amava lo sci già da diversi anni e, anche considerata la sua dimestichezza con questo sport, la tragedia che si è consumata pare incomprensibile.

 

Poco dopo le 14.30 di ieri Camilla Compagnucci ha imboccato la pista numero 27 del comprensorio sciistico della Via Lattea.

 

Affrontava una discesa di media difficoltà, chiamata ad imbuto perché a un tratto si restringe come il collo di un imbuto e consente allo sciatore di passare attraverso le rocce a stretto contatto con la natura innevata.

Camilla affrontava la pista col papà e un amico di famiglia, la bimba apriva la cordata; i due adulti l’hanno vista proprio nel momento in cui ha perso l’equilibrio, dopo aver affrontato una piccola cunetta, per quanto abbia aperto gli sci a spazzaneve e usato le bacchette, ha perduto il controllo ed è finita fuori pista (la stampa fa una ricostruzione grafica dell’incidente).

 

Camilla Compagnucci è rotolata per cinquanta metri prima di impattare contro una barriera frangivento di legno

 

Cos’è una barriera frangivento? Chiunque abbia letto della morte di Camilla Compagnucci si sta ponendo questo interrogativo: una barriera frangivento è un ostacolo protettivo, ha una lunghezza media di 6 metri ed è comunemente alta un metro e mezzo.

 

Quello che potrebbe essere stato fatale per Camilla probabilmente è rappresentato dal punto di impatto: sebbene la dinamica dell’incidente resta ancora tutta da chiarire, pare che il corpo della bimba abbia colpito lo spigolo della barriera frangivento. Un simile impatto giustificherebbe il violento trauma toracico che ne ha causato la morte.

 

Ad onor del vero va detto che le autorità stanno lavorando in queste ore alla più precisa ricostruzione della dinamica della morte di Camilla Compagnucci, non è escluso che la piccola possa avere urtato altri oggetti nella sua rocambolesca corsa verso la morte.

 

Nei 50 metri di spazio in cui è rotolata tra la neve, velocemente e senza controllo, Camilla Compagnucci potrebbe avere incontrato anche un albero

 

Inutili i soccorsi che hanno provato a rianimarla sul posto per poi tentare una disperata corsa in elicottero verso l’ospedale Regina Margherita.

 

Papà Francesco no si dà pace, la stampa lo descrive disperato tra i corridoi dell’ospedale Santa Margherita di Torino, pare che sia ancora sotto choc e questo suo stato avrebbe, almeno sin ora, impedito alle autorità di trarre dai racconti dell’uomo dettagli utili alla ricostruzione dei fatti.

 

E’ al vaglio degli inquirenti la barriera frangivento per la quale è stato disposto un sequestro volto all’accertamento dell’accaduto; allo stesso modo sono nelle mani degli inquirenti gli indumenti della bimba e la sua attrezzatura, compreso il casco che indossava.

 

I vertici della società che gestisce l’impianto fanno sapere che il percorso era sicuro.

 

A Camilla Compagnucci, morta in quello che doveva essere solo un momento di felicità, va il nostro addio, che il viaggio verso il cielo le sia lieve e che la memoria del suo bel sorriso possa scaldare i cuori dei suoi cari. In un momento come questo, tuttavia, non può mancare un pensiero per la famiglia a cui va un abbraccio immaginario affinché, malgrado l’incolmabile dolore, possa essere viva la percezione della vicinanza di ogni genitore, da mamme non possiamo non comprendere lo sconcerto per una perdita così impensabile.

 



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