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Vendo neonato di 2settimane e regalo sorella: l’annuncio in rete

di Federica Federico

28 Novembre 2019

“Vendo neonato”, così principia l’annuncio comparso su Craigslist, un sito di annunci americano in cui figurano comunemente pacifiche inserzioni di compravendita o affitto d’appartamenti.

 

La polizia di Miami (il “Vendo neonato” è comparso sul portale della Florida), pur non escludendo che l’annuncio possa essere un fake, ha avviato un’indagine. Possibile che qualcuno possa aver fatto ironia su una cosa tanto delicata quanto la vendita di un neonato? Sì, è possibile. I toni stessi del messaggio sembrano essere assai vicini a quelli di una canzonatura, tuttavia l’annuncio rappresenta una situazione di allarme su cui indagare.

 

La stampa americana chiarisce che i tentativi di alienazione di neonati non sono solo un’invenzione giornalistica, nella realtà storica dell’America, anche di quella moderna, la vendita illegale dei figli indesiderati è una realtà. per quanto marginale e disperata.

Oltretutto se pure fosse uno scherzo non potrebbe rimanere impunito avendo provocato un grave allarme sociale.

 

Vendo neonato

“Vendo neonato” – immagine di repertorio con fonte 123RF.com con licenza d’uso. ID Immagine : 12494507.

“Vendo neonato”, ecco cosa riporta l’annuncio:

 

Vendo neonato di 2 settimane di età. Dorme e non piange di notte. Verranno forniti il latte e i vestiti che possiede. Posso dare gratuitamente anche la sorellina di 4 anni. Vivo in un quartiere tranquillo e rispettabile e lavoro per il dipartimento dei bambini e delle famiglie. Non voglio giudizi per non volere questi bambini.

 

La polizia ha rifiutato di fornire alla stampa americana dettagli speculativi sul caso. “Abbiamo un’indagine attiva”, ha detto il portavoce incaricato. Mentre il Dipartimento dei bambini e delle famiglie della Florida, chiamato in causa indirettamente, si è chiuso in un rigoroso silenzio.

 

"Vendo neonato" - l'annuncio da fonte stampa americana

“Vendo neonato” – l’annuncio da fonte stampa americana

 

L’indagine deve muoversi a livello informatico perché è necessario identificare la sorgente del messaggio, una prima donna interrogata è risultata estranea ai fatti.

 

Qual è l’interesse per un annuncio, che potrebbe essere un fake, in cui si propone l’alienazione di un bambino? “Vendo neonato”, perché ci interessa?

 

Già una mamma del sud della Florida fu arrestata qualche anno fa (gennaio 2012) per aver tentato di vendere il suo bambino di 8 mesi, ma allora la tentata alienazione non ebbe luogo era tramite un post online. Kenia Quiala Bosque, questo il nome della giovane madre, fu arrestata con l’accusa di violazione di adozione, sulla base di una legge americana che vieta “di vendere o cedere o di organizzare la vendita o la consegna di un minore ad un’altra persona dietro corresponsione di denaro o di altro bene di valore”.

 

180 giorni di prigione e la perdita della custodia dei suoi figli, così Kenia Quiala Bosque pagò la sua colpa gravissima dopo aver tentato di vendere suo figlio.

 

Quattro anni fa una donna della Georgia è stata arrestata dopo aver pubblicato un annuncio, sempre sul portale Craiglist, relativo a un neonato indesiderato, la polizia scoprì che il bimbo messo in vendita era il nipote della donna, al momento dell’annuncio ancora nel grembo di una baby mamma 14enne.

 

Nel 2017, quindi molti anni dopo la tentata alienazione della Bosque e appena due anni fa, una coppia del Tennessee propose l’alienazione del figlio, 5 mesi appena. Anche questa volta la vendita fu tentata attraverso il sito di annunci Craigslist. La polizia li contattò e li incontrò sotto copertura, quindi li arrestò con l’accusa di tentata alienazione e abusi aggravati su minore, nonché abbandono e messa in stato di pericolo del figlio.

 

Nello stesso anno comparve un altro annuncio “vendo neonato”, questa volta proveniva da un uomo del Colorado che successivamente ritirò l’inserzione porgendo le sue scuse e chiarendo l’intento meramente goliardico del suo agire.

 

E’ la reiterazione del fenomeno a fare di esso un allarme sociale: il mezzo informatico è potente e incisivo, così tanto da rendere le persone che lo vivono persino vulnerabili. Le regole sociali, in primis l’etica sociale e il rispetto dei valori base del vivere civile non possono essere violati nemmeno in nome di una libertà che la rete lascia immaginare più indiscriminata di quanto non possa e non debba essere.

 

Tutti, nessuno escluso, dovremmo comportarci in rete con attenzione, rispetto e dignità. Troppo spesso confondiamo la presenza virtuale con una assenza di regole, pensiamo che in rete ci “protegga” una irriconoscibilità e una impunibilità che invece non possono appartenere a nessun rapporto sociale, nemmeno a quello virtuale.



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