Network
Deabyday Cure naturali Eticamente Crescita personale Sapere.it

 

Seguici:

Il tragico destino di Riccardo Rampi, fratello di Alfredino

di Maria Corbisiero

13 Gennaio 2021

Tutti noi conosciamo il piccolo Alfredino che nel giugno del 1981, all’età di 6 anni, precipitò in un pozzo artesiano, un dramma conclusosi in tragedia (il bambino morì dopo 60 ore di agonia, ndr) che scioccò l’Italia intera, divenuta spettatrice di un doloroso avvenimento privato che fu trasmesso per la prima volta in diretta TV.

Meno conosciuto invece è il fratello minore di Alfredo, Riccardo Rampi, com’è meno noto il suo nefasto destino, accanitosi su una famiglia già fortemente provata e su due genitori privati per sempre dell’abbraccio dei loro due bambini.

 

Il tragico destino di Riccardo Rampi, fratello di Alfredino

Il tragico destino di Riccardo Rampi, fratello di Alfredino.
Foto diritto d’autore: perseomedusa© 123RF.com – ID Immagine: 13849240 con licenza d’uso.


 

Il tragico destino di Riccardo Rampi, fratello di Alfredino.

 

Era la sera del 16 Maggio 2015, un sabato qualunque, Riccardo Rampi si recò in discoteca insieme ad un gruppo di amici per prendere parte ad una festa di addio al celibato, del tutto ignaro che di lì a poco il suo cuore si sarebbe fermato per sempre.

 

La notizia della morte del fratello minore di Alfredino Rampi fu resa nota alcuni giorni dopo l’avvenuta tragedia dal quotidiano “Il Messaggero” che il 20 Maggio fornì i dettagli dell’accaduto attraverso le parole del responsabile del locale.

Quest’ultimo raccontò di aver visto Riccardo Rampi allontanarsi dal gruppo che stava festeggiando il futuro sposo, lo vide barcollare ma, supponendo avesse ecceduto con gli alcolici, situazione da lui già osservata più volte in occasioni simili, non diede inizialmente peso alla cosa.

 

Pur camminando a stento, l’uomo riuscì a raggiungere l’ingresso ma cadde subito dopo. Compreso che non si trattasse di una sbronza bensì di un vero e proprio malore, il responsabile allertò i soccorsi che, giunti sul posto, trasportarono l’uomo al più vicino nosocomio, l’ospedale Sant’Egidio di Roma, dove, nonostante i tentativi di rianimazione, morì nella notte. Ad ucciderlo un infarto a soli 36 anni.

Lo shock è stato tale da aver spinto i titolari del locale ad annullare un evento in programma per la sera successiva e chiudere il locale come segno di lutto e per rispetto verso la famiglia Rampi, colpita da una seconda inattesa tragedia.

 

Alfredo e Riccardo Rampi ora sono due angeli, fratelli che hanno potuto riabbracciarsi 34 anni dopo la tragedia di Vermicino.

“Voglio pensare che Alfredino che non ha mai potuto giocare col fratello, l’abbia voluto con sé in Paradiso e quando l’ha chiesto al Signore, è stato accontentato. Ora sono lì in Paradiso, abbracciati, due angeli custodi”.

Queste le parole che il parroco della chiesa del Bambino Gesù di Montesacro ha pronunciato durante i funerali di Riccardo Rampi. La cerimonia si è svolta il venerdì successivo alla tragedia in presenza della famiglia: la moglie Roberta, le due figlie che all’epoca dei fatti avevano 1 e 4 anni e i coniugi Rampi, mamma Franca e papà Ferdinando, due guerrieri stanchi, logorati da un destino che sembra essersi accanito su di loro.

“Pene nel cuore ne hanno già portate tante – ha detto di loro il parroco – Ma non hanno detto: perché ancora a noi, e sapete perché? Perché col dolore ci hanno già fatto i conti”.

Un lutto contro il quale hanno già combattuto, insieme, facendosi forza l’un l’altro, sostenendosi a vicenda e trovando una motivazione di vita nel loro secondo bambino e nell’associazione creata in memoria di Alfredino.
Un lutto che hanno dovuto nuovamente rivivere aprendo un’ulteriore ferita su anima e cuore già pesantemente afflitti.

 

 

Alfredo e Riccardo Rampi sono oggi i loro angeli custodi, proprio come Julen e Oliver lo sono per papà Josè e mamma Vicky.

 
Due famiglie lontane geograficamente ma vicine nel loro dolore che, seppur in periodi completamente diversi, hanno vissuto le medesime tragedie, patendo la stessa sofferenza e versando lacrime per quei figli che non potranno più riabbracciare in questa vita.

 

Julen come Alfredino ha trovato la morte ad attenderlo all’interno di un pozzo artesiano. Era il 13 gennaio del 2019 quando il bambino di soli 2 anni, che si trovava a Totalàn (Malaga, Spagna) insieme ai suoi genitori, è caduto in quella piccola apertura nel terreno larga appena 25 centimetri.

A 38 anni dalla tragedia di Vermicino la storia si ripete: difficoltà nei soccorsi, polemiche sulla mancata chiusura del pozzo e la diretta TV che stavolta diventa internazionale, complice l’utilizzo di internet che permette di superare i confini televisivi nazionali.

 
La tragedia di Vermicino: Alfredino Rampi, un dramma vissuto in diretta tv.
 

Il corpo senza vita del piccolo Julen verrà riportato in superficie all’alba di sabato 26 gennaio, dopo 12 giorni di ricerche, scavi, tentativi e esplosioni controllate.

 

Oliver come Riccardo Rampi è stato tradito dal suo cuore che improvvisamente ha smesso di battere: il primo aveva solo 3 anni quando si è accasciato al suolo mentre il fratellino Julen si era da poco affacciato alla vita, il destino non aveva concesso loro il giusto tempo per conoscersi.

 
Com’è morto il fratello di Julen Rosario, il bimbo caduto nel pozzo.
 

Riccardo Rampi invece di anni ne aveva molti di più quando si è ricongiunto ad Alfredino, il fratello maggiore con il quale non era riuscito a giocare o a creare tanti bei ricordi perché deceduto quando lui era poco più che un 2enne.

 

Due famiglie così lontane eppur così vicine, Alfredo, Riccardo, Julien, Oliver, Franca, Ferdinando, Victoria e José, 8 cuori segnati da tante e diverse ferite, 8 anime accomunate da un unico inconsolabile dolore.



Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici