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Come comportarsi con i figli adolescenti: 5 consigli per genitori

Come comportarsi con i figli adolescenti: Giocare al tiro alla fune; Adattarsi; Negoziare; Non trattare i figli come amici; Accogliere.

di Federica Federico

11 Dicembre 2023

Come comportarsi con i figli adolescenti: 5 consigli peri i genitori
Come comportarsi con i figli adolescenti: 5 consigli peri i genitori

Volendo rendere l’idea dell’adolescenza attraverso un’immagine potremmo evocare quella grande e imponente di una cascata: il figlio adolescente è come l’acqua veloce e inarrestabile che si getta nel vuoto. Dinnanzi a una crisi e ai tanti dubbi relativi al come comportarsi con i figli adolescenti, immaginate il suono dell’acqua mentre precipita veloce, non potete fermare la cascata e nemmeno potete opporvi alla sua forza. 

 

L’acqua parla un linguaggio inarrestabile, imponente e persino violento, tuttavia è energia produttiva e vitale; la cascata, esattamente come l’adolescenza, in sé conduce sempre una positiva opportunità trasformativa. L’adolescenza fa dei nostri figli cascate forti, veloci e imprevedibili.

 

Genitori di figli adolescenti: i ruoli

Anche noi genitori viviamo una trasformazione (certamente non la stessa vissuta in prima persona dai giovani), in questa età di mezzo dei nostri figli assistiamo e “sentiamo” la ri-nascita di una creatura che fu bambino e che tra poco sarà grande.

Il nostro ruolo è sempre lo stesso: siamo angeli custodi. Tuttavia è alla nostra porta che i figli bussano per rivendicare spazi, identità, autonomie e ci chiamano in causa. Abbiamo un difficile compito: mediare tra il bambino che vive ancora negli adolescenti in tumulto e l’adulto che sta emergendo.

 

Se i figli adolescenti sono cascate, il bimbo (che ciascuno di loro è stato) resta sul ciglio della roccia, l’adolescente (che ognuno di loro è) segue il flusso precipitando nel vuoto, mentre l’adulto (che diventeranno) sarà il risultato che emergerà dopo il tuffo nell’acqua spumosa.

 
Figli adolescenti incomprensibili ai genitori, che fare
Figli adolescenti incomprensibili ai genitori, che fare

Che cos’è l’adolescenza e tutti siamo stati adolescenti?!

Spesso le persone più mature, come nonni e zii, storcono il naso davanti alle crisi adolescenziali dei nostri figli. Un tempo l’età infantile e quella adulta si sviluppavano senza soluzione di continuità: la maggiore povertà, la minore scolarizzazione, il bisogno precoce di guadagnare, mettere su famiglia, contribuire alle spese familiari, eccetera rendevano i bambini presto adulti.

 

Più indietro nell’antichità dell’uomo, la storia ci restituisce il racconto di riti di passaggio che idealmente mettevano fine alla fanciullezza conducendo il bambino nel mondo dei grandi, ci basti pensare alle iniziazioni alla caccia o alla guerra oppure a riti di più tribali. In genere queste transizioni dalla fanciullezza all’età adulta avvenivano in corrispondenza dello sviluppo fisico e puberale: lo status di adulto era determinato dal corpo nel suo sviluppo fisico, non contava la mente e la sua progressione nè la posizione nella società.

 

L’adolescenza è un’invenzione delle società moderne, agiate e pacifiche che hanno “costruito” l’età di mezzo come quella fase della vita in cui pian piano si consuma il distacco dall’animo bambino, dalla identificazione nella famiglia e si ridiscute il sé costruendosi come persone adulte.

 

Adolescenza: a che età

L’adolescente è quella persona che sente affiorare il pensiero ideale, astratto e critico e si chiede: “Chi sono e cosa voglio?” Lo specchio dei genitori, l’adesione e l’imitazione del modello familiare non bastano più: i giovani tra i 10 e i 20 anni circa mettono in discussione il mondo in cui si radicano allo scopo di “essere a loro modo”, ovvero per trovare il loro posto nel mondo e la loro dimensione emotiva.

 

Mentre il bambino stava davanti allo specchio dei genitori assimilando e imitando, l’adolescente sta davanti al mondo selezionando i comportamenti che in astratto sente più vicini ai suoi ideali, al suo appagamento e al suo piacere. Tra i 10 e i 12-15 si consumano le prime battute dell’adolescenza (la cosiddetta preadolescenza) in cui è fortissima la spinta del soma con i tipici stravolgimenti prepuberali e puberali.

 

L’adolescenza è il momento della rinegoziazione

L’adolescente non ha l’autonomia e l’equilibrio di un adulto, non possiede la completa maturazione cerebrale né riveste una stabile posizione nel tessuto sociale. Malgrado ciò l’adolescente si sente forte, grande e potente come la cascata che lo rappresenta.

 

Cosa sta succedendo nel suo cervello? Il pensiero critico pretende uno sviluppo che nell’adolescente è ancora embrionale, è per questo che il nostro ex bambino (non ancora adulto) correrà spesso il rischio di mettere in pratica comportamenti avventati. 

Il bambino si è faticosamente costruito un’immagine di sé mediata dagli occhi degli adulti: è stato il risultato di come mamma e papà lo hanno trattato e supportato, di come la maestra lo ha fatto sentire in classe, di come i nonni hanno gestito le relazioni familiari, eccetera.  

 

L’adolescente rimette ogni sua immagine (personale e valoriale) in relazione con un nuovo modo di vedere il mondo, questa volta più autonomo e individuale, facendolo ridiscute il proprio modo di agire, le proprie scelte e se stesso.

 
Il conflitto in adolescenza, relazione col genitore
Il conflitto in adolescenza, relazione col genitore

I conflitti e le regole in adolescenza

Vi sarà capitato certamente di entrare in conflitto con quei figli adolescenti che non accettano le regole familiari, che vogliono fare a loro modo, che si oppongono alla vostra autorità, a cui non piace come vivete e come volete che vivano anche loro, ebbene questi ragazzi stanno rinegoziando il loro essere nel mondo. Non lo fanno per farvi arrabbiare, a guidarli in questa ridefinizione di tutto il vivibile è il loro cervello.

 

Come funziona il cervello dei figli adolescenti

Fisiologicamente il cervello di un bambino intorno ai 12 anni d’età circa è denso di materia grigia e ha raggiunto il suo picco in fatto di volume cerebrale, neuroni e sinapsi sono sovrabbondanti e disordinati, eccedono persino il fabbisogno umano. Il cervello lo sa, sa di essere in sovraccarico e risponde con un processo che prende il nome di potatura sinaptica a cui si accompagna un altro processo biochimico cerebrale detto mielinizzazione: è qui che ha inizio l’adolescenza del cervello.

 

Nel cervello di un adolescente si rafforzano i collegamenti neuronali deputati al compimento delle funzioni più utili, come in un roseto si potano i rami piccoli e infruttuosi per rafforzare quelli saldi e pronti a dare fiori. Inoltre si perfezionano, grazie alla mielina, i collegamenti tra le diverse aree neuronali garantendo risposte più funzionali e veloci. I nostri ragazzi diventano schegge, tuttavia la loro velocità paga ancora lo scotto di una rallentata e carente razionalità. Perché?

 

Il ruolo delle emozioni e della dopamina

L’area prefrontale e i sistemi logico razionali del cervello di un adolescente non sono ancora giunti a maturazione, al contempo le emozioni stimolano forti scariche di dopamina: in pratica i figli adolescenti subiscono fortemente gli stimoli emotivi, hanno un cervello emotivo che li rende molto sensibili alle sollecitazioni.

 

Il loro livello base di dopamina (detta anche l’ormone della felicità) è piuttosto basso in condizioni statiche ma tocca picchi sovrabbondanti non appena sollecitato, questo fa sì che l’adolescente comune sia spesso annoiato e vada alla ricerca di emozioni forti. 

 

Il compito dei genitori è aiutare i figli a canalizzare le emozioni anche partendo dalla loro stimolazione. La tensione dei giovani all’emozione, ovvero la costante ricerca di stimolazioni forti e dopaminiche, può persino esporli alle dipendenze (come alcol e droga) o a una cattiva espressione e a un disfunzionale uso del corpo e dell’intimità. Qui la relazione col genitore e l’educazione giocano un ruolo determinante.

 

Vi sarà capitato che dinnanzi alle conseguenze di un azione avventata il ragazzo adolescente si sia giustificato con un laconico: ”Non ci ho pensato!. Ebbene questa non è affatto una scusa! L’eccitazione che la scarica dopaminica provoca negli adolescenti ne inibisce il pensiero nel lungo termine, ovvero impedisce loro di compiere una valutazione rivolta alle conseguenze dell’agire. E allora come comportarsi con i figli adolescenti?

 

5 consigli per sopravvivere all’adolescenza di tuo figlio

Lo psicoterapeuta Alberto Pellai paragona la relazione genitore – figlio adolescente al gioco del tiro alla fune (spiega l’analogia nel libro “Da padre a figlia. La lettera che ogni padre vorrebbe scrivere, le parole che ogni figlia dovrebbe leggere” – San Paolo Edizioni): un tempo genitori e figli hanno giocato in squadra, la stessa partita e dalla stessa parte del campo, con l’età di mezzo il ragazzino passa dall’altra parte del campo e “sfida” gli adulti.

 

In quanto grandi, noi genitori sappiamo bene di giocare ad armi impari; punire, mortificare e vietare (armi di sopraffazione che noi adulti possiamo facilmente sfoderare) non sono, però, strumenti efficaci se lo scopo vuole essere consentire e favorire l’autonomia e la crescita personale dei nostri figli.

 
Come evitare il conflitto con i figli adolescenti
Come evitare il conflitto con i figli adolescenti

Come comportarsi con i figli adolescenti

  1. Giocare al tiro alla fune;
  2. Fare uno sforzo di adattamento;
  3. Negoziare (e negoziare non vuol dire cedere alle richieste dei figli);
  4. Trattare i figli come tali e non come amici;
  5. Esercitare accoglienza.
 

1° giocare al tiro alla fune

Il 1° consiglio per gestire la relazione familiare è giocare al tiro alla fune, ovvero creare un equilibrio dinamico tra genitori e figli nelle due diverse parti del campo; qualche volta molleremo e qualche atra dovremo strattonare.

Giocando al tiro alla fune il ragazzo sente di essere parte di un match, gioca la sua partita, misura gli spazi e le possibilità, diventa elemento di un rapporto di forza ma rispettoso. Se il genitore imponesse, ovvero se tirasse la corda sempre con la forza di cui pur dispone, al ragazzo non resterebbe che obedire e nel fondo della sua cascata coverebbe rabbia in flusso che non si può fermare (non lasciate mai andare l’immagine della cascata per come descritta all’inizio di questo articolo).

 

2° fare uno sforzo di adattamento

Da qui il 2° consiglio: l’adolescenza richiede un sforzo di adattamento anche da parte del genitore. I nostri figli adolescenti domandano costantemente spazi, libertà, concessioni ma spesso ammetterli dipende dalle circostanze, dai contesti e dalle età: un bambino di 12 anni non potrà ottenere ciò che sarà ammissibile, invece, a 18 anni (per esempio uscire e tirar tardi la sera).

 

3° negoziare

Come genitori dobbiamo aprirci a piccole e graduali concessioni modulate al come e al quando delle richieste dei nostri figli e negoziate con loro. Il 3° consiglio sta tutto qui: negoziate!

 

Per quanto sentiamo di essere ancora solo noi gli adulti, per entrare in connessione con gli adolescenti è importante che ci allontaniamo dall’idea di possedere i figli o di potere esercitare su di loro un potere di decisione e gestione: i ragazzi, a loro volta, procedono verso l’età adulta e meritano un progressivo riconoscimento di parità sempre più estese.

 

Negoziare non vuol dire cedere alle richieste dei figli, significa, invece, creare insieme soluzioni di cui tutti siamo parte nel rispetto dei ruoli e delle priorità, in sicurezza e in armonia. La negoziazione sarà costantemente parte della vita dei tuoi figli, impararla a casa restituirà loro esperienza e resilienza. Senza contare che negoziando i ragazzi imparano a creare la loro vita partendo dalla realizzazione di scelte costitutive.

 

4° non trattare tuo figlio come un amico

Tra tutti i consigli possibili questo, il 4° della nostra lista, è il più difficile da accettare: per quanto ti appaia grande e vicino, intimo e confidente, tratta tuo figlio come un figlio e non come un amico. Come genitori commettiamo spesso l’errore di avvicinarci ai figli in amicizia ma questo potrebbe farci perdere autorevolezza (che non vuol dire autorità).

 

5° Esercita accoglienza

Abbiate cura di prendere le distanze dai vostri figli accogliendo senza giudizi le loro scelte. Questo 5° consiglio è quello più sacro: non giudicate gli adolescenti, non etichettateli, non provate a cambiarli con minacce e ricatti morali, esercitate accoglienza e su questa base aprite dialoghi.

Accade spesso che il dialogo con l’adolescente si trasformi in opposizione e lite, evitate scontri furibondi. In caso di contrasti profondi mettete delle distanze. Il mio suggerimento da educatrice è quello di instaurare un Time Out da invocare quando la situazione si complica troppo e gli animi si surriscaldano: “Time Out, ognuno nella sua stanza, ne parliamo più tardi!”

 

Ricordate che non esiste un’adolescenza né un solo modo di comportarsi con i figli in questa età di mezzo, c’è un’unicità in ogni adolescente e in ogni relazione familiare che va preservata e rispettata: il dialogo è la vostra porta sulla comprensione.



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