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Salvarsi da un Infarto Tossendo: ecco come salvarsi la vita ma è una bufala facebook

di Maria Corbisiero

08 Aprile 2013

infarto

Quella che voglio proporvi oggi è forse una tra le più longeve bufale presenti in rete: fermare l’infarto con un colpo di tosse.

Lo scorso giovedì, dopo aver ultimato la notizia inerente la clamorosa bufala dei portachiavi contenenti un microchip donati da ipotetici ladri presso alcuni distributori di benzina, ecco che appare tra i miei contatti facebook una nuova condivisione sospetta.

Di primo impatto, la notizia appare come un comunicato medico, tratta l’argomento dell’infarto e come salvarsi da esso. Eccovi l’annuncio:

Come prendere tempo:

molti subiscono attacchi di cuore “in solitario”; la persona il cui cuore inizia a pulsare irregolarmente o che sente i dolori descritti, solitamente dispone di non più di 10 secondi prima di perdere il controllo della situazione.

Cosa fare, allora???

 bufala facebookRisposta:

Non farsi prendere dal panico, ma iniziare a tossire ripetutamente e vigorosamente.

Una profonda inspirazione deve essere fatta prima di ogni colpo di tosse, colpo che deve essere profondo ed intenso, come quando si vuole espettorare.

I profondi respiri ed i colpi di tosse devono essere ripetuti in sequenza ogni 2 secondi, senza mai smettere, finché si ottiene assistenza, o finché si sente che il cuore ha ripreso un battito ed un ritmo normai.

Le inspirazioni profonde portano ossigeno nei polmoni (e nel sangue) ed i colpi di tosse comprimono il cuore, costringendo il sangue a circolare. Le compressioni ripetute sul cuore, inoltre, lo aiutano a riprendere un ritmo normale. In questo modo, la vittima di un attacco di cuore può arrivare all’ospedale.

UN CARDIOLOGO dice: che se tutti quelli che leggono questo Link e lo Condividono a tutti gli utenti di Facebook, scommette che salveremo almeno una Vita.

Questa clamorosa bufala, perché è di questo che si tratta, circola in rete da circa 10 anni, dapprima sotto forma di e-mail poi ridimensionata in un link molto più breve al fine di adattarsi ai più moderni social network.

 bufala facebookNella versione originale, datata 1999 reperibile sul sito snopes.com e di cui vi postiamo uno screenshot in lingua originale, veniva menzionata anche la fonte: un articolo pubblicato sul n° 240 del giornale del General Hospital Rochester.

In seguito alla massiccia condivisione della notizia sul web, la struttura ospedaliera newyorkese si ritrovò costretta a smentire la notizia aprendo un’apposita pagina sul loro sito web, attraverso la quale si dichiarava la non veridicità della cosa, dichiarazioni di cui vi riportiamo un estratto:

 bufala facebook“Centinaia di persone in tutto il paese hanno ricevuto un messaggio di posta elettronica dal titolo <<Come sopravvivere a un attacco di cuore quando si è soli.>>……. La fonte è stata attribuita a Rochester General Hospital…… Non abbiamo trovato alcuna traccia di articoli che trattino tale argomento che siano stati prodotti dal Rochester General Hospital negli ultimi 20 anni. Inoltre le informazioni mediche elencate non sono riscontrabili nella letteratura medica corrente e non sono in alcun modo tollerate dal personale medico dell’ospedale. Inoltre, sia l’associazione di sostegno per malati di cuore The Mended Hearts, Inc. che l’American Heart Association hanno dichiarato che queste informazioni non vanno inoltrate né vanno usate da nessuno. Per favore aiutateci a combattere la proliferazione di questa disinformazione. Vi chiediamo di inviare questo messaggio a chiunque vi invii [l’appello] e di chiedere loro di fare altrettanto.”

 bufala facebookInsomma, inoltrare, condividere e, quindi, contribuire a diffondere questo finto vademecum pensando che possa salvare vite umane da un imminente infarto potrebbe, al contrario, aggravarne la situazione. Nei suddetti casi, la cosa migliore è restare fermi e calmi e provvedere immediatamente a chiamare il 118 e, laddove sia possibile, lasciarsi aiutare da qualcuno.

Cosa fare invece per impedire che la bufala venga diffusa negli anni a venire?

Purtroppo credo che alla “condivisione selvaggia” non vi sia rimedio se non appellarsi al buon senso dei condivisori (che nel caso del link da me letto, al momento dello screenshot, erano quasi 126 mila).

Identificare una bufala è più facile di quel che sembra, basta digitare su Google la parola “bufala” accompagnata dalle parole più identificative della notizia (nel suddetto caso infarto + tosse)….

….. un semplice gesto che potrà cambiare il vostro modo di vedere le cose!



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