La leggenda dei doni di Santa Lucia è una delle tante antiche novelle non edulcorate che le nostre nonne ci hanno propinato durante l’infanzia. Con questo articolo Vita da mamma cercherà di “addolcire” questo vecchio racconto dai toni “intimidatori” così da poterlo proporre anche ai bambini più sensibili.
La leggenda dei doni di Santa Lucia
Un tempo, quando l’ispirazione nel rapportarsi ai bambini piccoli era meno improntata sul dialogo e sulla parità relazionale, molte novelle e tanti racconti della tradizione avevano caratteri “spaventosi”. Anche la più antica leggenda dei doni di Santa Lucia prevede dei passaggi nel racconto tradizionale che non si prestano veramente ad essere narrati ai piccoli.
Le nostre nonne, infatti, ci raccontavano che la Santa portando i regali non doveva trovare bimbi svegli, altrimenti li avrebbe accecati con la sabbia.
L’educazione moderna è più profondamente volta a instradare il bambino alla consapevolezza di sé conducendolo verso l’autonomia, ciò senza mai stimolare in lui paure, angosce o ansietà.
Come spiegare la leggenda ai bambini
Seguendo la narrazione tradizionale, la leggenda dei doni di Santa Lucia vuole che la venuta della Santa sia preceduta dal suono del campanellino che porta con sé. Il suono, l’oscurità della notte in cui il tintinnio si propaga ad annunciare la venuta di Lucia, la sabbia e la cecità che evocano dolore, sono tutti aspetti del racconto tradizionale che possono facilmente intimorire i bambini.
Qui di seguito proviamo a reinterpretare il racconto della tradizione, ovvero la leggenda dei doni di Santa Lucia, assumendo una nuova chiave interpretativa improntata sul rispetto dell’universo bimbo, ma senza snaturare il valore del rito e della celebrazione.
Eliminare dal racconto gli elementi ansiogeni
Innanzitutto è necessario eliminare dal racconto i vari elementi che possono generare nel bambino ansie e paure. Una domanda emerge da questa nuova angolazione interpretativa:
“Le mamme moderne sono meno portate a parlare dell’uomo nero?”
Fortunatamente sì, la stimolazione della paura non è mai proficua. Il bimbo deve imparare che il suo buon comportamento sortisce un effetto positivo; non deve, invece, avere timore di sbagliare perché l’errore genererebbe l’arrivo o l’intervento di qualche cosa di terrificante e non razionalmente spiegabile.
Nello specifico della leggenda legata alla Santa celebrata il 13 dicembre, il bambino non saprebbe spiegarsi perché la Santa, buona, Pia e devota a Dio, gli farebbe del male per il solo fatto di trovarlo sveglio.
Dunque, per evitare inutili terrori, per non stimolare paure e in favore di una serena e felice partecipazione alla festa, raccontando la leggenda ai bimbi omettete il passaggio in cui Lucia acceca i piccoli che trova svegli. Dite loro, invece, che la Santa non vuole farsi vedere perciò lascia i regali ai bimbi mentre dormono.
Attenzione al campanellino
Il campanellino può suggestionare molto i piccini. E qualche bimbo, nei giorni che precedono il 13 dicembre, vive questa suggestione mescolando fascino e paura: ad ogni suono simile ad un tintinnio si spaventa e si eccita allo stesso tempo, piange, scappa o va semplicemente in ansia.
Se notate che i vostri bimbi sono facilmente suggestionabili non sottolineate con particolare enfasi l’importanza del campanello e più d’ogni altra cosa ribadite la bontà della Santa e la sua generosità.
Lettura positiva della leggenda dei doni di Santa Lucia
La lettura positiva dei miti tradizionali aiuta i nostri bimbi a crescere serenamente, fortifica la loro relazione con le radici culturali e permette un sereno rapporto col mondo esterno nonché una fisiologica tensione alla scoperta.
Il classico racconto può essere arricchito con qualche dettaglio meno macabro e più gioviale, maggiormente adatto ad un pubblico di piccoli curiosi. Così, mentre Babbo Natale fa il giro del mondo con la sua slitta trainata da magiche renne, Santa Lucia viaggia di casa in casa in groppa al suo asinello fatato.
Per rendere il tutto ancora più suggestivo, i bambini potranno lasciare qualche carota accanto all’albero di Natale o sulla finestra, un piccolo pensiero per quell’asinello che dovrà faticare tutta la notte, un premuroso gesto che la Santa ricompenserà con un sentito dono.
Articolo originale pubblicato il 12 dicembre 2010, ultimo aggiornamento 10 dicembre 2024