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Carattere del Bambino Piccolo: Ecco Come si Forma

di Federica Federico

28 Ottobre 2015

I bambini, anche quelli piccolissimi hanno un loro carattere e una loro identità che provano continuamente ad affermare sin dal momento dell’autonomia funzionale, ovvero da quando imparano a camminare e a mangiare. Il carattere del bambino piccolo si manifesta anche durante azioni di routine come il cambio del pannolino o il bagnetto.

Spesso quell’azione o quel comportamento che la mamma chiama capriccio è solo un’espressione del carattere del bambino piccolo, volta non a contrastare l’adulto, a fare qualche cosa di sbagliato o ad andare contro le regole, ma semplicemente finalizzata all’esplorazione e alla comprensione del mondo circostante.

Le prime manifestazioni del carattere del bambino possono essere prorompenti.

Pertanto, se ti sembra che il tuo bimbo voglia dire: Qui comando io e si fa come dico io!”, sappi che non è testardo, tremendo o cocciuto, ma sta solo esplorando i suoi limiti.

Tutto ciò tra i 12\18 mesi e i 3\4 anni è normale, sebbene assuma connotazioni diverse e avvenga in circostanze e con intensità differenti.

Verso i 5 o 6 anni il bambino dovrebbe essere, invece, già pronto alla scolarizzazione ovvero padrone di una serie di regole sociali completamente metallizzate e non limitanti nelle manifestazioni caratteriali.

carattere del bambino come si forma

Il carattere del bambino non si forgia, non si crea, non si cambia ma si canalizza. Il bimbo buono e quello cattivo per natura non esistono, esiste invece il bambino che ha compreso le regole e le applica perché è convinto della loro giustizia e dei benefici che ne derivano.

Se il carattere del bambino piccolo, non ancora avvezzo alle regole sociali, potesse esprimersi pienamente, i nostri figli detterebbero così le loro regole:

  • Rispetto ad un giocattolo direbbero: “Il gioco è mio e non lo do a nessuno”;
  • rispetto al cibo direbbero: “Se è buono e ho fame mangio, se non è buono e non ho fame lo butto” e buttare in terra significa, per un bambino, liberarsi di quello che ha dinnanzi;
  • rispetto ai muri e al pavimento di casa direbbero: Che foglio grande ho d’avanti a me, infatti, i bimbi piccoli si sentono spesso liberi di colorare il mondo, senza limiti né confini;
  • rispetto all’acqua nel bicchiere o nella tazza, nel lavandino del bagno o nel lavello della cucina, direbbero: “L’acqua è divertente”;
  • rispetto al momento del bagnato direbbero: “E’ ora di divertirsi”.

carattere del bambino come si forma

Carattere del bambino piccolo – Scopriamo perché dinnanzi ad un giocattolo il piccolissimo cucciolo dice: “Il gioco è mio e non lo do a nessuno”

Il bambino piccolo nel momento stesso in cui dispone di un bene lo fa suo: adoperando il giocattolo, fosse anche una giostra della villa comunale, il bambino sente di possedere, gestire e letteralmente avere un potere sul bene materiale. Più si diverte più ha idea di dominare l’oggetto e la buona riuscita di questo dominio è per il piccolo una conquista. Tale conquista può anche favorire l’affermazione del carattere del bambino in quanto aumenta la sua autostima e accresce il suo ego, oltre a tradursi in un momento di conoscenza e di presa di coscienza di se stesso e del mondo esterno.

Molte mante temono che i figli siano “egoisti” perché al parco non condividono con gli altri bambini i giocattoli o le giostre. Non si tratta di carattere del bambino e il suo non è egoismo.

In un momento di gioco “individuale” l’arrivo di un altro bambino non sempre viene visto come un valore aggiunto al divertimento: in casi come questi le mamme assistono al contrapporsi di due interessi configgenti c’è il piccolo possessore di un bene e un diverso bambino che vorrebbe toccare, vedere o usare anch’egli quello stesso bene. Queste due posizioni potrebbero essere difficili da armonizzare, sopratutto se è i bambini hanno meno di 3 anni d’età o non sono ancora scolarizzati.

Il piccolo possessore che non si manifesti propenso a condividere il giocattolo o la giostra non è un bimbo egoista, ma è un piccolo cucciolo d’uomo che ancora non conosce il valore positivo e buono della condivisione.

Il compito del genitore è quello di favorire il gioco sociale del bambino. Le mamme e i papà debbono sapere che condividere fa bene allo sviluppo sereno del carattere del bambino.

Intorno ai 24 mesi i bambini sono pienamente pronti a condividere i momenti di gioco con altri bimbi, quello che devono intendere è che condividere un gioco equivale a divertirsi di più. In questo senso è fondamentale che i bimbi piccoli, anche precocemente, condividano gli spazi monitorati dai genitori, in un ambiente adatto a loro e in condizioni di minimo conflitto (per esempio, debbono esserci più giochi di cui i bimbi possano fruire, se vi è un solo giocattolo i bambini tenderanno a contenderselo partendo, nel loro rapporto di conoscenza, già da un bisogno di prevaricazione).

carattere del bambino come si forma

Carattere del bambino piccolo – Scopriamo perché dinnanzi al cibo direbbero: “Se è buono e ho fame mangio, se non è buono e non ho fame lo butto”, laddove buttare in terra significa, per un bambino, liberarsi di quello che ha dinnanzi;.

Il bambino ha diritto al gusto, deve cioè mangiare non solo per crescere ma anche per puro piacere. Forzarlo o costringerlo a mangiare alimenti non graditi non è proficuo.

Mangiare a tavola tutti insieme, partecipare alla preparazione del cibo e apparecchiare la tavola con la mamma e il papà, sono, invece, azioni capaci di rendere il bambino partecipe del momento del pasto, inteso come rito, momento di incontro e convivio familiare. Il bambino che partecipi al momento della preparazione del pasto e che viva la tavola come luogo di incontro familiare facilmente apprezzerà di più il cibo.

Gia intorno ai 30\36 mesi i bimbi possono apparecchiare la tavola e aiutare la mamma nella preparazione della cena, a loro modo e con i limiti precauzionali dettati da buon senso.

Comunemente si dice che i bambini siano capaci di autoregolarsi, in questo senso quando un bimbo fa capire alla mamma che non vuole più mangiare, il genitore dovrebbe evitare di forzarlo. Anche l’aeroplano è, a suo modo, una forzatura: io genitore, ti distraggo e ti induco a mangiare.

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Il cibo è carico di competenze e apprendimenti attraverso la metabolizzazione dei quali il carattere del bambino si affina.

All’età di 24 mesi il bambino già non dovrebbe più buttare in terra il cibo che non vuole e già dovrebbe fare un uso proprio delle prime posatine.

Se un bimbo in un’età compresa tra i 24 e i 36 mesi ancora getta in terra il cibo che scarta, probabilmente non è stato indotto a comprendere che il cibo non si butta, non si sporca in terra e non si spreca, semplicemente si dice: “Non ne voglio più”.

Ma cosa succede se il bimbo dice “Non ne voglio più”?

Per fare in modo che il bimbo preferisca verbalizzare il suo bisogno di liberarsi dal cibo, dicendo: “Non ne voglio più” e affinché non si liberi della pappa buttandola ovunque è indispensabile tenere fede alla “richiesta” contenuta nelle parole del bambino.

Perciò, se insegni a tuo figlio che il cibo non si butta a terra, ma basta dire “Non ne volgi più”, devi essere pronta a rispettare la posizione del piccolo anche mettendo in discussione l’esigenza di proporgli pietanze diverse o più appetitose.

Imparare a verbalizzare le proprie esigenze, pure semplicemente dicendo:”Mamma non ne voglio più”, rafforza il carattere del bambino perché dimostra al piccolo che il dialogo è la strada di comunicazione con l’adulto.

Anche in relazione al cibo, noi mamme dobbiamo imparare a parlare con i bambini coinvolgendoli nelle scelte. Se chiediamo al bimbo cosa vuole per cena, già a 24\36 mesi lo coinvolgiamo e lo rendiamo responsabile, probabilmente mangerà molto più volentieri e certamente il carattere del bambino ne trarrà beneficio.

Carattere del bambino piccolo – Scopriamo perché dinnanzi ai muri e al pavimento di casa direbbero: “Che foglio grande ho d’avanti a me”.

I bambini sono energia che necessita di essere canalizzata e orientata. Il colore e il disegno (che, in realtà, parte dallo scarabocchio) sono un canale espressivo del bambino.

Muovendo il tratto sulla carta, il bimbo che disegna incomincia a gestire se stesso negli spazi del mondo realizzando qualche cosa che ai sui occhi è bella e attraente e dinanzi ad un disegno autografo si sente grande, capace, bravo.

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Spesso il piccolo Picasso che realizza un murales “vandalico” su una parete di casa è convinto di aver fatto qualche cosa di mirabile. Il bambino che libera il colore su un muro per la prima volta, vorrebbe rallegrare la mamma e renderla felice. Di solito, quando si trova dinnanzi alla reazione inorridita del genitore, il bambino si mortifica e ne resta profondamente deluso.

Lasciate che il bambino abbia una grande lavagna su cui fare i suo quadri, l’ideale sarebbe acquistare la lavagna già prima del primissimo disegno. Sono ottime le lavagne a muro.

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Se il vostro piccolo pittore vi “dona” un quadro colorato, non aggreditelo, scattate una foto e mettetela su Facebook o Instagram, ma dopo fategli capire che i muri di casa non possono essere dipinti perché le case servono per accogliere le persone, anche gli amici, e nel rispetto di tutti debbono essere ordinate e pulite. Fate riflettere il bambino su cosa accadrebbe se ognuno di noi scrivesse sui muri di casa ciò che vuole: cosa potrebbe scrivere papà quando ha fame? Oppure la sorella quando ha mal di pancia? O la cugina che litiga sempre col fidanzatino?

E’ importante per la formazione corretta del carattere del bambino, che il piccolo a suo modo, partecipi alle operazioni di pulizia. Armatevi di spugnetta, sapone non aggressivo, solo per dare un buon esempio al bimbo, e provate a pulire. Se dovesse rendersi necessario l’intervento di un un pittore coinvolgete il bambino nella questione e raccontategli cosa accede intorno a lui, fagli anche osservare il pittore all’opera. Inoltre al prossimo gelato o giocattolo che vi chiederà ditegli con calma e decisione che il pittore è costato molti solini e adesso di deve un po’ risparmiare.

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Carattere del bambino piccolo – Scopriamo perché dinnanzi all’acqua il bambino è sempre pronto a giocare e ogni operazione anche lavarsi i denti diventa un diletto.

I bambini molto piccoli studiano il mondo e anche gli effetti che le loro azioni producono, per farlo utilizzano gli oggetti di cui dispongono: i giochi di luce, i rumori e le emozioni generate dall’acqua sono tantissime e varie. Giocare con l’acqua è per i bambini un moneto di crescita.

L’educazione del bambino, però, vuole che al piccolo si insegni che ci sono moneti per giocare e momenti per fare sul serio, se ci stiamo lavando per uscire stiamo facendo sul serio e non c’è tempo da perdere. Ma come far arrivare questo messaggio al bambino?

E’ importante concedere al bambino la possibilità di giocare con l’acqua anche durante il bagnetto, in modo particolare i bagnetti andrebbero sempre condotti con calma affinché l’acqua possa rappresentare per il piccolo vera fonte di rilassamento.

Se il bimbo viene messo in condizioni di giocare con l’acqua, allora sarà più propenso a fare sul serio quando è necessario.

carattere del bambino come si forma

Lasciate che il piccolo faccia qualche pasticcio con acqua e sapone, magari anche con del colorante alimentare. Il gioco, inteso come libertà di sperimentare i fenomeni del mondo, dà ai bambini anche più possibilità di assecondare le naturali curiosità, il che incide persino sulla propensione allo studio perché il bambino che sperimenta è un bambino che si appassiona alla conoscenza.

Questo scritto vuole dimostrare quanto siano i diversi fattori che incidono sul carattere del bambino e quanto grande sia la responsabilità del genitore che lo educa.



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