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Shibari: Soter Mulè è agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio preterintenzionale

di Redazione VitaDaMamma

12 Settembre 2011

Il giudice ha concesso a Soter Mulè gli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio preterintenzionale .

Soter Mulè è un ingegnere ha 42 anni ed è indagato per la morte di Paola, giovane 24enne. La vita di Paola si è conclusa nella notte tra venerdì e sabato in un garage della periferia di Roma.

L’uomo, insieme alla ragazza deceduta ed a Federica, un’altra giovane donna, appena 23enne, praticava un gioco erotico estremo e palesemente pericoloso: lo Shibari.

Cosa accadeva di preciso in quel garage?

Premettendo che lo Shibari è un gioco erotico volto alla ricerca del piacere attraverso la costrizione fisica e posto che quest’ultima è perseguita (e secondo alcuni raggiunta) attraverso la legatura del corpo femminile (come in ogni pratica di bondage), le ragazze erano vestite, legate con un’unica corda e sospese in aria.

Le due donne stavano legate con l’ausilio di un’unica corda, erano sospese grazie a tale “laccio” fatto passare sopra una trave all’altezza di due metri da terra e ciascuna di loro faceva da contrappeso all’altra mentre i corpi si alternavano in un gioco di sali e scendi simile a quello di una bilancia.

La corda nello Shibari non serve semplicemente a legare il corpo, essa deve tracciare un disegno di piacere; la “fune”, infatti, va stringendo in vari punti piccoli nodi, collocati in precise e circoscritte aree del corpo, con lo scopo di generare piacere dalla costrizione e in conseguenza della pressione. Le donne protagoniste della tragica notte romana sono state rinvenute (vestite) e legate in varie parti del corpo e fino al collo.

La legatura sul collo non è casuale, nel gioco della bilancia umana la corda ed i suoi nodi dovevano servire a provocare uno strozzamento della durata di pochi secondi: secondo la pratica erotica tale senso di soffocamento avrebbe dovuto produrre una sensazione di piacere.

Stando alle risultanze dell’interrogatorio di Soter Mulè la tragedia è accaduta in questo modo:

una delle ragazze sarebbe svenuta, perdendo i sensi avrebbe costretto l’altra a restare in alto (svenendo, infatti non si sarebbe più data la spinta necessaria per sollevarsi e far scendere la compagna). Ciò avrebbe determinato la morte di Paola, la ragazza sarebbe finita impiccata ed asfissiata.

Il giudice ha concesso a Mulè gli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio preterintenzionale .

Eravamo abituati a fare quel gioco erotico“: ha confessato ai suoi avvocati Soter Mulè (42 anni). L’uomo non aveva intenzione di uccidere, egli stesso ha sostenuto: “Se non fosse sopravvissuta l’altra, mi sarei già tolto la vita“.

A quanto emerge dallo stato dell’indagine i tre erano abituati a praticare lo Shibari, Mulè avrebbe precisato: “Non era la prima volta che facevamo quel gioco a tre, eravamo in simbiosi. Le conoscevo bene; avevo avuto un flirt con entrambe“. “Quando ho visto Paola soffocare ho cercato subito di rianimarla, ma ormai era troppo tardi. Così ho dovuto fare una scelta e salvare l’altra: sono distrutto“.

Mulè avrebbe tagliato le funi con un coltello per impedire il decesso di Federica, la seconda vittima della tragedia, ora ancora in gravi condizioni.

Intanto questo dramma ha scoperchiato un vaso di Pandora perché a quanto pare la Capitale di notte apre comunemente le porte dei suoi garage a queste pratiche erotiche. Si scopre che il sesso estremo ed i “giochi” sadomaso sono abbastanza diffusi nella Capitale e si usano i garage perché sono pieni di agganci: tubi, griglie e paletti, il che rende facile appendere corde, chiudere manette e legare catene.

A quanto pare i garage degli uffici sono preferiti dal popolo della notte, semplicemente per ragioni di privacy, perché si è certi che di sera nessun automobilista parcheggerà la sua macchina.
Soter Mulé è un uomo pratico di Shibari e, in genrale, di bondage e pratiche sadomaso. Personalmente lega le sue compagne, le fotografa, approfondisce le “arti” che mette in atto e segue corsi.

Nell’ambiente la notizia della morte di Paola ha scosso e stupito molti, l’uomo è considerato una delle persone più esperte, capace e attento, consapevole dei rischi insiti nelle pratiche che metteva in atto.

 

Probabilmente queste esperienze estreme hanno più “controindicazioni” di quante non si possa immaginare, probabilmente la suggestione di un attimo non vale quanto la vita e certamente bisognerebbe considerare che, in ogni cosa della vita, laddove esistono dei rischi il pericolo è una realtà più che una ipotesi probabile, quindi, bisognerebbe sempre valutare i pro e i contro delle proprie azioni con ponderazione.



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