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Asilo nido, nonni o baby-sitter: come scegliere

di Federica Federico

09 Settembre 2018

Quando si parla di asilo nido i discorsi delle mamme vertono tutti sul distacco, anche se a questo delicato passaggio ciascuno guarda a suo modo e a seconda della propria sensibilità.

 

Il distacco bambino – mamma non è un concetto, esso è un sentimento e come tale suscita emozioni e reazioni; diciamo subito che non interessa solo il bambino ma anche la mamma, anzi la mamma è il membro adulto della famiglia più grandemente coinvolta nel distacco dal figlio.

 

Quando si parla di asilo nido si fa riferimento a bambini sotto l’anno di vita e sino a due anni e mezzo \ tre anni, quindi la situazione coinvolge bimbi molto molto piccoli.

 

Le mamme che devono ricorrere al nido sono generalmente donne che lavorano, pertanto sono chiamate a conciliare il rinnovato ruolo di donna\mamma con il difficile ruolo di mamma\lavoratrice.

 

Le mamme lavoratrici, dopo il parto e il primo accudimento del figlio, devono restituire parte di sé (delle proprie energie, della propria attenzione e del proprio tempo) al lavoro. Farlo, ovvero tornare a produrre (reddito, servizi, opere, eccetera), è tutt’altro che semplice.

 

La mamma, che sino a quel momento ha accudito la sua creatura vivendo la magia della quotidiana scoperta della nuova vita, prova sempre una forma più o meno vivida di frustrazione nel lasciare il figlio alla cura di altri (sia che il bimbo si lasci all’ asilo nido, alla baby-sitter o ai nonni).

La mamma per prima deve vincere i suoi sensi di colpa, l’ansia e i rimorsi:

 

la società moderna spesso impone il lavoro come condizione necessaria di vita; tuttavia è pur vero che la soddisfazione lavorativa ha un peso specifico nell’esistenza di una donna concedendole un’indipendenza, una forza e un equilibrio di cui tutta la famiglia beneficia.

 

In questo senso per una buona riuscita del distacco madre figlio, o meglio affinché esso sia sereno, è giusto che la mamma viva questo momento senza troppi sensi di colpa e fatiche emotive.

 

Asilo nido, nonni o baby-sitter si equivalgono dal punto di vista emotivo, ciò che veramente incide sulle reazioni del bimbo è oggettivamente solo l’età.

 

Il bambino che deve separarsi dalla sua mamma affronta un momento difficile: deve surrogare il conforto emotivo che gli dà la madre. A suo modo e con i suoi tempi, il piccolo lo surrogherà comunque, ciò indipendentemente dal contesto in cui si troverà.

 

Adattamento all’ asilo nido (o comunque al distacco dalla mamma) – l’età del bambino qui conta particolarmente.

 

La psicologia moderna consiglia l’inserimento all’ asilo nido non prima del 2° semestre di vita. Perché?

 

Solo tra il 6° e l’8° mese, il bimbo comprende di essere un individuo autonomo e non completamente uguale o unito alla madre che lo ha generato.

 

Prima dei 6 mesi il bebè sovrappone se stesso alla mamma e crede di essere (con lei e in lei) una persona sola, un po’ com’era durante la gravidanza.

 

Questo lascia intendere il perché sia difficile dividere il bimbo dalla mamma prima del 2° semestre di vita.

 

  • Di fatto solo dopo il 6° – 8° mese il bebè riesce a comprendere e metabolizzare un distacco dalla madre;
  • impara anche a immaginarla durante le assenze;
  • pian piano, comprende che ella esiste pur se fisicamente non è presente;
  • capisce anche che l’assenza è provvisoria perché la mamma tornerà.

 

A seconda che si scelga di lasciare il bimbo all’ asilo nido, con i nonni o con una persona estranea deputata alla sua cura (tata o baby-sitter), diversi potranno essere i pro e i contro oggettivi e soggettivi, quindi anche di carattere organizzativo.

 

Non potendo che circoscrivere i pro e i contro oggettivi, comuni a chiunque, qui di seguito tentiamo di fare un sintetico elenco di difetti e benefici di ciascuna ipotetica scelta.

Asilo nido età

Asilo nido, i pro:

L’ asilo nido garantisce:

  • personale qualificato in grado di offrire al bambino giornate ricche di stimoli, pedagogicamente orientate alla sua crescita. Inoltre gli educatori del nido hanno anche le minime competenze sanitarie e psicologiche per gestire situazioni importanti, di emergenza o comuni difficoltà quotidiane che possono interessare il bambino;
  • strutture sicure che potremmo definire a misura e a prova di bebè;
  • socializzazione.

 

La socializzazione all’ asilo nido merita un paragrafo a parte perché è un concetto (in qesto caso un pro) discusso e discutibile.

 

Secondo una parte della psicologia moderna i bambini non sono pronti a socializzare in età così precoce. Basti pensare a una scena concreta di vita da asilo nido:

 

i bimbi non giocano insieme ma tendono a giocare da soli, spesso si danno le spalle tra loro e si concentrano solo sull’oggetto che stanno utilizzando, ovvero si mostrano ancora immaturi per l’interazione sociale.

 

Ciò non vuol dire che il nido non sia una palestra di vita in cui il bambino di fatto è “costretto all’adattamento sociale”.

 

Va detto che il percorso di adattamento sociale è obbligatorio nella vita e, probabilmente, intraprenderlo prima equivale ad affrontarlo con maggiore gradualità. Del resto non è un caso che i bambini che hanno frequentato il nido si “scolarizzano” meglio, con meno traumi e prima (anche la più semplice scolarizzazione è un pro a favore dell’ asilo nido).

 

Asilo nido, i contro:

 

Il bambino può reagire al distacco piangendo, anche disperatamente; alla sera può essere irritabile e può rispondere al senso di frustrazione che il distacco gli scatena con disturbi del sonno, inappetenza e sbalzi d’umore.

 

I genitori devono considerare che all’asilo il bimbo non ha subito un punto di riferimento affettivo; deve creare un legame con gli educatori e questo percorso può essere complesso o quantomeno lungo (considerato anche il fatto che il rapporto non è uno ad uno).

I capricci e il pianto possono intervenire come generale reazioni al distacco anche quando il bimbo viene lasciato con i nonni o con la baby-sitter. Atteggiamenti oppostivi e capricci, sbalzi d’umore e manifestazioni di rabbia possono sussistere (eventualmente insieme a inappetenza e disturbi del sono) sino all’adattamento pieno del bimbo alla nuova situazione e all’assenza della mamma.

 

La regola aurea è la pazienza! Alle mamme è consigliabile dedicare del tempo esclusivo al bimbo, anche quando l’unico spazio che resta è quello della sera:

 

coccole nel letto, giochi condivisi, cena familiare, fiabe, attività rilassanti e a misura di bambino, è questa l’unica prescrizione valida come anti ansia da asilo nido.

 

Un grande contro dell’ asilo nido è certamente l’esposizione a germi e batteri; virus e patogeni circolano facilmente tra i bambini, complice la promiscuità è facile che i piccoli allievi del nido si contagino spesso tra loro.

I primi mesi d’asilo sono mesi di facili malanni!

Asilo nido o nonni

Nonni, i pro:

 

La scuola è un’istituzione estranea alla famiglia, come estranea è la baby-sitter, diversamente i nonni sono un riferimento conosciuto, sono parte integrante della famiglia e già hanno col bimbo un legame emotivo stabile e forte.

 

Stare con i nonni può, quindi, aiutare il bambino nell’affrontare il distacco dalla mamma:

 

il bimbo già conosce la consolazione delle braccia della nonna o del nonno e già sa affidarsi ad esse profondamente e liberamente.

 

Le mamme devono comprendere che i nonni non eliminano la frustrazione che il bimbo prova per la lontananza dalla mamma, ma, ovviamente, possono lenirla meglio di altri.

 

Primo tra i pro è il rapporto affettivo familiare e consolidato tra nonni e nipoti, seguono:

 

  • flessibilità oraria;
  • ambiente domestico già familiare al bambino;
  • sicurezza della mamma che nell’affidare il figlio ai nonni certamente sente di lasciarlo nelle mani di chi già lo ama enormemente.

 

Nonni, i contro:

 

I nonni, se non sono abbastanza discreti e rispettosi del ruolo dei genitori, possono diventare invadenti e, laddove interferiscano anche con l’educazione del bambino, questo può creare dissidi familiari.

 

E’ bene mettere in chiaro la linea educativa chiedendo ai nonni di rispettarla; d’altra parte è giusto che le mamme siano minimamente tolleranti, anche il vizio è un compito dei nonni, una loro prerogativa.

 

I nonni precedono i nipoti di molti anni e il distacco generazionale può essere pesante, tuttavia nell’accudimento del bambino molto piccolo questo contro può non essere così evidente o faticoso da superare.

Asilo nido o baby-sitter

Baby-sitter pro e contro:

 

I pro della tata sono meramente organizzativi, chi professionalmente si prende cura dei bambini si attiene agli orari, ai tempi e alle indicazioni del datore di lavoro. Pertanto la baby-sitter arriva a casa, minimizza gli spostamenti del bambino e accorcia i tempi delle famiglie in termini di uscite e accompagnamenti.

 

La baby-sitter è più discreta dei nonni e rispetta le istruzioni date dal genitore. Certamente è anche meno propensa a viziare il bimbo.

 

Tuttavia non è semplice trovare una baby-sitter professionalizzata e competente, con la sufficiente esperienza e le debite credenziali.

 

Il maggiore contro della baby-sitter consta nell’estraneità al bambino e all’ambiente familiare, bisogna dare il tempo al piccolo di affidarsi a questa nuova figura e di legarsi a lei.

 

Inoltre, quando la baby-sitter non sarà più necessaria alla famiglia, il distacco potrebbe essere doloroso per il bambino.

 

Ulteriore contro è rappresentato dal costo: i servigi di una baby-sitter possono pesare sul budget familiare.

 


Fonte immagini: it.123rf.com con licenza d’uso



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