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Continuiamo a cercare Denise Pipitone: i punti oscuri della vicenda

di Federica Federico

17 Gennaio 2019

Lo scorso 20 settembre, Piera Maggio ha rilasciato una dichiarazione, forte e chiara, in merito al caso (mai chiuso, se di giustizia vera si vuole parlare) di sua figlia Denise Pipitone.

Continuiamo a cercare Denise Pipitone

Continuiamo a cercare Denise Pipitone, questa la sintesi di ogni messaggio di mamma Piera

 

Io stessa, da madre, non posso non fare mia la battaglia di una donna che non si arrende alla scomparsa misteriosa della figlia (e credo che ciò valga per ciascuna mamma). In particolare non si può restare spettatori indifferenti dinnanzi all’appello dello scorso 20 settembre, che ha un valore forte, profondo e meritevole di essere ricordato.

 

Peraltro il 20 settembre (giorno della pubblicazione sul Messaggero delle parole di Piera Maggio) è per la famiglia Maggio – Pulizzi un giorno di mezzo, a metà, cioè, tra l’anniversario della scomparsa di Denise: il 1° settembre, è il compleanno della giovane: il 26 ottobre (quest’anno Denise è diventata maggiorenne).

 

Continuiamo a cercare Denise Pipitone, è la stessa mamma Piera a richiamare tutti alla partecipazione attiva a questa ricerca in nome della verità e della giustizia

 

Sono trascorsi quattordici anni dal sequestro della nostra bambina, ma nulla è cambiato. La mancanza di verità e giustizia permane nel tempo.

 

Chi sono i colpevoli del rapimento di Denise? Su questo non abbiamo dubbi, senza dover aggiungere altro… Noi genitori meritiamo e pretendiamo delle risposte certe e concrete dalla giustizia italiana, i bambini non spariscono nel nulla! Rimaniamo in attesa, impantanati dentro delle verità nascoste, dietro l’omertà e la codardia di alcuni.

 

A tutti coloro che sono stati coinvolti nel nostro caso, in ogni senso, poniamo una domanda: se fosse stata vostra figlia a ricevere tanto male, vi sareste rassegnati davanti a tanta immane crudeltà e ingiustizia…?

 

Non avremo mai pace finché non ci sarà giustizia e verità, tanto meno l’avranno i responsabili. Ai mostri che vigliaccamente si sono macchiati di tale gesto, auguriamo che tutto il male procurato come un boomerang gli torni contro. I bambini non si toccano!

 

Noi non molleremo e continueremo sempre a cercare Denise, figlia nostra e dell’Italia intera.

 

Queste le parole di Piera Maggio a IlMessaggero.it

 

Continuiamo a cercare Denise Pipitone, piccolo sunto della vicenda

 

Il 1° settembre del 2004 Denise giocava sul marciapiede davanti casa della nonna; nonaveva ancora compiuto 4 anni; non era sola, con lei c’erano altri bambini mentre la nonna preparava il pranzo e la mamma era fuori per ragioni di lavoro; nel lasso di pochi minuti, la bambina era sparita nel nulla e nessuno aveva visto dove fosse andata e con chi.

 

Piera Maggio non si è mai sottratta alla verità, ha subito indicato agli inquirenti una possibile pista da seguire all’interno degli intrecci familiari tra lei, l’attuale ex moglie del Pulizzi, cioè la signora Anna Corona, e le due figlie, Jessica e Alice.

 

Il padre di Denise non era il legittimo marito di Piera e questo avrebbe esposto la bambina al rancore della famiglia Pulizzi, questa la ricostruzione della vicenda secondo il piano accusatorio che è stato sostenuto sino in Cassazione.

 

Dinnanzi alla legge proprio la sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi, è stata accusata di averla rapita, il movente la gelosia e l’astio determinati dalla relazione extraconiugale del padre culminata nella nascita della bimba. Tuttavia il castello accusatorio è stato ritenuto indiziario e pertanto insufficiente a fondare un’incriminazione e anche in Cassazione Jessica è stata assolta. Così la scompaia di Denise è rimasta un mistero.

 

Continuiamo a cercare Denise Pipitone, i punti ancora oscuri della vicenda:

 

Diciamo subito che non si ferma né si arrende la difesa di Piera Maggio e Pietro Pulizzi (che negli anni ha chiesto sempre verità alla sua famiglia spalleggiando la sua compagna, oggi sua moglie, e cercando Denise senza mai risparmiarsi). L’avvocato della famiglia di Denise, Giacomo Frazzitta, sta passando al setaccio tutti gli atti processuali e con un team di consulenti ed esperti sta cercando elementi nuovi validi alla riapertura del processo.

 

Negli anni si sono sedimentate 350mila pagine di atti processuali.

 

I punti oscuri della vicenda sono diversi:

 

  • all’indomani della scomparsa di Denise una squadra di appuntati dei carabinieri fu indirizzata all’abitazione di Anna Corona, allora moglie di Pulizzi, per un sopralluogo;

 
il problema è che non entrarono mai in quella casa, furono accolti dalla signora Corona nell’abitazione della vicina, Giacoma Pisciotta, ma l’intera operazione fu condotta come se si trovassero a casa Corona traendo, dunque, conseguenze infruttuose e non rispondenti alla verità dei fatti. Perché Anna Corona non aprì ai Carabinieri le porte di casa sua? Perché li accolse in casa della vicina lasciando intendere che fosse la propria e come mai nessuno dei presenti disse nulla o sospettò qualcosa?
 

  • Una collega di Anna Corona dichiarò che nel momento in cui Denis scompariva la donna si trovava con lei a lavoro, questo forniva all’allora moglie del Pulizzi un perfetto alibi, tuttavia la dichiarazione non era priva di contraddizioni, a cominciare dall’ora in cui Anna Corona si sarebbe allontanata dal posto di lavoro.
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  • Più volte la stampa è tornata ad argomentare la franosa fase pronunciata da Jessica Pulizzi e registrata da una intercettazione: “Io a casa c’à purgai” (Io a casa gliela portai).

 

Stando alla ricostruzione dell’accusa, nel pronunciare queste parole Jessica parlava di Denise e del fatto che l’aveva presa e portata a casa del padre, probabilmente stava cercando conferma della paternità della bambina, ovvero era alla ricerca di una sua verità dopo aver assistito alla o sgretolamento della sua vita familiare. Non trovando il Pulizzi, però, avrebbe consegnato la bambina a qualcun altro, e quel qualcun altro che potrebbe rappresentare la chiave di volta del caso Pipitone.
 
In realtà è su questa frase che si fonda il rinvio a giudizio di Jessica Pulizzi per sequestro di persona, giudizio finito in assoluzione anche in Cassazione.

 

  • Altrettanto dibattuta, una seconda intercettazione molto misteriosa: “Quannu eramu ’n casa, a mamma ha ucciso Denise“, in questo caso a parlare è la sorella di Jessica, Alice Pulizzi.
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La difesa di Anna Corona e di Jessica Pulizzi l’ha fatto invalidare la suddetta intercettazione sulla base della qualità audio, la conversazione era disturbata e in ragione di ciò era stata mal interpretata.

     

  • Come se non bastasse, c’è un’ultima intercettazione importante e misteriosa: a parlare sono tre uomini; si sa per certo che si sono scambiati queste informazioni pochi giorni dopo la sparizione di Denise e mentre erano vicino a un motorino su cui era stata piazzata una cimice; si sente dire, in dialetto: “Vai a prendere Denise, ma dove la devi portare? Peppe cosa ti ha detto?“; nessuno, però, sa chi siano questi tre uomini e malgrado facciano riferimento esplicito a Denise non si è mai appurata alloro identità e il loro ruolo nella vicenda.

 

Ciò detto, continuare a cercare Denise è evidentemente un dovere civile che dovrebbe corrispondere a un bisogno comune di giustizia perché è semplicemente imbarazzante, oltre che disumano, credere che una bambina possa sparire così nell’indifferenza di tutti e nel dolore dei genitori e del fratello.

 

Denise ha anche un fratello che l’aspetta (Storia e Foto)



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