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Sindrome infiammatoria multi-sistemica: cos’è la simil Kawasaki

di Maria Corbisiero

23 Dicembre 2020

Uno studio italiano ha confermato la correlazione tra il virus SARS-CoV-2 (il nuovo coronavirus responsabile della malattia Covid-19) e la sindrome infiammatoria multi-sistemica (MIS-C), una forma più aggressiva della malattia di Kawasaki (forma di vasculite pediatrica molto rara), anch’essa precedentemente associata ai picchi di contagio della pandemia.

 

Sindrome infiammatoria multi-sistemica: cos’è la simil Kawasaki

Sindrome infiammatoria multi-sistemica: cos’è la simil Kawasaki
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Sindrome infiammatoria multi-sistemica: cos’è la simil Kawasaki.

 

Iniziamo col chiarire cos’è la sindrome infiammatoria multi-sistemica nei bambini.

Come riportato sul sito del CDC – acronimo di Centers for Disease Control and Prevention (tradotto Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie) – la MIS-C (Multisystem inflammatory syndrome in children) è una condizione che si manifesta in età pediatrica e comporta l’infiammazione di cuore, polmoni, cervello, cute, occhi, organi intestinali, ecc.. I sintomi, alcuni dei quali simili a quelli della malattia di Kawasaki, sono:

 

  • Febbre;
  • dolore addominale;
  • vomito;
  • diarrea;
  • dolore al collo;
  • eruzione cutanea;
  • occhi rossi come iniettati di sangue;
  • spossatezza.

 

 

La sindrome multi-infiammatoria sistemica è ancora oggi oggetto di studio in quanto è stata riscontrata in diversi bambini che hanno contratto il SARS-CoV-2 o che avevano avuto dei contatti con persone affette da Covid-19.

 

La correlazione tra il virus SARS-CoV-2 e la sindrome infiammatoria multi-sistemica è stata anche oggetto di discussione del Congresso straordinario digitale della Società italiana di Pediatria (SIP).

 

Nel corso dell’evento telematico che si è tenuto il 27 ed il 28 novembre 2020 è stato reso noto uno studio tutto italiano promosso dal Gruppo di Studio (Gds) di Reumatologia della SIP –gruppo che si dedica alle malattie reumatiche pediatriche con lo scopo di promuovere la ricerca, migliorare gli approcci clinici, ecc. – che ha visto coinvolti circa 200 pediatri di tutta Italia.

L’obiettivo dello studio, che in seguito verrò pubblicato su una rivista internazionale di reumatologia, è stato quello di raccogliere e rubricare tutti i casi di malattia di Kawasaki e di sindrome multi-infiammatoria sistemica registrati nei bambini presenti sul nostro territorio dal 1 febbraio al 31 maggio 2020, ovvero durante la prima ondata della pandemia di Covid-19.

 

Dai dati raccolti è emerso che in Italia sono stati registrati 149 casi di cui:

 

 

 

“Dalle nostre elaborazioni sono emersi tre elementi che ci permettono di dire che c’è una correlazione tra sindrome multi-infiammatoria sistemica e SARS-CoV-2”.

 

È quanto dichiara Andrea Taddio, consigliere del Gds di Reumatologia della SIP e professore associato di Pediatria all’Università di Trieste, nonché autore dello studio insieme a Marco Cattalini (Università degli Studi di Brescia) e Angelo Ravelli, direttore della Clinica Pediatrica e Reumatologia dell’Istituto G. Gaslini di Genova e Segretario del Gruppo di Studio di Reumatologia della SIP.

Taddio spiega che il dato più significativo che ha portato alla suddetta conclusione è la percentuale di pazienti risultati positivi al SARS-CoV-2: ben il 75% dei pazienti con sindrome infiammatoria multi-sistemica era positiva al virus contro il 20% dei pazienti affetti da malattia di Kawasaki classica.

 

Sindrome infiammatoria multi-sistemica: cos’è la simil Kawasaki

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“Queste forme multi-infiammatorie sistemiche si sono accumulate temporalmente circa un mese dopo il picco dell’epidemia infettiva – ha dichiarato Taddio – a conferma che quello che abbiamo visto è stata una iper risposta infiammatoria a un trigger virale”.

Il reumatologo pediatrico ha inoltre specificato che la maggior parte dei 149 casi oggetto dello studio si sono registrati soprattutto in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, ovvero in quelle regioni del Nord Italia che hanno avuto un alto numero di casi di Covid-19.

Lo studio ha permesso di evidenziare i 5 punti caratteristici che permettono di distinguere i pazienti affetti da sindrome infiammatoria multi-sistemica da quelli con malattia di Kawasaki:

 

  • L’età media del pazienti: i malati di MIS-C hanno in media 7 anni mentre la malattia di Kawasaki si manifesta nei bambini al di sotto dei 5 anni;
  • i malati di MIS-C hanno una più alta probabilità di dover ricorrere alla terapia intensiva pediatrica;
  • i pazienti affetti da MIS-C necessitano maggiormente di un sostegno ventilatorio;
  • i malati di MIS-C manifestano sintomi gastro-intestinali e polmonari ritenuti sintomi atipici della malattia di Kawasaki;
  • i pazienti con sindrome multi-infiammatoria sistemica hanno più possibilità di sviluppare una miocardite o un’insufficienza cardiaca.

 

 

Sotto l’aspetto più tecnico, nello specifico si parla di esami di laboratorio, il reumatologo spiega che:

“La sindrome multi-infiammatoria sistemica si caratterizzava per degli indici di flogosi più elevati (PCR), una linfopenia, una piastrinopenia, una ferritinemia più elevata ed un aumento degli enzimi cardiaci (troponina, BNP)”.

Tra i dati positivi dello studio vi è la totale mancanza di decessi, la maggior parte dei piccoli pazienti con sindrome infiammatoria multi-sistemica ha risposto in modo positivo alle terapie a base di steroidi e immunoglobuline somministrate per via endovenosa mentre solo per alcuni si è reso necessario un trattamento con inibitore di IL-1.

 

Sindrome infiammatoria multi-sistemica: cos’è la simil Kawasaki

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Malattia di Kawasaki, sindrome infiammatoria multi-sistemica e virus SARS-CoV-2: perché sono correlate?

 

Del possibile legame tra Malattia di Kawasaki e nuovo coronavirus ne avevano parlato i pediatri dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo attraverso una ricerca scientifica pubblicata sulla rivista The Lancet. Questo nuovo studio invece evidenzia come sia invece più forte (facendo sempre riferimento alle percentuali sopra indicate) il legame tra SARS-CoV-2 e la MIS-C che, non a caso, è stata più volte definita una “Kawasaki Like”, ossia una simil Kawasaki.

A spiegare tale correlazione è Angelo Ravelli, Segretario del Gds di Reumatologia della SIP, secondo cui:

“Le forme iperinfiammatorie non sono condizioni diverse dalla malattia di Kawasaki, come molti ritengono, ma fanno parte di un unico spettro di patologia che va dalle forme meno gravi a quelle più gravi ed è presumibile che il virus sia stato implicato sia nelle forme classiche di malattia di Kawasaki che in quelle iperinfiammatorie”.

Secondo Ravelli è possibile che le forme iperinfiammatorie come la sindrome infiammatoria multi-sistemica potrebbero avere alla base la malattia di Kawasaki che, a contatto col nuovo coronavirus, può mutare e diventare più aggressiva.

“Quando questo virus con una forte carica virale colpisce soggetti con una particolare predisposizione genetica – spiega Ravelli – in un’età non abitualmente colpita dalla malattia di Kawasaki, può dare delle forme molto più aggressive che, a mio avviso, fanno parte comunque dello stesso spettro clinico”.

Il Gruppo di Studio di Reumatologia della SIP continuerà ad indagare su questi casi – lo studio proseguirà nel corso della seconda ondata dell’epidemia – al fine di raccogliere ulteriori informazioni utili sulla possibile correlazione tra malattia di Kawasaki, sindrome infiammatoria multi-sistemica e virus SARS-CoV-2 e aiutare i pediatri ad intervenire in modo più tempestivo, sia per quanto concerne la diagnosi che le cure.

 

Fonte SIPCDC



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