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Bambini vittime della guerra: quanti bambini sono già morti in Ucraina

di Federica Federico

07 Marzo 2022

I bambini vittime della guerra in Ucraina sono un’amara e dolorosa ferita inferta all’anima del mondo. È come se la storia, ancora e dopo tanti orrori, non si fosse mai consumata nel dolore degli innocenti e dei civili; è come se le pagine del passato fossero rimaste inascoltate, mentre dovrebbero averci insegnato veramente tanto e da tempo. 

 

Bambini vittime della guerra

Kirill, bambino di 18 mesi ucciso durante i bombardamenti, genitori mentre arrivano in un ospedale a Mariupol, in Ucraina, venerdì 4 marzo 2022.
AP Photo/Evgeniy Maloletka ©LaPress

 

Quanti bambini vittime della guerra in Ucraina: il bilancio di morti e feriti è difficile

L’Ansa parla di almeno 136 vittime tra i civili,  di cui 13 bambini; la BBC riporta di 366 persone morte sotto l’attacco armato, 16 delle quali sarebbero bambini; TCH restituisce una stima diversa: 21 bambini strappati a questa terra e 55 feriti; IL Riformista parla di 28 bambini morti e 64 feriti con un bilancio aggiornato a venerdì. Di fatto il computo delle vittime è difficile, impossibile averne uno preciso mentre le strade sono diventate campi di battaglia, i cieli sono il luogo da cui gli attacchi più violenti vengono sferrati e i tunnel delle metropolitane si prestano come rifugi di fortuna, alla stessa stregua degli scantinati, dei seminterrati degli ospedali, eccetera.

 

L’immagine più atroce tra quelle dei bambini vittime della guerra è la foto del corpo di Kirill avvolto in una coperta insanguinata e stretto tra le braccia del padre mentre, seguito dalla disperazione della compagna, tentava di rimettere il figlio alle cure dei medici in un ospedale senza energia elettrica e senza speranze. 

La foto di Kirill è esplosa in rete e in Tv solo poche ore fa, è letteralmente esplosa come la bomba che ne ha provocato lo strazio, ma è difficile per i più coglierne le implicazioni politiche: al di là della tautologia sulla guerra, questo bambino di 18 mesi dimostra come le strategie militari siano disposte a negare qualsiasi spazio all’umanità. 

 

Kirill aveva solo 18 mesi, un anno e mezzo di vita, probabilmente della guerra non capiva null’altro che l’agitazione, lo sconforto e il dolore di mamma e papà; è morto sotto un bombardamento e il suo copro dilaniato è arrivato in un ospedale senza elettricità condotto dalle braccia disperate di un padre giovane e, a sua volta, innocente.

 

 

I fatti, però, non sono accaduti in un luogo qualunque, ma a Mariupol, una città portuale, affacciate sul Mare di Azov che nel 2014, anno della riconquista ucraina di questo territorio, giocò un ruolo politico decisivo: la stampa la definisce come una città ribelle perché nel 2014 tornò all’ucraina dopo un mese di occupazione e fu terra di battaglia per i giovani della Rivoluzione Arancione, ovvero coloro che combattevano col sogno di entrare in Europa. Inoltre a Mariupol nasce la Brigata Azov, una forza politica neonazisti che Putin avversa, e composta da miliziani che già nelle battaglie del 2014-2015 dimostrarono tenacia in combattimento. Senza contare il peso specifico del suo porto che ne fa anche un’area geograficamente decisiva. In questo senso mettere in ginocchio Mariupol significherebbe, nelle dinamiche della guerra russa, conquistare un luogo simbolico e strategico.

 

Sta di fatto che l’esercito russo a Mariupol assedia circa 200-300 mila persone. Kirill è stato un prezzo pagato alla storia più violenta, lui come Alice Halans, Polina, suo fratello e molti altri bambini. 

 

Bambini vittime della guerra

Bambini vittime della guerra
Photo/Anna Szilagyi ©LaPress

La storie dei bambini vittime della guerra

Alice Halans aveva solo sette anni, è morta al  secondo giorno di guerra quando un raid russo ha colpito il villaggio di Okhtyrka, vicino al confine nordorientale. La piccola era a scuola. Polina, invece, frequentava la quarta elementare in una scuola di Kiev, è morta in strada accanto ai suoi genitori, erano tutti nell’autovettura di famiglia: Polina, la mamma, il papà, il fratello di 5 anni e la sorella, probabilmente cercavano un riparo. In un primo momento si era sperato per il fratello è  e la sorella di Polina, inizialmente scampati entrambi alla strage e portati vivi in ospedale, ma non ce l’ha fatta il fratellino malgrado il ricovero in un reparto pediatrico e le cure tenacemente apprestate dai medici. 

 

 

Quella della piccola Polina è una famiglia distrutta a colpi di arma da fuoco, responsabile dello spargimento di sangue e del dolore che ne consegue un gruppo russo di sabotaggio e ricognizione. Tutto fa pensare che molte altre vite possono essere state sacrificate allo stesso modo.

 

Accogliere Bambini ucraini: come aiutare

 

Un agente di polizia ha provato a portare la famiglia al sicuro, nel tentativo di fuga sono morti due bambini, Sofia e Ivan, sei anni la maggiore e solo pochi mesi il minore, i loro nonni di 56 anni e Irina, 27 anni, la loro mamma, moglie del poliziotto.

 

 

TCH fa sapere che sul territorio ucraino vigila una figura di garanzia: il difensore civico, questi ha invitato la comunità internazionale e gli attivisti per i diritti umani a inibire i cieli dell’Ucraina agli aerei russi. Ma resta improbabile che la guerra consenta ciò che la legge umana dovrebbe ammettere e tutelare. 

 

Lo stesso TCH ha confermato che l’ospedale per la maternità di Zhytomyr è stato danneggiato durante un attacco missilistico. Tutto ciò mentre la vita non si ferma: A Kherson, due neonati sono venuti alla luce in un reparto maternità allestito in un rifugio antiaereo.

 

 

Due nuove vite che hanno già la Guerra nel loro codice genetico. Noi e loro non dimenticheremo mai e non perdoneremo mai“, ha detto il ministro ucraino della salute. Venerdì 25 febbraio è nata anche una bimba nella metropolitana di Kiev, il suo nome, Mia, è le sue foto hanno fatto il giro del mondo come simbolo di speranza e vita che trionfa sopra l’orrore e sopra la morte.

 


Articolo originario 3 Marzo 2022, aggiornato al 7 Marzo 2022



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