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Infertilità e procreazione dopo chemioterapia: ovaio umano artificiale

di Dott.ssa Daniela Brancaccio

31 Ottobre 2010

I ricercatori della Brown University hanno inventato il primo ovaio umano artificiale, un progresso che fornisce un nuovo mezzo potente per condurre ricerche sull’infertilità e può persino aiutare le pazienti affette da tumore a procreare anche in seguito alla chemioterapia. Inoltre il gruppo di ricercatori ha già dimostrato che l’ovaio artificiale è in grado di trasformare gli ovociti in ovuli maturi.

“Un ovaio è formato da tre tipi principali di cellule ed è la prima volta che qualcuno crea una struttura di tessuto tridimensionale con una tale linea cellulare” afferma Sandra Carson, professore di ostetricia e ginecologia alla Warren Alpert Medical School della Brown University, e autrice di un articolo apparso sul “Journal of assisted reproduction and genetic” che descrive la scoperta.

“Tale ovaio – continua Carson – non solo costituisce un laboratorio vivente per investigare su questioni fondamentali riguardanti il funzionamento della ovaie, ma funge anche da test per vedere come i problemi quali l’esposizione alle tossine e alle sostanze chimiche possano interferire sulla maturazione dell’ovulo e sulla salute della donna“

Clinicamente l’ovaio artificiale ha un ruolo importante nel preservare la fertilità per le donne che combattono contro il cancro. Gli ovuli non fecondati si possono conservare e ibernare prima dell’esposizione alle radiazioni che comporta la chemioterapia e poi far maturare all’esterno del corpo della paziente nell’ovaio artificiale.

Carson dichiara inoltre che il suo scopo non è mai stato quello di inventare un organo artificiale, ma semplicemente di creare un ambiente di ricerca in cui si potesse studiare come gli ovociti interagivano con gli altri due tipi di cellule presenti nell’ovaio naturale e creavano ovuli maturi.

Fonte: http://www.sciencedaily.com/releases/2010/09/100914102108.htm



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