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Bambino dimenticato in autostrada insegue i genitori fino al casello

di Alessandra Albanese

15 Aprile 2013

Trento. Potrebbe essere la trama del sequel di un famoso film, e al posto di “mamma ho perso l’aereo” si potrebbe intitolare “mamma ho perso il camper”. Ma la storia è vera, non è divertente, ma per fortuna ha un lieto fine.

Una famiglia di Bergamo stava partendo per un fine settimana di vacanza in camper. Erano diretti in Trentino,e durante il tragitto uno dei due figli, il bambino di 9 anni, si è addormentato sul retro. Il camper fa una prima sosta presso un centro commerciale di Affi. Non volendo interrompere il sonno del bimbo, i genitori decidono di lasciarlo dormire e si dirigono con l’altra figlia al centro commerciale.

Il bambino però si sveglia, e per niente intimorito dal vedersi solo, decide di raggiungere i genitori dentro il centro. Ed ecco la scena da film.

I genitori rientrano in camper e, convinti che il figlio stia ancora dormendo nel retro, rimettono in moto e partono.

Il ragazzo invece, che nel camper non è, si accorge di quello che sta succedendo e tenta, senza successo, di inseguire i genitori, e lo fa addirittura fino all’ingresso dell’autostrada, raggiungendo il casello.

Fortuna vuole che il casellante si accorge del ragazzino e lo soccorre prontamente, chiamando anche il centro operativo autostradale.

Tranquillizzato il piccolo, una pattuglia della sottosezione autostradale A22 di Trento riesce anche a rintracciare la direzione del camper grazie ai racconti del bambino.

I familiari vengono raggiunti e fermati. E la cosa bella è che nessuno dei tre si era ancora accorto che all’appello, in camper, mancasse il bimbo.

Dopo circa un’ora il piccolo è consegnato ai genitori che, tornati indietro al casello hanno fatto rientrare l’allarme, e potuto riprendere il viaggio per la loro vacanza

La paura è passata, e forse la lezione imparata, sia dal bimbo che speriamo in futuro sia pronto ad avvisare i grandi dei suoi spostamenti, che dai genitori, che magari ci pensino un po’ di più a lasciare un figlio che dorme senza accertarsi poi che non sia “scappato”.



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