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Salute: Bisfenolo A nei biberon è vietato

di Dott.ssa Federica Federico

01 Marzo 2011

A partire da oggi, 1° Marzo 2011, l’Europa vieta la produzione di biberon contenenti Bisfenolo A (BPA).

Di fatto l’Unione Europea non tollererà più che i biberon per neonati e prima infanzia siano fabbricati adoperando materiali contenenti Bisfenolo A.

Ma cos’è il BPA?

Il Bisfenolo A è una sostanza chimica, una di quelle che – insieme a diverse altre – concorre alla produzione di materiali plastici e resine. Proviamo a tradurre questa definizione generica del BPA, facciamolo indicando alcuni oggetti di uso comune in cui la sostanza è di fatto presente:

Il Bisfenolo A è un componente del policarbonato, quella plastica resistente, trasparente, rigida ed infrangibile con cui si fabbricano i recipienti per uso alimentare, le stoviglie in plastica, i contenitori di plastica, i biberon. Il BPA si rintraccia nelle lattine che contengono bevande o prodotti alimentari, ma anche nelle otturazioni dentarie ed in più prodotti odontoiatrici, nelle lenti per gli occhiali, in svariati elettrodomestici, come in attrezzature sportive e caschi anti-infortunistici.

In pratica il BPA esiste in moltissimi materiali plastici duri e resistenti comunemente sfruttati nella vita quotidiana di tutti noi.

Per comprendere l’ampiezza del “fenomeno BPA” ed intuirne l’enorme diffusine ci basti pensare che la produzione mondiale di Bisfenolo A nel 2003 era stimata in più di 2milioni di tonnellate all’anno, oggi essa sarebbe addirittura aumentata ed oscillerebbe tra i 2 ed i 3milioni.

Come può il Bisfenolo A nuocere alla salute?

La plastica è un oggetto familiare a tutti noi; volendo possiamo dire, senza paura di sbagliare, che siamo circondati dalla plastica o che il mondo ne è invaso. Ebbene questo materiale comune, apparentemente innocuo si compone di più elementi chimici, il Bsfenolo A è nello specifico uno degli elementi chimici di taluni materiali plastici.

Ad occhio nudo la plastica ci suggerisce un’idea di compattezza e salda unità ma dietro questa “apparenza visiva” si cela un “universo chimico” meno stabile di ciò che sembra, infatti il legame chimico tra le molecole di Bisfenolo A è altamente instabile, questa instabilità causa il passaggio della sostanza chimica negli alimenti con cui viene a contatto. Inoltre se aumenta la temperatura dei cibi inseriti nei contenitori prodotti con BPA aumenta pure la diffusione del Bisfenolo nell’alimento.

In questo senso i biberon (prodotti con Bisfenolo A) esporranno di più al “rischio BPA” quando conterranno del latte o dei liquidi caldi; una mamma sa che di fatto ciò avviene più volte al giorno perché più volte nell’arco di una stessa giornata moltissimi piccoli vengono nutriti con l’ausilio della bottiglina.

Una eccessiva esposizione al BPA quali danni o conseguenze nocive può determinare nell’uomo?

Contro il Bisfenolo A oggi si muovono numerosissime accuse che vanno dalla attribuzione al BPA di un generico calo nella fertilità dell’uomo sino alla imputazione all’elemento chimico della responsabilità di patologie cardiache. Ma, ad onor del vero, va chiarito che molti studi restano, ad oggi, in via di definizione. Cosa intendiamo dire sottolineando che molte ricerche scientifiche sono ancora da definirsi? In pratica intendiamo doverosamente chiarire che i tempi della scienza e dei suoi studi sono spesso lunghi per ovvie ragioni pratiche!

Nel caso specifico del Bisfenolo A, i ricercatori e gli scienziati si stanno occupando degli effetti della esposizione al BPA osservandoli nel lungo termine, stanno valutando se in un arco di tempo ampio il contatto con la sostanza chimica provochi in più e diversi soggetti le medesime conseguenze, il che aprirebbe la strada ad un “nesso di causa effetto” tra l’esposizione alla sostanza e eventuali malattie.

Il fatto che questi accertamenti debbano verificare reazioni che si sviluppano progressivamente comporta un allungamento considerevole dei periodi di studio, ovvero dilata i tempi di definizione delle ricerche scientifiche.

Come è possibile che una sostanza dannosa per la salute sia così largamente adoperata?

Sebbene il Bisefenolo A fosse “guardato con sospetto” sin dagli anni 30, la prima grande accusa pubblica contro il BPA è databile 16 settembre 2008 ed è firmata JOURNAL OF THE AMERICAN MEDICAL ASSOCIATION.

Il JAMA, per la prima volta, collegava alla esposizione al Bisfenolo A l’aumentata incidenza di gravi malattie – tra esse pericolose cardiopatie e patologie diabetiche.

La pubblicazione del JOURNAL OF THE AMERICAN MEDICAL ASSOCIATION ha fatto da apripista a più approfonditi studi sul BPA.

Cosa si afferma oggi in merito al nesso tra l‘esposizione al BPA e la comparsa di certe patologie?

Con una certa sicurezza oggi si dice che una moderata esposizione giornaliera al BPA, quella che comunemente noi adulti subiamo, non dovrebbe nuocere gravemente alla salute, tanto più che un organismo umano sano ed adulto è capace di smaltire il Bisfenolo A in eccesso attraverso le urine.

Questa condizione di generale e normale buona tollerabilità non muta neanche per la donna in gravidanza, non c’è allo stato nessuna indicazione che faccia pensare a rischi vari per gli esiti della gestazione.

È, tuttavia, buona norma non inserire i contenitori alimentari di plastica nei microonde, ugualmente sconsigliabile è riscaldare il latte o l’acqua per il tè in tazze di plastica all’interno dei forni a microonde, i contenitori alimentari in materiale plastico non andrebbero lavarli in lavastoviglie né per essi si dovrebbero usare detergenti aggressivi. Queste poche regole valgono per tutti, grandi e piccini, sono accorgimenti finalizzati a ridurre la quotidiana “contaminazione degli alimenti“.

Diversamente, l’esposizione dei bambini ed in particolare dei neonati al BPA ha meritato ed ottenuto una particolare attenzione.

In prossimità della nascita e per tutta la prima infanzia i nostri figli sono “organismi in divenire”, stanno strutturando se stessi, il loro corpo, ampiamente considerato, si sta formando ora e questo processo di costituzione li rende naturalmente più esposti alle aggressioni esterne e più vulnerabili. Dunque, nelle more della ricerca scientifica, permanendo molti dubbi sulla negativa influenza del BPA nello sviluppo neuronale e nella evoluzione celebrale dell’infante, la Comunità Europea ha messo al bando i biberon contenenti BPA.

Il 25\11\2010 27 Paesi in nome dell’Unione Europea decidono, dopo un lungo negoziato, che a far data da oggi, 1° Marzo 2011, i biberon non potranno più essere fabbricati con Bisfenolo A.

Attenzione mamme, da oggi per disposizione dell’ Unione Europea si blocca la produzione dei biberon contenenti BPA, ma quelli già prodotti (ovvero fabbricati sino ad oggi) e attualmente presenti sugli scaffali dei negozi continueranno ad essere legittimamente venduti, non verranno ritirati dal commercio. La vendita e l’importazione saranno vietate solo a partire dal 1° giugno 2011, quindi per essere certe di acquistare biberon privi di Bisfenolo A fidatevi solo di quanto riportato sulle confezioni e cercate le indicazioni di sicurezza, ovvero la conferma che il prodotto che state per acquistare è privo di BPA.



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