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Inserimento all’asilo nido e alla materna, consigli per le mamme

L'inserimento all'asilo evoca ansia da distacco, pianti e preoccupazioni, ma ha a che fare con una transizione e con l'autonomia del bambino. Ecco come affrontare tutto con calma.

di Federica Federico

22 Settembre 2022

Inserimento all'Asilo Nido e alla Materna

Prima di addentrarci nel tema dell’inserimento, è d’obbligo chiarire le differenze tra asilo, detto anche nido d’infanzia, e scuola materna: il nido d’infanzia o asilo accoglie i bambini più piccoli, quelli dai 3 mesi ai 30-36 mesi (ovvero sino ai 2 anni e mezzo – 3 anni). E’ questa l’età a partire dalla quale i bimbi, invece, possono avere accesso alla scuola materna che li accoglie intorno ai 30-36 mesi e li conduce sino alla scuola primaria (ovvero fino ai 6 anni circa).

 

Primi giorni di scuola e inserimento

Il primo grembuiulino è sinonimo di inserimento all’asilo. Per quei bambini che lo frequentano, il nido d’infanzia rappresenta la prima esperienza scolastica e l’inserimento altro non è che la fase di adattamento alla scuola. Si tratta di un momento delicato caratterizzato dal distacco dalla mamma e dalle abitudini familiari a cui il piccolo era assuefatto, nonché dall’ingesso in un ambiente sociale.

 

Se il bambino non ha mai frequentato l’asilo nido, quindi non ha maturato un’esperienza scolastica prima dei 2 anni e mezzo – 3 anni, l’ingresso alla scuola materna può essere più delicato rispetto ai coetanei già scolarizzati:

  • il bimbo è lungamente rimasto nel contesto familiare,
  • non ha fatto esperienze sociali di condivisione di spazi e regole, come di relazione con nuove figure di riferimento (le maestre) o con i pari (gli amichetti di classe),
  • ha abitudini di vita domestiche, misurate alle sole esigenze del nucleo familiare,
  • non è mai uscito dal suo ambiente.
 

Le prime esperienze scolastiche sono per il bambino una nuova avventura: il compito della famiglia e degli educatori è quello di garantire che l’inserimento sia quanto più sereno è possibile. Affrontando la scuola, il bambino avvia un processo di transizione dalla comunità familiare a quella scolastica, che nello specifico è la prima importante comunità sociale.

 

Come affrontare l’inserimento

Ci sono dei comportamenti, dei piccoli trucchi, che si possono mettere in pratica per facilitare questa nuova esperienza. È importante aiutare il bambino a vivere bene la scuola sin dai primi giorni, del resto, l’asilo nido e la materna vanno intesi come una palestra di vita che prepara alla scuola dei grandi e non devono diventare fonte di stress quotidiana né per il bambino né per la famiglia.

 

Facciamo alcune precisazioni relative ai primi giorni di scuola:

  • l’estate, e con essa la maggiore presenza di figure familiari nel suo quotidiano, induce il bambino a confortarsi nell’abbraccio dei suoi cari: il piccolo tende a godere della sicurezza domestica e questo pretende, poi, un riadattamento in fase di ripresa della scuola;
  • la pausa estiva rilassa i ritmi, qualche volta li stravolge, ciò anche in termini di ciclo sonno-veglia o alimentazione, va dato al bimbo il giusto tempo per ritornare negli equilibri autunnali, gli stessi che terrà per tutto l’anno scolastico;
  • il bambino assorbe il nostro stato d’animo e percepisce l’umore domestico, pertanto è consigliabile organizzare routine familiari non stressanti. Per esempio, la mattina si va a scuola e non si corre a scuola; la sera si va letto con un rito della ninna confortante; i pasti restano sempre momenti di condivisione;
  • massima attenzione va prestata a quei bambini che, oltre la scuola, hanno vissuto grandi cambiamenti come una separazione, un trasferimento o la nascita di un fratello o di una sorella.
 

Consigli pratici per un inserimento sereno – asilo e scuola materna

In casa o durante il tragitto per raggiungere la scuola possiamo sottolineare al nostro bambino gli aspetti positivi riguardo alle attività che svolgerà e possiamo attirare la sua attenzione su quelle pratiche che sappiamo essere più vicine ai suoi interessi. Conoscere altri bambini e farsi nuovi amici, giocare, dipingere, imparare cose nuove devono essere presentate al bambino come opportunità di gioia e crescita.

 

Prima del momento della separazione dalla mamma e affinché l’inserimento di ogni bimbo nel gruppo classe sia pieno ed efficace, bisogna accettare che il piccolo scolaro viva un periodo di adattamento. Durante questa fase, particolarmente con riguardo ai bambini più piccoli e limitatamente ai primi giorni di scuola, un adulto familiare al bambino, uno dei due genitori o una persona di fiducia, può trascorre un po’ di tempo all’asilo, insieme agli educatori, alle maestre e al bambino stesso.

 

La breve presenza del familiare in classe può favorire l’apertura del bimbo all’ambiente nuovo nonché l’affidamento del piccolo agli educatori. In altre parole il bimbo osserva l’agio e la confidenza dell’adulto, ne percepisce la serenità e quindi, ad un primo esame mentale, classifica il luogo in cui si trova (ovvero la classe) come sicuro e buono.

 

Durante l’inserimento all’asilo nido o alla scuola materna è importante che il bambino percepisca la sicurezza dell’adulto: se mamma, papà o i nonni si mostrano sereni anche il bambino lo sarà e sarà più propenso a fidarsi delle maestre.

 

Presenza della mamma in classe, per quanto tempo?

La permanenza della mamma, del papà o di un adulto di riferimento in classe è una tecnica per favorire l’inserimento del bambino, in quanto tale va guidata da una persona di esperienza che qui è la maestra. La gestione dei tempi e dei modi è, dunque, affidata a maestre ed educatori; in poche parole gli adulti dovranno andare via quando le maestre lo vorranno e dovranno mostrarsi calmi e fiduciosi.

 
Inserimento a scuola
 

Durante l’inserimento, per quante ore il bambino resterà a scuola?

All’inizio risulterà ideale optare per una formula di mezza giornata o, per meglio dire, non pretendere che il bimbo sostenga subito l’orario completo. L’orario di permanenza del bambino a scuola va allungato gradualmente e tenendo conto della disponibilità del piccolo ad accettare una permanenza man mano più prolungata.

Ciuccio e biberon a scuola: Sì o No?

Il bambino che va a scuola si separa dalla mamma e incomincia a crescere: l’addio al pannolino dovrebbe già essere compiuto, quello al ciuccio o al biberon dovrebbe essere in fase di compimento, perciò evitate di mandare il bambino a scuola con qualcosa di diverso dalla sua borraccia dell’acqua, l’asilo può essere un’occasione per emanciparsi da queste “dolci dipendenze” e crescere ancora un po’.

 

Pupazzo preferito o giocattolo inseparabile: si può portare a scuola?

Alcune maestre favoriranno l’uso di giocattoli portati da casa o oggetti imprestati dalla mamma o dal papà per rimarcare la loro presenza nella vita del bambino, questi oggetti funzionano come “elementi di transizione” (oggetto transizionale) ovvero il piccolo li relaziona con casa sua e questo fa sì che si senta più sicuro.

 

Va chiarito che il bambino dovrà pian piano emanciparsi dagli elementi di transizione perciò concordate con le maestre le strategie d’azione e prima di accettare che vostro figlio metta nello zaino la bambola preferita, l’orso del cuore o la macchinina di cui va tanto orgoglioso, parlatene sempre con la maestra.

 

L’importanza di salutare i bambini

E’ una tentazione andarsene di soppiatto, quando magari il piccolo si è finalmente distratto, tuttavia farlo è sconsigliabile perché il bimbo potrebbe viverlo come un abbandono. Nella fase dell’inserimento all’asilo, e in generale ogni giorno di scuola, non bisogna mai dimenticarsi di salutare il piccolo, è importante che capisca che la separazione non è un addio.

 

Bisogna dare una certa importanza al saluto, l’ideale sarebbe convertirlo in un momento speciale creando un “rituale dell’ arrivederci“, questo potrebbe rivelarsi fondamentale nell’adattamento del bambino alla scuola.

 

Cosa fare se il bambino continua a piangere?

Durante i primi giorni, può accadere che tuo figlio pianga o faccia i capricci. Ti potrebbe capitare di vederlo piangere ancora mentre lo saluti e mentre ti allontani. Il pianto non è necessariamente sintomo di insanabile e profondissima sofferenza, un bambino che piange può anche più semplicemente essere un bimbo che ancora parla poco e male e che con le lacrime esprime un disagio transitorio che non riesce altrimenti a portare fuori.

 

Molte mamme, quando ritornano a scuola a riprendere i bambini, si sentono dire dalle maestre: “Ha pianto poco“; “Ha smesso di piangere dopo pochi minuti“, eccetera.

 

Il pianto del bambino a scuola non deve far in modo che cambino le decisioni e le abitudini familiari: continua a svegliare tuo figlio nel modo che sai per tenerlo tranquillo, preparatevi e andate a scuola parlando di quanto sia bello imparare, giocare, conoscere. Il tuo obiettivo da mamma è capire il bimbo, sapendo che bisogna concedergli del tempo.

 
inserimento: l'importanza di salutare i bambini

E’ importante osservare qual è l’umore del bambino quando lo si va a riprendere. Un bambino può piangere quando la madre se ne va e, poi, uscire da scuola, a mezzogiorno o al pomeriggio, molto felice. Se accadesse il contrario sarebbe molto più preoccupante.

 

Inserimento e difficile distacco dalla mamma

Ogni bambino ha i suoi ritmi, questo vale per i progressi del corpo e per quelli del cuore come anche per i progressi della socializzazione e della crescita (l’inserimento al scuola è, tra l’altro, un progresso sociale). Concedi al tuo bambino i suoi tempi!

 

In alcuni casi, un trucchetto per evitare o diminuire le crisi di pianto può essere sostituire la mamma – accompagnatrice col papà o con un altro adulto di riferimento. Se il distacco dalla mamma è troppo doloroso, potrebbe essere preferibile salutarsi a casa, in un ambiente di cura e conforto più rassicurante per il bambino che potrebbe essere condotto a scuola da alti, il padre o un altro familiare. Questa tecnica va sperimentata e non è detto che funzioni sempre, i bambini sono tutti diversi tra loro.

 

Se la reazione del bambino alla separazione dalla mamma (o comunque dalla routine familiare a cui era abituato prima della scuola) fosse sproporzionata in quanto a intensità e si prolungasse per molto tempo, sarebbe meglio consultare uno specialista. Potrebbe trattarsi di qualcosa di diverso dalla semplice ansia da separazione, che fino ai tre anni, si considera tipica dello sviluppo.

 
Mangiare a scuola

Mangiare a scuola

Un’altra sfida, contestualmente a quella dell’inserimento all’asilo, che il nostro bambino dovrà affrontare sarà mangiare a scuola. Adattarsi al cibo offerto, assaggiare cose che a casa avrebbe rifiutato sono esperienze di resilienza, allo stesso modo lo è condividere la tavola con i compagni e accettare una nuova ritualità del pasto.

 

In casa, il pranzo e la cena, sono una lotta? Il bambino stenta ad assaggiare nuovi cibi o lo definiamo addirittura disinteressato al pasto e inappetente? Non preoccupatevi anzi tempo, anche a tavola l’imitazione dei compagni e delle maestre ha un importante peso specifico e sovente i bambini mostrano un approccio al cibo migliore di quello che hanno a casa.

 

Per il bambino può risultare più divertente e stimolante mangiare con gli amici che non a casa con mamma e papà. In questo modo, mangiare all’asilo può essere un beneficio, e quasi sempre lo è, sia per nostro figlio sia per tutta la nostra famiglia.

 

Appena vanno a scuola i bambini si ammalano, perché

Soprattutto con l’avanzare della stagione autunnale e invernale, i bambini che vanno a scuola potranno soffrire di raffreddori, febbriciattole, otiti o laringiti, i cosiddetti malanni di stagione. Questi disturbi non ci devono spaventare perché sono un passaggio fisiologico attraverso cui il corredo immunologico del bambino si rafforza.

 

Il sistema immunitario del piccolo si aziona davanti agli stimoli dei batteri o dei virus a lui sconosciuti e con cui viene a contatto. Ma col passare del tempo e col maturare delle esperienze immunologiche le difese del bambino diventeranno sempre più forti, l’organismo svilupperà una sua “memoria” immunologica e il bimbo si ammalerà sempre meno.

Quindi, care mamme viviamo in modo tranquillo la nuova avventura del nostro bimbo, cerchiamo solo di confortarlo nel modo migliore e di educarlo al pensiero positivo.

 



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