In questo periodo si fa un gran parlare dei Pitbull, complici alcuni recenti casi di cronaca, l’opinione pubblica si è convinta di riconoscere in questi animali “caratteristiche negative e difetti” non reali, non rispondenti all’indole e alla tendenza della razza e non confermati dalla natura tendenzialmente pacifica di ogni cane.
Adottare un Pitbull sì o no? E quando non farlo?
Difficilmente l’essere umano attribuisce a se stesso le debite responsabilità sulla gestione degli animali, il presupposto da cui si dovrebbe partire è, invece, proprio la responsabilità dei padroni e l’importanza della loro educazione sull’animale, nonché l’importanza dell’educazione dell’intera famiglia convivente.
Ci sono almeno 4 “cattive ragioni” per addottora un Pitbull, ovvero 4 incipit errati per approcciare ad una adozione. In realtà questi presupposti sono sbagliati per qualsiasi adozione canina.
1 . E’ sbagliato adottare un Pitbull per mettere paura a qualcuno, ovvero per difesa personale.
Il cane, per quanto possa essere il custode della casa, non va mai trattato come un arma, non è un antifurto e non può essere accolto in casa per sopperire a un bisogno di protezione oggettiva.
Considerare il cane solo come uno strumento di guardia significa considerarlo come un oggetto e valutarlo bene o male in base alla sua aggressività e cattiverai, nulla potrebbe essere più sbagliato.
Il cane difende la famiglia per istinto, ma la protezione che fornirà ai suoi cari sarà massima quando grande e vero sarà il legame affettivo creato con la famiglia.
Chi adotta il Pitbull per difesa (o chi in generale adotta un cane per protezione) tende a stimolare nell’animale l’aggressività e l’opposizione all’estraneo ovvero all’uomo o all’animale che incontra. Più il cane è istigato alla violenza più facilmente potrà perdere il controllo, manifestare aggressività e avere atteggiamenti rabbiosi (ciò vale in linea generale e indipendentemente dalla razza).
2. E’ un vero errore considerare il Pitbull un cane di ghiaccio poco affettuoso e incapace di legarsi alla famiglia.
Chi erroneamente cerca un cane anaffettivo è spesso motivato dalla esigenza di “lasciare” il cane in giardino, all’esterno dell’abitazione trasformandolo in un guardiano solitario. Ricordate che è sbagliato adottare un animale per “abbandonarlo” in giardino o su un terrazzo; dargli semplicemente da mangiare e offrirgli una cuccia per ripararsi dalla pioggia non equivale affatto a curarlo.
In modo particolare i cani sono animali da branco che pretendono di riconoscere nell’umano il punto di riferimento affettivo. Il Pitbull, poi, per fare emergere la sua indole migliore ha bisogno di socializzare e deve farlo sin da cucciolo venendo sistematicamente in contatto con umani e animali.
3. E’ assolutamente riprovevole l’atteggiamento di quei padroni che scelgono il loro cane per moda o perché gli permette di manifestare la propria forza, virilità e superiorità.
Il cane che fa paura non fa colpo, fa colpo il cane che è amato e che manifesta la sua fiducia verso l’uomo.
4. Allo stesso modo è assolutamente errato scegliere un cane “grande e aggressivo” per misurare la propria capacità di dominio e mettersi alla prova. Chi lo fa tende ad essere oppositivo e violento col cane piuttosto che deciso e prevalente.
Cani fieri e forti come i Pitbull hanno bisogno di padroni esperti, abituati ad avere a che fare con amici a 4 zampe, già pratici del linguaggio canino e, sopratutto, estremamente equilibrati.
Rispetto ai Pitbull, nonché alla scelta di adottarne un qualunque cane, il consiglio è duplice: intanto non fatevi sopraffare dai pregiudizi e, poi, non scegliete il vostro cane a caso, informatevi sulla razza e sulle implicazioni affettive e relazionali del suo ingresso in famiglia.
Qualunque sarà il cane che sceglierete di portare a casa con voi ricordate che il 1° comandamento è uno soltanto: amore!
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