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Denis Pipitone: la Procura di Marsala chiede due archiviazioni

di Redazione VitaDaMamma

23 Settembre 2021

Rispetto alla recente riapertura delle indagini relative alla scomparsa di Denise Pipitone, la Procura di Marsala chiede due archiviazioni: le dichiarazioni rese in relazione a Giuseppe della Chiave e ad Anna Corona, come riportate da testimonianze emerse a distanza di 17 anni, sono risultate infondate, inattendibili e non proficue.

 

la Procura di Marsala chiede due archiviazioni

La Procura di Marsala chiede due archiviazioni. 17 anni dopo Piera Maggio continua a cercare Denise, viva fino a prova contraria Diritto d’autore Riccardo Squillantini ©LaPresse

La Procura di Marsala chiede due archiviazioni: sono state rese false dichiarazioni che non trovano il conforto degli accertamenti giudiziari.

 

Ma procediamo con ordine e cerchiamo di intendere su quali basi e con quali ricadute sta agendo la Procura di Marsala:

una coppia di coniugi romani ha nuovamente stimolato accertamenti giudiziali a riguardo della signora Corona poiché la moglie ha raccontato in Procura di aver ricordato un evento probabilmente accaduto proprio il 1° settembre 2004.

 

Secondo il racconto della donna, la coppia, in quell’anno e in quella estate, si trovava a Mazara del Vallo, tappa del loro viaggio in Sicilia; insieme alle figlie, alloggiavano all’Hotel Ruggero II, oggi casa di riposo. Dopo essere arrivati in Hotel, la donna ricordava di aver lasciato le figlie in stanza per scendere nella Hall alla ricerca di un addetto alle pulizia poiché aveva notato la mancanza di asciugamani in bagno.

 

Alla Reception, celate dietro una tenda, aveva ascoltato una discussione tra donne e visto spuntare, dalla tenda stessa, il visino di una bambina, il panneggio ne copriva il corpo permettendole di vederne solo l’ovale e lo sguardo abbassato. Dopo aver ricevuto le sue asciugamani ,da quella che oggi ha riconosciuto come Anna Corona, la donna era tornata in stanza. 17 anni dopo questo ricordo riemerge conducendo la coppia romana sulla via della ricerca di Denise. Ma le carte di credito della coppia dimostrano diversi dati di fatto che falsificano completamente la testimonianza:

  1. Il 1° settembre 2004 la coppia era a Roma (lo dimostra il tracciamento dei pagamenti);
  2. La coppia ha fatto un viaggio in Sicilia ma non nei giorni della scomparsa di Denise;
  3. La coppia, peraltro, durante quel viaggio non è mai stata a Mazara e, quindi, mai all’hotel Ruggero II.

 

Poco conta, ai fini dell’indagine, che la donna si sia scusata, che abbia sottolineato di essere stata condizionata dalla tempesta mediatica che si è scatenata intorno al caso Pipitone dopo la pista russa. Resta una sola certezza: mamma Piera ha di nuovo immaginato Denise vista con gli occhi di chi non l’ha mai incontrata.

 

Di Anna Corona ha riferito in Procura anche un’altra testimone, questa volta il racconto è principiato dalla storia di un gattino smarrito che la testimone in questione avrebbe preso in carico anni fa; nel racconto, come riportato alle autorità, questo gatto avrebbe rappresento il punto di contatto e l’occasione di incontro con Anna Corona. Una sera la suddetta testimone avrebbe invitato la Corona a casa propria e nel corso di un aperitivo alcolico, lungamente prolungato verso il cuore della notte, avrebbe carpito all’amica informazioni su Denise. La Procura ha concluso che la testimone è inattendibile, ovvero avrebbe riportato circostanze e dichiarazioni non rispondenti fatti realmente accaduti.

 

Allo stesso modo non è stato riscontrato alcun cambiamento strutturale o intervento murario nella casa in cui Anna Corona viveva all’epoca della scomparsa di Denise. Un potenziale acquirente dell’appartamento di via Pirandello averebbe denunciato in Procura la presenza di una possibile modifica strutturale nel garage di quella casa, ma il sopralluogo, disposto dagli inquirenti per la valutazione dello stato dei luoghi, ha dato esito negativo.

 

Di nuovo mamma Piera Maggio vede aprirsi e chiudersi scenari spesso non supportati da alcuna base concreta e la Procura di Marsala chiede due archiviazioni dopo altri mesi di accertamenti e indagini

 

A stimolare l’indagine avverso Giuseppe della Chiave, l’altro soggetto nuovamente liberato da ogni sospetto, invece, è stata dichiarazione di un testimone che in una mail ha riportato un ricordo falso o comunque infondato narrando di aver visto l’uomo, una donna (presumibilemente la compagna del della Chiave) e una bambina in transito in una stazione ferroviaria proprio nei giorni a ridosso della scomparsa di Denise. Peraltro questa testimonianza resa in mail sarebbe stata veicolata alla Procura dall’ex PM che indagò sulla scomparsa della bimba di Mazara e che oggi non si dà pace muovendosi anche nei meandri della rete alla ricerca della piccolina.

 

Ad onor del vero, molto si deve all’Angiomi dal punto di vista della stimolazione di un rinnovato interesse sul caso. Resta il fatto che la veicolazione pubblica delle notizie deve essere cautelata, a questo punto più che mai, per evitare dispersione di forze e false speranze.

E va precisato che Giuseppe della Chiave, come Anna Corona, erano già stati indagati e liberati da ogni gravame. Riguardo al Della Chiave, il suo nome entrò nelle carte processuali già a seguito delle dichiarazioni dello zio, Battista, il testimone audioleso la cui pronuncia video-registrata è stata oggetto di recente revisione da parte degli esperti di Chi l’Ha Visto.

 

L’esito finale è contorto e complesso: quella di Denise sembra una storia con tante ombre che continuano ad allungarsi e deformarsi a causa dell’omertà, da un lato, ma anche per il vizio della falsità e dei ricordi deviati. Che di Denise si tratti, si dibatta e si parli è solo un bene, purché, però lo si faccia con criterio e cognizione.



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