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Segnale di aiuto: Signal for Help contro violenza domestica

di Maria Corbisiero

16 Novembre 2021

Ideato nei primi mesi di pandemia di Covid-19 per consentire alle donne vittime di violenza domestica di segnalare in modo discreto una situazione di rischio per la loro incolumità (abusi, minacce, violenza, ecc.), l’uso del segnale di aiuto, noto come Signal for Help, ha permesso di trarre in salvo una ragazza di 16 anni.
La giovane, scomparsa dalla sua città di residenza, è riuscita a lanciare l’SOS mentre era in auto con il suo rapitore.

 

Segnale di aiuto: signal for help contro violenza domestica

Ragazza rapita si salva grazie al segnale di aiuto.
Foto diritto d’autore: olegdudko© 123RF.com – ID Immagine: 48348629 con licenza d’uso.


 

Segnale di aiuto: ragazza rapita lancia il signal for help e si salva.

La storia qui di seguito riportata dimostra quanto possano diventare utili i social network se usati nel modo corretto. Spesso adoperati come mero sfogo, una sorta di bacino dove riversare le proprie frustrazioni quotidiane e l’insano odio verso il prossimo – la crescita costante del numero di haters presente sulle varie piattaforme ne è una prova – Facebook, Instagram finanche TikTok in realtà possono fornire molte indicazioni utili, l’importante è usarli nel modo giusto.
Esempio di quanto appena detto è stata la campagna Signal for Help, ossia l’istituzione di un segnale di aiuto unico per le persone vittime di violenza.

 

Come riportato dalle fonti stampa estera, una giovane ragazza di 16 anni residente nella Carolina del Nord è stata rapita nei primi giorni di novembre 2021. L’uomo, un 61enne anche lui residente nel North Carolina, è stato in seguito arrestato con l’accusa di sequestro di persona e violenza sessuale nei confronti di un minore.
Seduta nel retro dell’auto sulla quale viaggiava insieme al suo rapitore, la ragazza è stata notata da un altro automobilista che stava seguendo il loro medesimo tragitto in autostrada. Approfittando della distrazione del 61enne, la giovane ha eseguito il segnale di aiuto più volte visto nei video divenuti virali sui social e che consiste in:

 

aprire la mano con il palmo rivolto verso l’esterno, piegare il pollice all’interno del palmo e richiudere la mano portando le altre dita sul pollice.

 

 

Riconosciuto il silenzioso grido di aiuto della ragazza, consapevole che quel segnale di aiuto era stato ideato per consentire alle donne vittima di violenza di segnalare una situazione di pericolo, l’automobilista ha immediatamente contattato le forze dell’ordine che hanno successivamente salvato la 16enne.
Il rapinatore è stato infatti raggiunto dagli agenti grazie alla piena collaborazione dell’automobilista che lo ha denunciato che, come si legge sul rapporto pubblicato sulla pagina Facebook dell’Ufficio dello sceriffo della contea di Laurel, dopo aver riconosciuto il segnale di aiuto e contattato il numero per le emergenze ha “continuato a seguire il veicolo fornendo al 911 continui aggiornamenti sulla posizione dell’auto del sospettato”.

 

 

Segnale di aiuto: Signal for Help contro violenza domestica.

Come detto in apertura di articolo, il segnale di aiuto, noto a livello internazionale con il nome originale Signal for Help, è stato ideato e lanciato dalla Canadian Women’s Foundation durante i primi mesi della pandemia di Covid-19, ossia quando le chiusure forzate, l’isolamento domestico e la convivenza h24 hanno ostacolato ancora di più le denunce di violenza domestica.
Promosso in seguito anche dalla Women’s Funding Network (WFN), comunità che si pone l’obiettivo di combattere la disuguaglianza sistemica di genere e razziale, il segnale di aiuto è stato poi adottato in diversi paesi, complice la promozione del Signal for Help attraverso i social network.

 

In un periodo storico così importante per la popolazione mondiale, il segnale di aiuto ha contribuito a combattere la violenza domestica, fornendo alle vittime di abusi, minacce, violenza fisica e psicologica un importante e fondamentale strumento che permettesse loro di poter chiedere aiuto senza destare sospetti, di lanciare un SOS all’insaputa del loro aguzzino.
La storia della 16enne rapita dimostra quanto sia importante condividere queste informazioni e far sì che sempre più persone conoscano ed imparino a riconoscere il segnale di aiuto.

 



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